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DOPO IL DRAMMATICO FUORI ONDA IN CONSIGLIO COMUNALE, PENSATE:

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SIMONCINI TRA LA PASSIONE POLITICA E LO STIPENDIO DA PRESIDENTE SCEGLIE IL VIL DENARO

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ALLA LUCE DELL'ENNESIMO TRADIMENTO DI MONICA BORDONI RITENETE

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DOPO 80 ANNI OSIMO RISCHIA DI ANDARE AD ELEZIONI ANTICIPATE. DI CHI LA COLPA PRINCIPALE?

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109 anni dopo il Regio decreto di Re Vittorio Emanuele III, cosรฌ il suddito Stefano SIMONCINI, peraltro Presidente del Consiglio comunale, commenta fuori onda…

Peccato la grande Guerra ci abbia lasciato troppo prestoโ€ฆ giร  106 anni fa! Lโ€™articolo 122 del Regio decreto numero 148 del 4 febbraio 1915, in vigore dal 23 marzo 1915, alla voce nuovo testo unico della legge comunale:

โ€œI Consigli comunali non possono deliberare se non interviene la metร  del numero dei Consiglieri assegnati al Comune; perรฒ alla seconda convocazione, che avrร  luogo in altro giorno, le deliberazioni sono valide, purchรฉ intervengano almeno quattro membri.
Nel caso che siano introdotte proposte, le quali non erano comprese nell’ordine di prima convocazione, queste non possono essere poste in deliberazione se non 24 ore dopo averne dato avviso a tutti i Consiglieriโ€.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno di Italia 1915 Antonio SALANDRA

E giร  a gennaio 1917, pochi mesi prima della rotta di Caporetto, un Decreto Luogotenenziale, numero 89 del 4 gennaio 1917, conferma il volere del Re come segue: “Finchรจ dura lo stato di guerra, il numero dei Consiglieri comunali e provinciali, legalmente impediti per servizio militare, non deve essere computato in quello prescritto per la validitร  delle adunanze dagli articoli 127 e 239 della legge comunale e provinciale 4 febbraio 1915, n. 148 (testo unico); e in tutti i casi nei quali dalla legge stessa o da altre leggi si richieda per la validitร  delle sedute lo intervento di un numero di consiglieri (giusto appunto 4, NdR.) superiore a quello stabilito dai citati articoli. Con disposizione che la presente modifica avrร  effetto dal 30 gennaio 1917โ€.

A firmare il tutto โ€œsciabolettaโ€ Vittorio Emanuele III, Re dโ€™Italia per grazia di Dio e per volontร  della Nazione.

“Sciaboletta” Vittorio Emanuele III, per 46 anni Re d’Italia

Veduti gli articoli 4 della legge 640 del 19 giugno 1913 e lโ€™articolo 3 della legge 456 del 2 giugno 1914, che danno facoltร  al Nostro Governo di coordinare un testo unico con le disposizioni di dette leggi, quelle del testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con Nostro decreto 269 del 21 maggio 1908 e delle altre che lo hanno modificato;

Veduto il parere del Consiglio di Stato in adunanza generale; sentito il Consiglio dei Ministri; sulla proposta del Nostro Ministro, Segretario di Stato per gli affari dellโ€™Interno, Presidente del Consiglio dei Ministri, ordiniamo:

Vittorio Emanuele ORLANDO, Guardasigilli

che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno dโ€™Italia, mandando chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservareโ€. Firmato: Re Vittorio Emanuele III, Antonio SALANDRA (Presidente del Consiglio dei Ministri) e Vittorio Emanuele ORLANDO (Guardasigilli

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