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Sale la tensione per lโincontro di questa sera a San Paterniano, annunciato tuttโaltro che amichevole, tra i cittadini della piccola frazione e una sfilza di agricoltori e camionisti convocati sul posto dal passa parola del Sindaco PIRANI.
Una presenza esterna, quella degli agricoltori e dei โpadronciniโ autoconvocatisi per le ore 21 presso il salone parrocchiale che โ agli occhi dellโAmministrazione comunale – sarebbe dovuta fungere da autentica sorpresa a bilanciare il malumore dei pochi confinanti e degli agguerriti residenti, uniti dal terrore di dover sopportare, oltretutto a gratis, miasmi e olezzi di ogni tipo, tanto biologici quanto sgraditi allโolfatto pure di narici bene allenate.
Svanito lโeffetto sorpresa (al pari di un sopralluogo pomeridiano, al memento in corso, ai due impianti di via Coppa e via Jesina che il Sindaco avrebbe voluto tenere ben segreto) resta confermata la prova muscolare che, nella idea costruita a tavolino da PIRANI, dovrebbe servire a trasformare le risultanze di una netta sconfitta da 4-0 in una situazione di sostanziale pareggio, tipo 2 a 2 che possa, in qualche modo, fornire lโassist allโAmministrazione comunale per approntare una soluzione che tenga conto delle ragioni degli uni ma anche degli altri.
Sempre che la riunione, altamente a rischio ordine pubblico, non debba degenerare sul piano del confronto fisico, ingarbugliando vieppiรน una vicenda affrontata, da ambo le parti, almeno inizialmente, con il desiderio di fregarsi a vicenda.
Nodo del contendere lโavvio di due mega produzioni, distanti lโuna dallโaltra appena due-tre chilometri, targate SGR (Rimini) ovvero la parte privata largamente maggioritaria di Astea energia, intenzionata a realizzare una doppia centrale di trasformazione di reflui zootecnici in biometano.
Stando allโaccesso agli atti giร effettuato dai cittadini, il progetto prevede per le due location un ampliamento della capacitร di ricevere e trasformare biomasse organiche pari a 52.000 tonnellate per ciascun impianto (non vorremmo aver riportato uno sproposito, ma cosรฌ รจ scritto nel documento), ovvero tre volte tanto la capacitร teorica attuale di ciascun impianto.
Una autentica marea di biomasse di cui almeno il 40% di origine animale e dato da โpollinaโ (scarti di allevamenti avicoli intensivi), oltre ad una piccola parte di liquami.
Cosa di sarebbe di strano, puzze a parte, in codesta attivitร industriale, da preoccupare a mille lโintero abitato di San Paterniano?
Parrebbe non molto, almeno a giudicare dalle โpaureโ espresse in linea di principio e che verterebbero sul disagio, per i locali, di dover convivere con una lunga teoria di aumentato traffico pesante su strada, dato dalla necessitร di trasportare in loco i rifiuti agricoli di mezza provincia o piรน.
Quali, secondo gli addetti ai lavori neutrali, i pro e i contro dellโoperazione?
A favore della produzione di biometano troviamo, in primis, la trasformazione dei rifiuti organici in risorse, risolvendo in parte il problema dello smaltimento dei rifiuti organici; il biometano รจ inoltre un ottimo alleato alla voce โdiversificazione energeticaโ; ergo favorisce un modello di economia circolare, usando per produrre energia ciรฒ che, altrimenti, sarebbe rimasto un semplice rifiuto; infine il biometano cosรฌ prodotto, trasformando residui ad oggi in gran parte non utilizzati, arricchisce lโofferta delle cosiddette fonti rinnovabili (inserendosi di diritto nel pacchetto della cosiddetta โtransizione ecologicaโ) garantendo una alta efficienza energetica.
Non sono perรฒ solo rose e fuori, presentando la questione situazioni di contorno arginabili con giusti indennizzi e magari progettando alternative viarie piรน adatte a sopportare un diverso livello di traffico.
Tre, in effetti, gli svantaggi da ben calibrare in fase di avvio di produzione: lโutilizzo di biomasse negli impianti a biometano produce spesso cattivi odori; quando lโimpianto, come nel caso di San Paterniano, si trova lontano dal luogo in cui verranno recuperate le biomasse, il loro trasporto contribuirร a rilasciare nellโaria emissioni di anidride carbonica; terzo ed ultimo aspetto (in questo caso non riguardante i due impianti osimani che possono godere di spazi adeguati) la necessitร di grandi spazi edificabili, quantificabili in genere in almeno 300 ettari a disposizione.
Insomma parrebbe davvero che la vicenda, se epurata da interessi politici (che anzichรฉ contribuire ad appianare la situazione appaiono schierati a bella posta per farsi la guerra), dovrebbe interessare il giusto la popolazione, fatto salvo i vicini ed eventuali situazioni particolari.
Cosรฌ perรฒ non sarร .