𝗚𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱𝗶̀ 𝗱𝗮 𝘁𝗿𝗲𝗴𝗲𝗻𝗱𝗮 𝗮 𝗥𝗼𝗺𝗮 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝗽𝗿𝗲𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ (𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗽𝗲𝗿𝗰𝘂𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗵𝗶𝗮𝘃𝗶 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲) 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗰𝗲𝗻𝗱𝗮 𝗳𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗲! 𝗔𝗖𝗤𝗨𝗔𝗥𝗢𝗟𝗜 𝗲 𝗖𝗜𝗖𝗖𝗜𝗢𝗟𝗜 𝘀𝘂𝗹 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗺𝗽𝘂𝘁𝗮𝘁𝗶, 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗮 𝗟𝗔𝗧𝗜𝗡𝗜 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗻𝗰𝗵𝗲̀ 𝗨𝗱𝗰 𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗰𝗶 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘀𝗰𝗮𝗻𝗼 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗽𝗮𝗻 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗼𝗰𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮. 𝗦𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮 𝗱𝗶𝗿 𝗽𝗼𝗰𝗼 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗶𝗹𝗲
di Sandro PANGRAZI
Dicono che a Roma, a differenza di Osimo dove anche il mercato è scorso via senza sussulti particolari, sia stato un pessimo giovedì mattina.
E non certo a causa della crisi francese e delle dimissioni di Barnier accettate da Macron.
Sempre di dimissioni parlasi ma in questo caso quelle, più terra-terra, perfezionate la mezzanotte scorsa con l’addio di PIRANI alla politica, ad Osimo e a qualsiasi contesto democratico dove, per prevalere, serve consenso e confronto. In due parole: banali voti.
Caso terra-terra, ad ogni modo, solo per modo di dire e solo se confrontato con le grandi crisi internazionali.
Nel suo piccolo il caso-Osimo, con le ripercussioni gravi, praticamente decisive, che tra meno di un anno riverberanno in sede regionale, rischia forte di consegnare al Centro-Sinistra, altrimenti orientato a perdere, sia la città che l’intero territorio che si estende per 180 chilometri da Gabicce a Porto d’Ascoli, toccando finanche l’Umbria, già passata al Rosso.
La più consapevole di raddoppiare le sconfitte amministrative con le regioni, non a caso, confinanti Emilia-Romagna e Umbria, è proprio Giorgia MELONI, semi isolato personaggio di capacità politica in un partito rimasto, a livello di quadro dirigenti, fermo alla realtà 3% pre elezioni ‘22; se non persino peggiorato essendo diventato territorio di caccia di mille non presentabili sbucati da ogni dove, Tricolore in mano.
In simile contesto di tempesta la MELONI, come suo solito, non l’ha mandata a dire. Prima sfogandosi con i più diretti collaboratori e poi comunicando direttamente con i padri della colpa, ACQUAROLI e CICCIOLI; il primo “papà” della bella pensata di scovare PIRANI (dimenticato dal mondo tra le sue molle) e l’altro autore della bella pensata di boicottare alla grande Osimo in ottica anti LATINI.
Proprio Dino LATINI – nonostante le 4.163 mosse politiche sbagliate messe in fila da un anno e mezzo (di cui almeno una ventina clamorose, infilate dal 1° aprile 2023 con il via libera alle disastrose primarie civiche) – è oggi, strano a dirsi, l’uomo più riverito e potente del Centro-Destra regionale, potendo vantare sia i 14.000 voti e passa portati nel 2020 che, soprattutto, la piena libertà di coscienza, dopo il trattamento oltraggioso ricevuto dal sopracitato duo ACQUAROLI-CICCIOLI, di poter guardare da tutt’altro versante, in direzione RICCI.
Una eventualità, quella per il Centro-Destra, che il danno osimano possa raddoppiarsi fino a decuplicare, spostando in maniera pressochè decisiva una manciata di voti da una parte all’altra… è pensiero la cui la sola idea sta causando preoccupanti travasi di bile al Governatore; non certo a CICCIOLI a cui, alla fin fine, di cosa sarà la Regione tra un anno, interessa fino ad un certo punto: sia per aver azzoppato LATINI ad Osimo come inseguiva da 25 anni e sia perché, vista da Bruxelles fino al 2029, le Marche spariscono fino a diventare invisibili.
