𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘁𝗶𝗽𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 (𝗲 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗽𝘂𝗿𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮) 𝗮 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗣𝗶𝗿𝗮𝗻𝗶 𝘀𝘂𝗶 𝗻𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗲𝘀𝗶, 𝗱𝗮 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 𝗮 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, 𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗮𝗴𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝗻𝗲𝗹 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗮𝗹𝗲. 𝗜𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝟮𝟬𝟮𝟱: “𝗔 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝘀𝗮𝗿𝗼̀ 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗯𝗶𝘀 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝗚𝗹𝗼𝗿𝗶𝗼”
di Sandro PANGRAZI
Incontriamo Francesco PIRANI a tavola, nel buen ritiro di Erice (Trapani) – per la cronaca patria di Antonino ZICHICHI, arzillo scienziato 95enne – presso l’osteria “La Tonda fritta”, giusto nell’istante in cui conferma al cameriere il menù della terza festa di Natale: Caponata di melenzane e deliziose panelle per antipasto, seguite da un trionfo di busiate al pesto trapanese.
Il tutto annaffiato da un Grillo di qualità e concluso con dei Cannoli di Dattilo bagnati con del superbo Marsala.
Impossibile non aggregarsi al volo e raddoppiare l’ordinazione, ospiti di PIRANI e ben accettati anche dalla fida cagnolina Wanda che attende, sorniona, sotto il tavolo.
Sindaco, tutto sommato poteva andar peggio. Fosse rimasto ad Osimo tutto questo ben di Dio, questo panorama e questo clima poteva solo sognarlo.
“In effetti non tutti i mali vengono per nuocere. In Sicilia, ovunque vai, stai bene: cibo, paesaggi, calore della gente sono impareggiabili. Questa zona, poi, vale ancor di più. La raccomando a tutti gli osimani”.
Chi glielo ha fatto fare?
“Tornare ad Erice?”
No, candidarsi a Sindaco?
“Che brutta domanda. Debbo proprio rispondere?”
Abbiamo fatto 1.200 chilometri e atteso nove mesi…
“Quando squilla il telefono e dall’altra parte c’è il Presidente delle Marche a stendere tappeti rossi, c’è poco da pensare. Chiunque avrebbe accettato”
Ma accanto ad ACQUAROLI c’era l’altro Presidente, il suo vecchio “amico” LATINI. Al telefono poteva non vederlo ma avrebbe dovuto saperlo. O no?
“Lo sapevo bene, mica sono nato ieri. Tanto che a spingermi ad accettare è stata proprio l’idea di tornare sul luogo del delitto, richiamato da chi, tredici anni, due mesi e quattordici giorni prima mi aveva spinto fuori da un movimento all’epoca col vento in poppa”.
Caspita PIRANI, ricorda esattamente la precisa distanza di tempo, esattamente al giorno; non ci dirà che a marzo la ferita era ancora aperta?
“Aperta? Esattamente come il primo giorno. LATINI sa bene che non sono il tipo che dimentica. Per me uno sgarro rimane tale ed identico a qualsiasi distanza temporale. Figuriamoci in politica che certamente non rientra tra le prescrizioni mediche urgenti da osservare”.
Quindi conferma che PIRANI ha accettato di tornare sul luogo del delitto per prendersi, sostanzialmente, una sonora rivincita sui fatti del 2011?
“Mi pare che quanto accaduto parli abbondantemente dei miei propositi: danneggiare più possibile LATINI agli occhi degli osimani, fino a spacciarmi per vittima sacrificale di – come l’ha definita CICCIOLI? – un caso psico patologico”.
Caspita PIRANI, altro che vendetta… qui siamo all’omicidio intenzionale gravato da futili motivi e dalla minorata difesa della vittima.
“La vendetta è un piatto che va gustato freddo… tutto il contrario di queste ottime busiate al pesto trapanese. Sapevo benissimo della situazione di grave difficoltà in cui versavano le Liste civiche e degli errori, uno dopo l’altro, che han portato il movimento a non avere più candidati credibili da spendere. Certo, debbo essere onesto, non mi aspettavo dalla sorte, oltretutto nei panni di ACQUAROLI in persona, un simile trattamento di favore. Ma nella vita mai dire mai. A volte capita di essere ascoltato. E a me è capitato, oltretutto nel momento più bello. Non ci siamo divertiti un pò tutti?”.
