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𝗜𝗹 𝗹𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿 𝗹𝗲𝗴𝗵𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝟲𝟳 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗿𝗹𝗶𝗻, 𝗮𝘂𝘀𝗽𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗻𝗮𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮. 𝗦𝗶 𝗮𝘇𝘇𝗲𝗿𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗿𝗲𝘁𝗼̀ 𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻’𝗲𝗽𝗼𝗰𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗼𝗳𝗳𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗲 𝘂𝗻 𝘃𝗮𝗹𝗶𝗱𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮. 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗶𝗻𝗶, 𝗽𝗲𝗿𝗼̀, 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗴𝗶𝗮̀ 𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗶 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶. “𝗜𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗚𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼. 𝗣𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗮 𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲…”

E dopo il Codice stradale… riformare anche il sesso a pagamento!

Dovesse riuscirci, Matteo SALVINI rischia di essere beatificato “Santo subito” dagli italiani e la Lega di diritto entrare nella storia del Patrio piacere.

Meraviglia, in effetti, che l’altra sera, in occasione della prima diretta social dell’anno con i suoi follower, il leader del Carroccio Matteo SALVINI, Segretario della Lega, vice Premier, Ministro delle Infrastrutture nonché aspirante Ministro dell’Interno, ha detto che “fosse per lui, legalizzerebbe la prostituzione”.

In effetti, anche in passato, in tempi migliori per la Lega, SALVINI ha esternato la stessa convinzione: accadde nel 2015 raccogliendo addirittura le firme per una proposta di referendum con una testimonial di eccezione, l’allora in voga Efe BAL, transessuale dei più noti.

Allo stesso modo non meraviglia che già nel 2016, Giorgia MELONI, all’epoca candidata a Sindaco di Roma con un FdI al 4%, pure si espresse a favore della legalizzazione.

Mancata meraviglia per mancata meraviglia, però, non meraviglia nemmeno che nel programma di governo del Centro-Destra, giunto ormai a metà legislatura, non ci sia nulla di concreto su questo fronte.

E che nella pratica, al di belle parole, nulla si faccia.

E comunque possibile attendersi da SALVINI, incassato il successo sulla Open Arms e introdotto il nuovo Codice della Strada, il via libera al ritornello “via la Merlin!”.

Il riferimento va dritto dritto alla legge che dal 19 febbraio 1958 (giorno che sancì la chiusura della “case chiuse” e la nascita del sottoscritto) regolamenta il tema della prostituzione come se l’Italia del 2025 fosse rimasta, tale e quale, alle abitudini di quel Carnevale di 67 anni fa, blindando le case di tolleranza e instituendo gli inutili reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, senza però incidere nel fenomeno. Anzi acuendone di molto la disparità tra il vero sentimento degli italiani e delle italiane e la contemporanea durezza della legge.

Lina Merlin, prima promotrice di quella legge, ne fece una questione di libertà e di tutela delle donne. Ovviamente solo sulla carta.

67 anni fa, altri tempi. Oggi, rispetto al 1958, si può tirare un bilancio, decisamente fallimentare, di questa lontana ma ancora attuale legge; una norma, la Merlin, giusto appunto, che anziché tutelare le donne ha finito per ridurle alla clandestinità, costringendole per lunghi decenni a lavorare sulla strada, a volte in mano di organizzazioni malavitose senza scrupoli “inventate” dalla legge!

Così, ancor oggi, le prostitute continuano a non avere alcuna tutela, in particolare dal punto di vista sanitario e pensionistico, mentre a continuare ad arricchirsi sono i soliti criminali di sempre.

Secondo un rapporto Istat ormai datato, in Italia la prostituzione muove un mercato in nero di quasi 5 miliardi di euro ogni anno, pari a circa 13 milioni di euro al giorno, esentasse.

E interessa circa tre milioni di clienti italiani (dati 2022) vedendo inquadrate circa 90.000 tra lavoratrici e lavoratori stabili, oltre ad altre 20.000 operatrici occasionali per una media di una prostituta attiva ogni 27 utenti.

