𝗜𝗹 𝗣𝗺 𝗗’𝗔𝗴𝗼𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗻𝗲𝗴𝗮 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘃𝘃𝗼𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶. 𝗣𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘁𝗿𝘂𝗳𝗳𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘅 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗣𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝘀𝗶 𝗮𝗻𝗱𝗿𝗮̀, 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗼, 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗿𝗲𝘃𝗶𝗮𝘁𝗼. 𝗣𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗴𝗶𝗮̀ 𝗳𝗶𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝟮𝟮 𝗴𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱. 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗥𝗲, 𝗶𝗻𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼, 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗺𝗯𝗼𝗿𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶 𝗰𝗹𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶-𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗺𝗮, 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮 𝗿𝗲𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲-𝗨𝗺𝗯𝗿𝗶𝗮-𝗔𝗯𝗿𝘂𝘇𝘇𝗼. 𝗕𝗼𝘁𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗱𝗶𝗹𝗲𝗴𝘂𝗮𝘁𝗼. 𝗣𝗿𝗶𝘀𝗰𝗮 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮𝗻𝗻𝗮
di Sandro PANGRAZI
Rischia seriamente di vedersi schiudere le porte di un carcere l’ex promotrice finanziaria Prisca CARLETTI, 49 anni, di Passatempo.
La donna, assistita dall’avvocato di fiducia Dino LATINI, è nominalmente comparsa questa mattina in Tribunale ad Ancona per rispondere, in sede di udienza preliminare, dei reati di truffa, autoriciclaggio, esercizio abusivo della professione e di altri reati, aggravati dalla circostanza di averli commessi in danno, anche, di persone anziane o professionalmente non all’altezza che in Prisca CARLETTI serbavano la massima stima.
Massima stima tale, da indurre la stragrande maggioranza dei clienti, acquisiti ai tempi della collaborazione della donna con la Banca Popolare di Ancona, a non credere agli avvisi ufficiali che l’istituto di credito pure inoltrò, ai tempi, per mettere la clientela sull’avviso, seppur genericamente, dei maggiori rischi corsi.
Stamani il primo round legale, ovvero la richiesta di patteggiamento (sembra a 4 anni), previa restituzione simbolica delle parti costituitesi in giudizio, del 6% della cifra da ciascuno persa (in pratica 60 euro ogni 1.000 persi), non è andata a buon fine.
Il Pubblico ministero titolare del giudizio, la dottoressa D’AGOSTINI si è infatti opposta preliminarmente alla cifra proposta ritenendo di dover aprire il confronto tra le parti solo di fronte ad un ripianamento di almeno il 20%. Percentuale non più nella disponibilità della CARLETTI, accusata di aver fatto sparire nel nulla, attraverso scatole vuote che si perdono a dissolversi, una cifra al momento solo stimata oltre i 4 milioni di euro. Forse anche qualcosa in più.
Va da se che anche i 4 anni che la promotrice radiata dall’albo auto proponeva come condanna, non sono stati presi in considerazione dal giudice.
Immediata la seconda mossa dell’avvocato LATINI, peraltro già studiata a tavolino, di passare alla richiesta di giudizio abbreviato, il particolare rito che consente agli imputati che decidono di avvalersene, uno sconto di “buona volontà” a chiudere la partita giudiziaria presto e bene, pari ad un terzo di sconto sulla eventuale condanna, senza dover metter mano (almeno in questa fase) al portafoglio.
Essendo una richiesta nella piena facoltà della parte, il Pm D’AGOSTINO non ha potuto che adeguarsi alla volontà dell’imputata, decidere in calendario la data di prima udienza per mercoledì 22 gennaio 2025 e rimettere gli atti al giudice Alberto PALLUCCHINI.
Presenti all’udienza di questa mattina molte, ma non tutte, le 31 e passa parti civili (e relative famiglie) costituitesi contro l’interesse della CARLETTI.
Molti i casi umani che la saletta delle udienze preliminari ha ospitato in attesa delle ultime notizie, tipo miracolo, sul fronte di un impossibile recupero di almeno parte delle ingenti somme volatilizzate. E’ il caso, per tutti, del fidardense Marco BUGARI, incauto al punto di affidare alla promotrice radiata, pur sapendola tale, tutti i risparmi di una vita di lavoro (127.000 euro) e oggi costretto, per tirare avanti, lui e la famiglia, a rivolgersi alla Caritas sia per mangiare che per le altre necessità.
