𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗮 𝗚𝗹𝗼𝗿𝗶𝗼, 𝗮𝗿𝗲𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗽𝘂𝗿 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘁𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗮, 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮 𝘂𝗻’𝗮𝗿𝗲𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮, 𝗻𝗼𝗿𝗺𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗶𝗻 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀, 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗼̀ 𝗱𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗴𝗼𝗹 𝗶𝗻 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗱𝗮 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼-𝗗𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮. 𝗨𝗻 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝘃𝗼, 𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼, 𝗺𝗮𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗽𝗮𝗿𝗲 𝗿𝗶𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗼𝗽𝗶𝗻𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝘃𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘀𝘂 𝘁𝗲𝗺𝗶 𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗶, 𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗳𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗲𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗶𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗜𝗜 𝗹𝗶𝘃𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗘𝗻𝗳𝗮𝗯
Forse trattasi del segreto profondo, mai spiegato fino in fondo in tema di trasparenza, anzi sempre rifuggito dall’interessata. Ovvero: “Chi paga tutti i mesi lo stipendio a Michela GLORIO? E per fare cosa?”
Ad occhio l’interrogativo, non del tutto ameno se si intende governare da Sindaco una città, è già costato all’ex candidata almeno 162 voti di mancato consenso lo scorso giugno.
Cioè tutti quelli che sarebbero serviti per sopravanzare “disastro-PIRANI” e diventare la prima donna Sindaco di Osimo.
In assenza di spontanee illuminazioni dalla diretta interessata, riproviamo come lo scorso anno a capirci qualcosa chiedendo lumi ad internet sulla base del curriculum della candidata dell’estinta, ma poi non così tanto, area socialista.
Socialista non solo e soltanto per essere stata, in origine, una scoperta, anzi inventata di sana pianta da Luigi GIACCO… ma anche perché scopriamo, per stessa ammissione dell’associazione, che la Enfap (Ente nazionale di formazione e addestramento professionale) discende direttamente da una costola del sindacato Uil.
Enfap che dal 2008 dovrebbe anzi stipendia l’aspirante Sindaco in qualità di progettista europeo su tematiche comunitarie tecnico-politiche… un modo corretto abbastanza per dire tutto e soprattutto spiegare nulla.
Andando comunque ad approfondire meglio l’intricata partita scopriamo che una euro progettista occupa il tempo nell’organizzare corsi di Alta formazione per Dirigenti in materia socio-sanitaria e ambientale; oppure progettando temi di sviluppo internazionale (stavolta da offrire a beneficio di eventuali Ambasciate interessate).
Alzi la mano chi dovesse avere, dopo la spiegazione, una idea più chiara rispetto a prima.
Ma anche l’avesse improvvidamente alzata, convinto di averci compreso qualcosa, farebbe meglio ad abbassarla in fretta, visto il proseguo del ragionamento consigliato dal curriculum.
Si legge, infatti, che Michela GLORIO è attualmente impiegata di II livello presso una non meglio identificata ONG (Organizzazione non governativa) accreditata in Regione Marche e riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri.
ONG. Un termine, in genere, non particolarmente amato dagli osimani, in maggioranza di segno politico opposto, che appunto, a parer nostro, lo scorso giugno non si fidarono del tutto facendo mancare alla GLORIO il pugno di voti necessario a scavalcare l’antagonista giunto da Polverigi.
Sei mesi dopo, in vista di un nuovo giugno, tutto obiettivamente sembra volare verso una facile elezione della candidata socialista, visto che almeno il colore politico, pur senza tessera, sembrerebbe essere stato inquadrato.
Attenzione però agli scivoloni inaspettati. Scivoloni che a Sinistra, a differenza del mondo Civico e di Destra, sono assai più preparati ad evitare; ma non è sempre detto che tutto debba dipendere soltanto dall’impegno e dal valore dei diretti interessati.
Prendete l’ultimissimo caso, ad esempio, della sentenza di Palermo che in pratica, più che mandare assolto il Ministro SALVINI (pur meritevole di biasimo per la recente riforma del Codice stradale, ad esempio), ha sentenziato lo stop, momentaneo ma forse anche più, al progetto imbastito dalla magistratura Rossa di sdoganare l’Italia quale refugium peccatorum di qualsiasi clandestino attratto dall’idea di Europa.
Open arms e compagnia cantante faranno bene a ficcarsi in testa il concetto facile che non basta, al clandestino lodevolmente salvato in mare, averlo strappato da morte certa… ma che occorrerà, anche, prendere in considerazione di valutare l’idea di scaricarlo e farselo coccolare dalla propria Nazione; guarda caso la stessa di riferimento della bandiera battuta in mare.
Un concetto semplice da assorbire, chiarissimo anche alla maggior parte degli italiani e quindi anche degli osimani.
Il cambiamento di vento, dunque, che la sentenza inevitabilmente produrrà a livello internazionale e nazionale, potrebbe costituire, tornando ad Osimo, una variabile impazzita, rispetto ai piani, che potrebbe persino mettere in discussione il risultato finale di quanti desidererebbero per Osimo anche un primo Sindaco donna ma… possibilmente, non allineato e coperto, con tanto di stipendio, da una qualsiasi Ong.