Numeri che portano SALVINI a considerare che la legalizzazione del fenomeno sociale più antico del mondo… converrebbe a tutti: a chi si prostituisce, in modo da entrare in un circuito legale; allo Stato, che ci guadagnerebbe con le tasse; e ai cittadini, che ne guadagnerebbero in sicurezza pubblica.

2016, un giovane SALVINI ci prova una prima volta. Eccolo con la trans Efe BAL impegnato a riscuotere firme di consenso alla liberalizzazione

Inoltre, con molta probabilità, si eliminerebbe o quantomeno si ridurrebbe di parecchio, la prostituzione en plein air, con tutte le conseguenze del caso: vedi gli spettacoli assai poco edificanti sotto gli occhi di tutti in molte città, specie attraversando interi quartieri da tempo abbandonati al degrado.

Tutto gioca, dunque, a favore del primo politico che riterrà conveniente, da l punto di vista elettorale, la mossa.

E nel 2025 tutto davvero gioca a favore di SALVINI che in ogni caso, in attesa di riscontri al lancio dell’iniziativa, si è subito affrettato a sottolineare che la legalizzazione della prostituzione è, allo stato, una idea personale del Segretario leghista.

Di sicuro la riforma non fa parte del programma di Governo del Centro-Destra.

Tanto è vero che nemmeno alla voce “sicurezza” è contemplato nulla del genere; ne va meglio sul fronte opposto del “campo largo” dove le idee al riguardo sono ancor meno ma in compenso assai confuse.

A frenare l’Italia, gli italiani e le italiane, manco a dirlo, la morale cattolica che quasi più nessuno, ormai pratica più alla lettera ma che resta pur sempre religione di Stato, con tutti i suoi equivoci e compromessi secolari sottintesi.

Sul tema, infatti, molto più che sull’aborto, ad esempio, pesa e si fa sentire forte la voce oltre Tevere.

Per il Vaticano la prostituzione è una pratica da neanche menzionare ma semplicemente bandire sic et simpliciter, non da governare.

In assenza di qualsiasi riforma, quindi, ad approfittarne continua a essere il mercato illegale.

Con l’aggiunta, 67 anni dopo la Merlin, di nuovi modi di vendere e comprare sesso, in particolare on line, attraverso piattaforme specifiche ultra nazionali che in Rete travalicano qualsiasi restrittiva norma nazionale, vedi il caso di Only fans, solo per fare un esempio alla portata di molti, neanche il più eclatante, di prostituzione in Rete ormai accettata dal pubblico.

Davanti a un fenomeno complesso, che si mischia spesso anche con l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento delle minorenni, la politica, quindi, in buona sostanza, restando alla MERLIN, se ne lava beatamente le mani, infilando piacevolmente la testa nella sabbia pur di fingere di non vedere la realtà.

Tra i pochi, nel tempo, degni di nota a provarci seriamente, il solo Marco PANNELLA, leader di diritti civili da sempre soppiantati dalla Repubblica.

Ma dopo aver portato Cicciolina in Parlamento, il partito Radicale si confermò, quarant’anni fa, elettoralmente troppo debole per cambiare davvero le cose.

Gli italiani giudicarono affidandosi alla sola curiosità, tipica di chi aveva sin li visto e fatto poco o nulla, mescolando sdegno e risolini all’ingresso di Ilona STALLER in Parlamento, senza però riuscire a comprendere il messaggio rivoluzionario, di svolta epocale, legato alla notizia.

Ora però i tempi appaiono davvero maturi affinchè anche l’Italia, buon ultimo popolo in Europa, possa metter piede nel club dei Paesi i cui cittadini, ormai adulti, possano alfine sperare di fare sesso in pace e non più spiati dal buco della serratura, stile Grande Fratello.

Senza più nessuno a giudicare se sotto le coperte ci si è comportati come avrebbe voluto (o meno) la falsa morale del Governo di turno. Forza Matteo, dunque. Le italiane e gli italiani ti guardano.

N.B. Commenti qui sotto:

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