𝗔𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗔𝗡𝗧𝗢𝗡𝗘𝗟𝗟𝗜 𝗵𝗮 𝗿𝗶𝗯𝗮𝗱𝗶𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗻𝗼 𝗮𝗱 𝗮𝘇𝘇𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗔𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲; 𝗲𝗿𝗴𝗼 𝗟𝗔𝗧𝗜𝗡𝗜 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼 𝗲 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗔𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼… 𝗖𝗶𝗼̀ 𝗻𝗼𝗻𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗣𝗜𝗥𝗔𝗡𝗜 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲 𝗮𝗱 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘃𝗮 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗮. 𝗜𝗻 𝗦𝗮𝗹𝗮 𝗚𝗶𝗮𝗹𝗹𝗮, 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘇𝗲, 𝗲̀ 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗽𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝘀𝘀𝗮… 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗽𝘂𝗴𝗻𝗶 𝗮𝗴𝗶𝘁𝗮𝘁𝗶, 𝘀𝗽𝗶𝗻𝘁𝗲, 𝗼𝗳𝗳𝗲𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗲 𝗺𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘅 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶, 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗮 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗡𝗲 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗲 𝘀𝗽𝗲𝘀𝗲, 𝗶𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲, 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗽𝘂𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗦𝗜𝗠𝗢𝗡𝗖𝗜𝗡𝗜, 𝗣𝗜𝗥𝗔𝗡𝗜 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗕𝗢𝗥𝗗𝗢𝗡𝗜; 𝗺𝗮 𝘀𝗶 𝘃𝗮 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝗶𝗺𝗺𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶
di Sandro PANGRAZI
Ormai è una certezza. Il Consiglio comunale diventa spettacolo puro; ma solo sul finale. A volte anche dopo il triplice trillo di chiusura anticipata, in genere decretata per mancanza di calciatori a sufficienza.
Regola tre del gioco del Calcio: “Nessuna gara potrà iniziare o proseguire se l’una o l’altra squadra dispone di meno di sette calciatori”.
Regola tre dello Statuto comunale: “Nessuna seduta potrà iniziare o proseguire se tra maggioranza e opposizioni non si sommano almeno 13 Consiglieri”.
E così è stato anche ieri pomeriggio per l’ennesima volta; impossibile tenere il conto dei precedenti.
Si può ben dire che l’Amministrazione PIRANI, dall’insediamento di metà luglio, ad oggi, per ben quattro mesi abbia disputato esclusivamente partite, pardon sedute, amichevoli… tanto per restare in forma e non abbassare il tono atletico.
Ma di partite vere e proprie, con i 3 punti in palio, nada. Nada de nada.
E’ successo di nuovo anche ieri pomeriggio quando il gran finale, nel chiuso dello studiolo adiacente la Sala Gialla, era già stato anticipato da un incontro ravvicinato del terzo tipo, avvenuto fuori aula, lontano da testimoni, tra la vice Sindaco Monica BORDONI e “l’altrimenti politicamente disoccupato” Sandro ANTONELLI.
La prima, Lady 7.156.50 euro al mese, ha incrociato il meno abbiente Assessore ai Lavori pubblici Sandro ANTONELLI, fermo ad appena 2.173.50 euro al mese (sia pur introitati per fare nulla) quasi inginocchiandosi ad intenerire il collega a gettare la spugna e accettare la resa incondizionata ai punti già dettata da LATINI per non obbligare PIRANI all’eutanasia: azzerare l’Amministrazione, dotarsi di Manuale CENCELLI e ripartire le poltrone in palio secondo rigida appartenenza dei voti: 5/8 a LATINI e un quarto ciascuno allo stesso ANTONELLI, a GINNETTI e a FORZA ITALIA.
Nulla a quelli di Fratelli di Italia, peraltro impediti, da sempre, a qualsiasi commento, sottolineatura, presa di posizione, intervento minimamente apparentato con l’attività della politica.
Risposta di ANTONELLI: “No e poi no. Le cose mie sono mie e non ci faccio giocare nessuno… a costo di andar via e portarmi a casa il pallone. Per la legge sono un parente stretto e le regole le faccio io!”.
Il tira e molla, ascoltato da diversi interessati, non foss’altro per l’innalzarsi dei toni, ha avuto per effetto solo l’innervosirsi massimo della sola BORDONI la quale, dopo una decina di minuti di richieste, ognuna al ribasso, tutte rigettate con perdite, ha preso posto in Sala Gialla, praticamente sconvolta, tipo avesse visto il Diavolo in persona.
Sedutasi in Consiglio, occhi sbarrati, più che turbata… non prima però di aver riferito, diligentemente, a Dino LATINI dell’ennesima mala parata; un Dino LATINI, rimasto, per la cronaca, ad osservare l’inutile lavoro dei colleghi (un’ora di interrogazioni e mozioni senza senso e utilità) restando fuori dall’emiciclo.
