𝗔 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗶𝘀𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝘃𝗼𝘁𝗼, 𝘀𝗲𝗺𝗯𝗿𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗹𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶, 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝘂𝗿𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗱𝗶𝗲𝗰𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝗿𝗿𝗼𝗿𝗶 𝗲 𝗼𝗿𝗿𝗼𝗿𝗶 𝗣𝘂𝗴𝗻𝗮𝗹𝗼𝗻𝗶𝗮𝗻𝗶. 𝗦𝗼𝗽𝗽𝗲𝘀𝗮𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗲, 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲 𝘀𝗰𝗵𝗶𝗲𝗿𝗮𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗲̀ 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗶 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗶 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗹𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗱𝘂𝗿𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗰𝗵𝗼𝗰𝗸
Dieci giorni al voto; anzi meno. E l’impressione che prende piede, tra i più, che i giochi siano ormai fatti: PIRANI e GLORIO alla pari di fatto al ballottaggio, attorno al 35%; ANTONELLI poco dietro ma dietro col 30%. Come è destino in una corsa a tre in cui necessita, come da spietata regola, una prima vittima sacrificale.
Al di la di chi sarà l’escluso/a dai tempi supplementari del 23 giugno, una convinzione di base, ancora più forte e netta, parrebbe però essersi lentamente insinuata fino a consolidarsi di giorno in giorno, accettata in via tacita dai più.
Purtroppo parrebbe una considerazione amara che solo il tempo far tramontare o al contrario consolidare come una premonizione facile.
Questo il comune sentore degli osimani, schierati o non: chiunque taglierà per primo il traguardo Tricolore, al nastro di partenza tutti alla pari a quota zero, a perdere la partita sarà Osimo!
Ne ANTONELLI, ne GLORIO, ne PIRANI, chi per un verso e chi per caratteristiche opposte, hanno mostrato ai cittadini di possedere il crisma del Sindaco ideale, del politico con una idea in più, del personaggio capace di prendere le redini mano e inventarsi una soluzione fuori dalla ordinaria amministrazione o da una gestione senza sussulti.
La quasi certezza, infatti, è avere a Palazzo un Primo cittadino, oltretutto scelto da una super minoranza, in grado persino capace di emulare la peggior gestione della II Repubblica, ad oggi toccata in sorte all’immobile Alberto NICCOLI.
Abituati ad un decennio di vivacità, nel bene e nell’innovazione, a firma Dino LATINI e da un altro decennio, nel male ma comunque con una certa creatività che ne ha mitigato i mille lati oscuri, contrassegnata dal Pugnalonesimo, Osimo è già certa di non rivivere i fasti di avvio Millennio ma solo di allungare, nel caso meno traumatico con la possibile elezione di Michela GLORIO, la cattiva amministrazione uscente. Con il di più, per una città politicamente di Centro-Destra dalla millenaria fondazione, di ritrovarsi il regalo del primo Sindaco ONG di Italia!
Purtroppo, pensano gli Osimani che a migliaia non andranno al voto, le cose non migliorerebbero dando fiducia ai due maschietti alternativi, Sandro ANTONELLI e Francesco PIRANI, entrambi clamorosamente fuori posizione per un compito, comunque delicato, come quello di amministrare bene Osimo per 5 anni.
E difatti in tanti continueranno a non andare a votare, convintamente, nonostante la pressione di un esercito da Guinness schierato in campo dalla politica con 24 liste e oltre 500 candidati Consiglieri, quasi tutti, però da 0 a 10 voti.
Chi può dare loro torto invitandoli ad esprimersi per Sandro ANTONELLI, costretto a mettere insieme l’Acqua Santa con più Diavoli attorno, di ogni identità e tradizione, per sperare di essere almeno competitivo al primo barrage? Senza contare l’assalto alle poltrone del Palazzo che troppi alleati dell’ingegnere portano ben chiaro scritto in fronte.
Oppure vogliamo davvero considerare la valenza di un programma fatto da montagne di Tarallucci e qualche bicchiere di vino bevuto per dimenticare?
No Sandro ANTONELLI non pare davvero la cura per una città malata di Pugnalonesimo fin nelle midolla che necessiterebbe, al contrario, di uno chock e una cura di cavallo per stoppare la corsa all’Inferno e tentare la risalita.
Purtroppo per Osimo, da qui la “disperazione” di chi sperava in un sussulto in grado di partorire la svolta, la soluzione dei mille problemi lasciati in eredità da Simone PUGNALONI non è conosciuta neppure a Francesco PIRANI.
Sconosciuto ad almeno due generazioni di elettori (diciamo l’intera fascia giovanile e fino ai 40 anni), proprio il fatto di non essere particolarmente noto agli elettori potrebbe portargli bene e magari sfruttato per ottenere la differenza!
Se queste sono le premesse positive, va da se come, anche a scavare nella personalità dell’imprenditore di Polverigi (e residente, talvolta, a Senigallia) le magagne potrebbero non essere ne rare, ne di poco conto.
A PIRANI viene imputata, principalmente, una certa diffusa inavvicinabilità (che, in caso di elezione, pare certamente destinata ad accentuarsi) e soprattutto l’idea malsana di poter fare tutto quasi da solo, refrattario a consigli, suggerimenti, esperienze passate e intuizioni altrui.
Un uomo al comando; di per se condizione non negativa, anzi spesso apprezzata dagli elettorati di Centro-Destra… a patto che l’uomo solo sia effettivamente super dotato e davvero in grado di fare molto bene da solo.
Questo il dubbio di chi resterà a casa (non votando nessuno) ed anche – ognuno per le proprie motivazioni – la ragione di chi al seggio comunque andrà, turandosi il naso. Aspettando già il 2029!