𝗟𝗮 𝘁𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗲𝗻𝘀𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘃𝘃𝗼𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼𝗻𝗶 𝗵𝗮 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗻 𝗹𝘂𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗶𝗺𝗽𝘂𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗶𝗰𝗹𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼, 𝗮𝗯𝘂𝘀𝗶𝘃𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗲 𝗳𝗮𝗹𝘀𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗮. 𝗖𝗶𝗿𝗰𝗮 𝗹𝗮 𝘁𝗿𝘂𝗳𝗳𝗮 𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮, 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘇𝗮𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝟯𝟭 𝗰𝗮𝘀𝗶 𝗮 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼, 𝗶𝗹 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝗴𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗰𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗣𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝘃𝗶𝗰𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲, 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘇𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗣𝗮𝗹𝗹𝘂𝗰𝗰𝗵𝗶𝗻𝗶 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗮𝗳𝗳𝗹𝗶𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗶 𝟰 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮𝗻𝗻𝗮 𝗲 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗶 𝗱𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗶. 𝗖𝗮𝗺𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝟮𝟲 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼
Udienza riservata all’arringa difensiva, quella di ieri mattina in Tribunale ad Ancona, per la vicenda milionaria legata alle operazioni truffaldine messe in atto dalla passatempese Prisca CARLETTI.
A prendere la parola l’avvocato Cristina ANGELONI (dello studio LATINI di Osimo) che ha a lungo tratteggiato una narrazione dei fatti tendenti a far emergere e valorizzare un comportamento penale di minor tenuità rispetto alla gravità dei reati caricati alla sbarra.
Di fronte al giudice Alberto PALLUCCHINI e in un’aula di Tribunale ricolma di pubblico interessato e addetti ai lavori, non foss’altro per il gran numero delle parti civili, esattamente 31 anni, costituitesi e ammesse in processo, la dottoressa ANGELONI ha pazientemente provato a portare alla luce una diversa lettura; non tanto dei fatti in se (in parte non contestabili) ma quanto della valenza degli stessi rispetto alla storicità del comportamento tenuto dalla ex promotrice finanziaria, già radiata.
La vicenda è stata così ricostruita, separando le diverse responsabilità penali a carico della CARLETTI, non presente in aula.
In particolare circa le pesanti accuse di autoriciclaggio, abusivismo finanziario e falsificazione delle comunicazioni, l’avvocato ANGELONI ha concluso ritenendo per l’imputata non provata la piena ed esclusiva responsabilità delle circostanze attribuite, chiedendo quindi di mandare assolta Prisca CARLETTI rispetto alle imputazioni di cui al capo A.
Per quanto concerne, invece, la vicenda in se più corposa della truffa e della sostituzione di persona attuata, la difesa ha giocato la carta della avvenuta prescrizione, almeno parziale, dei fatti verificatesi a partire dal 2017, chiedendo il riconoscimento di una pena più attenuata.
Obiettivo evidente della strategia difensiva, se riconosciuta in tutto o in parte, è ottenere uno sconto sensibile della condanna alle porte (già previsto per un terzo dal rito abbreviato) e di poter accedere ai benefici del nuovo ordinamento introdotto dalla cosiddetta “Cartabia” che prevede ulteriori benefici per i condannati fino al limite di 4 anni.
Un ulteriore sconto nello sconto, inoltre, pari ad un sesto aggiuntivo di minore condanna, è previsto naturalmente nell’ordinamento in caso di espressa rinuncia a proporre appello, facendo diventare a tutti gli effetti tombale ed esecutivo il verdetto emesso in prima istanza.
La richiesta conclusiva della dottoressa ANGELONI, esaminate le varie eccezioni, punta così all’ottenimento di evitare il carcere per l’ex broker, trasformando la condanna in pena in detenzione sostitutiva da scontarsi ai domiciliari.
Un obiettivo francamente audace, seppur tecnicamente nelle cose, per un verdetto che il giudice PALLUCCHINI ha rinviato all’udienza del prossimo 26 marzo quando, di fatto, il processo entrerà nel vialone conclusivo della camera di Consiglio la cui sentenza, visto il gran numero delle parti in causa, potrebbe slittare ulteriormente di qualche giorno.
Delusione palpabile, invece, di quanti speravano, ormai non più sul rientro parziale delle ingenti somme investite ma almeno di conoscere, attraverso la tesi difensiva, la destinazione lontana del “bottino” sparito, vicino ai 5 milioni.
Per la cronaca il Pubblico ministero ha già chiesto, nel corso della precedente udienza, il riconoscimento della condanna di Prisca CARLETTI a 6 anni di reclusione, sconto principale compreso.
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