L’ennesimo no di ANTONELLI, quello rimediato dalla disperata BORDONI, che ha prodotto l’ulteriore no di LATINI alla discussione e votazione delle linee programmatiche per il quinquennio dell’Amministrazione PIRANI, voto qualificato (almeno 13 Consiglieri necessari) in attesa da luglio e abortito anche lunedì pomeriggio.
Un aborto, stavolta terapeutico, per evitare rischi a mamma-PIRANI (peraltro entrata in sala parto consapevole di rischiare la vita pur di mettere al mondo il proprio bebè); l’interruzione dei lavori è stata registrata quando le minoranze, ormai esperte di conto, hanno chiesto ad un pessimo Presidente SIMONCINI (capace di togliere la parola, per ben tre volte, al Consigliere ribattezzato Simone… MATTEOTTI, alias PUGNALONI, ieri in versione Onorevole socialista) la verifica del numero legale.
Verifica alla quale il Presidente SIMONCINI, un altro inadeguato, da tempo nel pallone, non ha immediatamente provveduto, tergiversando fino a concedere alla supposta maggioranza 10 minuti di tempo, ovvero la solita interruzione dei lavori, per tentare la via del miracolo politico. Che non poteva esserci e non c’è stato. Anzi.
Anzi, ci ripromettiamo, al prossimo Consiglio comunale, di presenziare la stanzetta adiacente ai lavori, con una diretta Facebook esemplificativa, più di ogni parola, di quanto normalmente accade nella dialettica bon ton tra alleati e pure civici.
Per farla breve, gli 8 minuti che hanno caratterizzato lo stop, sono stati marchiati da urla, pugni sbattuti a tutta forza sul povero tavolo ottocentesco e da tutta una serie di minacce e improperi, persino sul piano personale e a scendere alla terza generazione di ciascuno, che avrebbero fatto arrossire anche ben altri addetti ai lavori, tipo scaricatori di porto, prostitute mal pagate, raccoglitori di pomodori a 3.50 euro l’ora.
I più maltrattati, tanto da essere indotti a lasciare la stanzetta almeno un paio di minuti prima, il Presidente SIMONCINI e il Sindaco PIRANI. A SIMONCINI gli amici latiniani, tanto per iniziare, hanno ricordato il voltafaccia politico e il tradimento consumato, pagato da PIRANI, come ad un Giuda qualsiasi, con 2.173.50 denari al mese, argomento dolente per il reo a cui gli ex amici hanno rinfacciato, senza mezzi termini, di non sbarcare altrimenti il lunario!
Non è andata meglio a PIRANI, 4.830 euro mensili per combinare nulla; persino di non allestire il Natale (in arrivo ma a rischio del buio!) e comunque sbeffeggiato come un qua-qua. ra-qua qualsiasi; sempre pronto a starnazzare dimissioni senza mai offrirle sul serio!
Con queste premesse, urla, sorrisini beffardi e altre magie della politica, quel che restava della ex maggioranza è rientrata in Sala Gialla per l’ultima sorpresa, appello alla mano.
E’ successo che a rispondere si alla chiamata del Segretario, anziché i 13, minimi, necessari, si siano scoperti presenti in appena 9! Gli altri? Oltre ai quattro Latiniani risaliti sull’Aventino, tra i più rapidi a guadagnare le proprie cose e a lasciare Palazzo comunale, hanno risposto picche Damiano PIRANI (impegnato a rimboccare il parcometro di 2.65 euro per evitare una multa per sosta vietata), l’apprensiva Angela OLSARETTI (parrebbe impegnata a ricostruire il ciuffo ribelle di Sandro ANTONELLI, capigliatura uscita sconvolta dal confronto fisico) e il tecnologico Lanfranco MIGLIOZZI, fisicamente e di natura non adatto a fronteggiare animosi ed animati corpo-a-corpo.
Il più incazzato, di tutti, alla fine? Damiano PIRANI, rientrato in Sala Gialla mentre tutti gli altri stavano uscendo alla spicciolata: “Ma come, ho fatto persino una corsa per evitare la multa…. E tornare a votare. Dentro quella macchinetta infernale ci ho pure buttato dentro 2 euro e 65 centesimi… ora chi mi rimborsa?”.
Con questo interrogativo il neo Segretario Mario SOPRANZETTI, in servizio da ottobre e ancora incapace di portare a termine una sola seduta, ha emesso il trillo di chiusura.
Se ne riparlerà alla prossima puntata, ormai dopo la sentenza del Tar (che potrebbe ulteriormente complicare la vita a PIRANI e company) stavolta in diretta Facebook OSIMO OGGI.