Ma come BUGARI molti altri sono i casi umani che gli affari fasulli prospettati dalla CARLETTI (in particolare ad ex amici e a parenti) ha radunato in Tribunale.
E’ il caso di Maria Teresa BORDONI, anconetana, sorella della ex vice Sindaco Monica BORDONI, rimasta intrappolata per circa 300.000 euro e che dire di Don Domenico SGALLA e altri anziani sacerdoti osimani, incastrati, rispettivamente per 1.255.629 euro (misurati al centesimo, miglior risparmiatore alleggerito) e circa 150.000?
Pe tacere di molti altri casi, specie di risparmiatori anziani, solo più fortunati per il fatto di aver perso tutto in tarda età e di poter contare sul generoso sostegno di figli e familiari.
Tra gli incastrati (o ritenuto tale) da Prisca CARLETTI anche Roberto RE, il mental coach ultimo datore di lavoro della passatempese. Come i servizi de Le Iene hanno portato in luce, sui conti riconducibili all’affabulatore della mente sono transitati, nel corso degli anni, circa 350.000 euro sottoforma di decine di versamenti a rivoli.
Bonifici che RE, fino al sopraggiungere de Le Iene, credeva destinati alla sua attività e girati da Prisca in nome e per conto degli associati di Marche, Umbria e Abruzzo per i servigi offerti dal “manipolatore mentale “di cui la CARLETTI era referente.
Bonifici che lo stesso RE, una volta scoperto l’inghippo, si è affrettato a chiarire di voler restituire ai legittimi proprietari, non essendo, ad esempio, Don Domenico SGALLA e altri, mai iscrittisi ad alcunchè.
In attesa della restituzione della ingente somma, Roberto RE ha pensato bene, dopo aver interrotto ogni collaborazione con la donna (auto definitosi a Le Iene ben altro che “valore aggiunto” rispetto ad un banale qualsiasi promotore finanziario in circolazione!), di chiedere anch’egli i danni, costituendosi in giudizio.
Giudizio, seppur abbreviato e “fotografato” sulle carte prodotte in Procura dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Osimo, che avrà avvio a spron battente, giusto tra 40 giorni, destinato a protrarsi, nonostante la brevità, per almeno qualche udienza.
Proprio l’assenza di precedenti dell’imputata e un accordo a non proporre appello, in caso di condanna, alla sentenza in arrivo (in cambio di una ulteriore clemenza) potrebbe risultare utile a contenere la condanna inevitabile su termini meno afflittivi.
Solare il tentativo dell’avvocato LATINI di evitare alla assistita la detenzione in carcere, pur presentandosi alla sbarra con fedina penale integra.
Dovrebbe invece restare un mistero la parte più interessante della vicenda: dove sono andati a finire i 4 milioni e mezzo sottratti agli investimenti? Una parte, magari anche non piccola, potrebbe risultare spesa in viaggi, bella vita, lusso e ogni sfizio possibile che la CARLETTI, abituata per sua stessa ammissione a concedersi almeno una settimana di vacanza al mese, tutti i mesi e per anni, si è certamente concessa in giro per il mondo. Quanto? Facciamo pure un milioncino sputtanato sull’altare del lusso. Ma gli altri tre milioni e passa?
C’è chi afferma che la CARLETTI, una volta chiusa la partita con giustizia, pagando per le proprie responsabilità che dovessero emergere, potrebbe farsi trovare pronta, in qualche sperduta località non accessibile alla giustizia italiana, così da garantirsi una seconda vita in grande serenità.
C’è anche chi afferma il contrario, ovvero che, pur andando per truffare, la CARLETTI alla fine sia stata a sua volta truffata da pescecani assai più grossi e scafati di una promotrice con idee sopravalutate del proprio valore specifico.
Quale che potrà essere la verità processuale è certo che i truffati difficilmente, a processo concluso, vedranno un solo centesimo a soddisfare le proprie spettanze. Probabile che anche il 6% proposto oggi a livello simbolico, a quel punto, non sarà più nella disponibilità economico-finanziaria di Prisca CARLETTI. Con Santa pace di chi, denunciando e collaborando, sperava e/o si illudeva di poter recuperare qualcosa. Ma questa è un’altra storia