Veramente in città c’è chi ride ma anche chi piange. C’è poi una maggioranza che non sa che pesci pigliare, avendoci capito poco. O proprio nulla.
“C’è poco da capire. La verità è sempre l’ipotesi più semplice. Inutile stare a fantasticare situazioni diverse che non esistono. Accettando l’offerta di ACQUAROLI, sottoscritta in qualche modo da LATINI, sapevo di non rischiare nulla in caso di sconfitta ma anche di poter realizzare i miei propositi nel caso gli osimani ci avessero dato fiducia. Come è successo. Per un soffio ma successo”.
Fosse andato al ballottaggio ANTONELLI le cose sarebbero potute cambiare per Osimo?
“Non credo proprio, anzi. Sarebbe cambiato il mio atteggiamento che, a quel punto, dovendo rispettare un patto d’onore, sarebbe diventato propositivo verso la città”.
Un patto d’onore con ANTONELLI?
“Si, non finga di cadere dal pero. Tutti sapevano, in primis LATINI e ACQUAROLI, che il ballottaggio del 23 e 24 giugno era un passaggio certo con soli tre candidati in lizza. Dando per scontata la partecipazione di Michela GLORIO, la partita era tutta tra me e ANTONELLI. Ergo chi fosse rimasto fuori avrebbe dovuto sostenere l’altro”.
Non crediamo che LATINI sconfitto al primo turno avrebbe però accettato di apparentarsi con l’ultimo figliol prodigo civico…
“Non sarebbe cambiato nulla. L’avrei comunque fatto io con la mia lista. E in caso di insuccesso, direi probabile, le colpe sarebbero state scaricate, per intero, su LATINI e i suoi, colpevoli di aver consegnato Osimo alla Sinistra, deliberatamente”.
MACHIAVELLI le avrebbe fatto un baffo…
“Quando mi ci metto… anche due! E questa occasione la attendevo da troppo tempo”.
Osimo quindi, con PIRANI in campo, Sindaco o alleato di ANTONELLI, non avrebbe comunque avuto scampo?
“Beh, al tempo. Se LATINI avesse accettato la sconfitta politica, dandomi atto di aver perso l’ultima battaglia… in quel caso avrei anche potuto fare un pensierino a governare la città. Ma conoscendo troppo bene e da troppo tempo LATINI, sapevo benissimo che questa di farmi governare e di restare nelle quinte a meditare, era una eventualità neanche scritta sulla sabbia che contorna questo splendido mare che abbiamo davanti…”.
Eppure, grazie alla buona stampa di cui ha goduto, è passato, almeno inizialmente, il messaggio che sia stato LATINI e non PIRANI a tradire…
“Qualche qualità dovete pur riconoscermela. In fin di conti la mia carriera, da politico e imprenditore, parla per me. O pensavate davvero che fossi una marionetta a cui tirare i fili?”.
Quale il suo capolavoro o l’azione che comunque ritiene averla meglio caratterizzata?
“Senza dubbio il fatto di aver potuto scegliere, senza obiezioni, ben tre elementi Latiniani in Giunta. La BORDONI, STRAPPATO e SABBATINI sono tre “perle” o se volete tre medaglie che mi appunto al petto. Con loro in squadra gli osimani, direi l’intera opinione pubblica osimana, sono andati letteralmente in tilt accreditandomi l’aura del giovane bello e forte “martirizzato” dal vecchio e cattivo. Se pensate che io ho quasi 60 anni e LATINI mi pare 63… direi che ho saputo costruire un vero capolavoro di immagine”.
In effetti la gente a quel punto non ci ha capito più nulla. Cosa voleva LATINI da un PIRANI che gli aveva già “concesso” tre Assessori su sette e pure il Presidente del Consiglio comunale e con tutti i Cda ancora sul piatto?
“Appunto cosa voleva? Con i tre rimasti saldamente a guardia del proprio stipendio e con l’aggiunta – a gratis – di SIMONCINI dalla mia parte, LATINI si è incartato da solo fino ad apparire incomprensibile agli occhi dei più”.
In effetti LATINI avrebbe dovuto ritirare i quattro dalle posizioni in cui PIRANI li aveva sapientemente posti. Perché, secondo lei, non è successo?