La partita, dunque, la vera lavata di capo, è toccata di fatto al solo Governatore, colpevole grave in politica locale di non averci capito niente; e – si teme – di capirci in futuro, in politica regionale, pure meno.
Il sospetto che il Presidente non sia parente stretto di Cavour ma che, nascendo e amministrando da Sindaco Potenza Picena sia diventato tutto tranne un’aquila… era un dubbio che circolava già non solo negli ambienti ostili al Centro-Destra marchigiano, ma patrimonio di troppi addetti ai lavori.
L’epilogo, amarissimo, del caso PIRANI, per come è stato creato, alimentato e infine concluso, non può che portare acqua al mulino di quanti vedono in ACQUAROLI solo un uomo fortunato, paracadutato al momento giusto da un partito in grandissima ascesa e paracadutato dall’alto al posto giusto… purtroppo – ahi noi marchigiani – privo, come decine di altre mezze figure in Fratelli di Italia Marche, delle capacità “clarissime”, proprie di un leader.
Ma può essere una colpa “capirci poco” ed essersi attorniato – proprio come fatto da PIRANI – da personaggi di ancor minor valentia? Umanamente no.
Politicamente la colpa risulta invece assai grave e – se non corretta in tempo, cosa impossibile da farsi, temiamo – a breve potrebbe essere fatta rilevare dal pensiero dei marchigiani e di quel che resta del disilluso corpo elettorale.
In questo quadro generale ACQUAROLI e CICCIOLI giovedì si sono rimpallati a vicenda la genesi del peccato originale, senza comprendere l’errore di base compiuto da entrambi, cosa andava fatto per correggerlo e cosa si sarebbe dovuto fare, a qualsiasi costo politico, per non giungere mai all’attuale situazione di ko tecnico.
Non fosse per il mezzo secolo e passa di politica Ciccioliana alle spalle, sarebbe da titolare “Dilettanti allo sbaraglio” tanto clamoroso è stato l’errore non compreso da ACQUAROLI e macroscopico quello inseguito tenacemente, fino a conseguirlo, da CICCIOLI.
E’ ora? La prima mossa, prima ancora umana e urgente da compiere, è svegliare l’ex Assessore super Miky STAFFOLANI, interrompere dolcemente i sogni di gloria e renderle note, a piccole dosi, le ultime dolorose vicende.
Stesso lavoro rapido va fatto con il duo PANGRAZI-MORICHI alla voce Astea e dintorni, come ci vorrà attenzione e tatto nel comunicare con il “giardiniere” di ACQUAROLI (o già ex?) Renato FRONTINI per notificargli la dipartita dall’amatissima poltrona appena conquistata, a prezzo di grandi sforzi, di Osimo Servizi.
Per FRONTINI, semmai, si apre ora un problema urgente in più, essendosi ormai esaurita la galassia dei partiti italiani a cui fare riferimento dove poter sperare in una futura prebenda.
Dopo la vecchia Dc, le antiche liste civiche Latiniane, la remota Lega e gli attuali, per quanto ancora, Fratelli di Italia… chi sarà disposto ad accollarsi le prodezze elettorali dell’ex giardiniere di casa ACQUAROLI?
Suggerimento gratuito a titolo di amicizia: provare con Base popolare dove (vedi Stefano PESARESI, sempre più muto, fin quasi a sfiorare la paralisi facciale) un incarico di prestigio non lo si nega a nessuno.
Decisamente più semplice il lavoro con la soldataglia appena reclutata MAGI&CALCATERRA che potranno tranquillamente ritornare a giocare, senza troppi rimpianti, chi al Wir kapitulieren nie e chi alla sua difesa a spada tratta.
E Giorgia sbraita, sbraita; inascoltata sbraita.