“Esiste il culo, la buona sorte. Chiamatela come volete. Senza fortuna nessuna azione, a questo mondo, è possibile. Certo le ipotesi sono soltanto due: o LATINI mi ha regalato l’ennesimo autogol o semplicemente non ce l’ha fatta. L’odore dei soldi costituisce da sempre un’ottima motivazione. Faccio un esempio facile da capire: stiamo certamente ben mangiando e meglio bevendo… con in più l’idea che, una volta alzati, sarò io a pagare il conto. Non è tutto più buono ancora?”.
C’è poi stato il capolavoro Monica BORDONI. Lì gli osimani si sono definitivamente arresi.
“In effetti chiunque abbia dedicato tempo a provare a capire come sia possibile collaborare, allo stesso tempo, con LATINI e PIRANI, a seconda dei luoghi e delle circostanze, si è fatto l’idea di ragionare sulle azioni di un covo di matti. Dove, ancora una volta, non ero il soggetto da curare. Debbo davvero ringraziare tutti, in primis Monica BORDONI, per la cortesia usatami. Ma un grazie, di cuore, va pure al Presidente SIMONCINI e agli Assessori SABBATINI e STRAPPATO. Senza il loro apporto alla causa non sarei risultato credibile come, alla fine, è successo”.
C’è mai stato un momento in cui le cose avrebbero potuto prendere un’altra piega?
“Mai. Assolutamente mai. Mi sono sempre ben guardato da far illudere troppo LATINI che una soluzione, che lo avesse ricompreso in maggioranza, sarebbe potuta scaturire. Mai dare troppa corda all’avversario. Ho sempre giocato sul fatto che forse le cose si sarebbero potute appianare ma al contempo ero pronto, il giorno dopo, a piangere mancate lealtà e chiacchiere varie che agli osimani, mi pare, sono comunque piaciute molto. Tipo questi deliziosi cannoli di Dattilo che stiamo gustando, intinti in un Marsala ambrato qualità superiore”.
E ora? Osimo piange il tradimento. Il popolo di Centro-Destra giura di non tornare al voto prima di 7 generazioni e PIRANI che farà?
“Spero di completare il lavoro e di dare a LATINI il colpo di grazia. Mi dispiace, veramente molto, che di mezzo ci vada anche la città e larga parte dei cittadini. Ma del resto votare per 30 anni LATINI costituisce una colpa grave e un conto da pagare – caspita, osservando il conto portato nel frattempo dal cameriere, NdR. – tipo questo. Non pensavo, caro PANGRAZI, fosse così caro…”.
Neanche una parola sul silenzio di nove mesi riservato a questa testata che, fino a prova del contrario, è stata l’unica a farle ombra.
“Come ben sa tutti gli articoli che OSIMO OGGI ci ha dedicato sono stati attenzionati personalmente a tempo di record. Insomma ho sempre tenuto tutto sotto controllo. Certo la narrazione scelta da PANGRAZI non mi ha aiutato in prima battuta ma alla lunga si è dimostrata utile alla voce “Francesco PIRANI Santo subito”. Quindi un grazie anche ad OSIMO OGGI. Il fatto che oggi sia mio gradito ospite a tavola conferma questo mio pensiero”
E tornando al lavoro da completare… cosa intende dire?
“Immagino per giugno una situazione politica tale e quale a quella vissuta un anno fa. Con la GLORIO favorita, mi rivedo in campo appoggiato dall’amico, ormai di sangue, Sandro ANTONELLI e appoggiato da Carlo CICCIOLI e da Francesco ACQUAROLI. Conto di potermi candidare persino da iscritto a Fratelli di Italia in un modo da poter continuare il lavoro con LATINI anche alle successive Regionali”.
Quindi LATINI correrebbe a sostegno della sua ricandidatura a Sindaco?
“Non credo proprio. E’ vero che a Dino piacciono gli autogol ma c’è un limite a tutto. Immagino che un candidato di bandiera, alla fine, salterà fuori per le Liste civiche. Una candidatura doppiamente utile: per consentire il ballottaggio tra me e la GLORIO ed anche per contare su quanti soldati LATINI può ancora contare”.
E a quel punto, in caso di verificarsi della ipotesi di un nuovo ballottaggio tra GLORIO e PIRANI… a chi andrebbero i voti Latiniani?
“Andrebbero anzi andranno tranquillamente al mare. A quel punto potrei ritenermi soddisfatto, ampiamente ripagato dallo sgarro 2011. Un altro marsalino?”.