𝐋𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐮𝐠𝐧𝐚𝐥𝐨𝐧𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐞𝐝 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐨. 𝐈 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐂 𝐞 𝐃 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧 𝐜𝐥𝐮𝐛 𝐨𝐬𝐢𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐚𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚. 𝐈𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐧𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚𝐜𝐚𝐧𝐞𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐛𝐚𝐬𝐤𝐞𝐭, 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢, 𝐥𝐨𝐝𝐞𝐯𝐨𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐨𝐬𝐬𝐢𝐝𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐦𝐚 𝐨𝐫𝐦𝐚𝐢 𝟖𝟎𝐞𝐧𝐧𝐞 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨𝐧𝐢
Già il nome scelto – Robur family – non era granchè e ricordava, più che una esperienza di sport (vedi il ricorso al marchio Robur) quella di un supermercato di seconde scelte (family).
Ma anche l’altra esperienza alternativa – Robur Auximum – sembrava fatta apposta per legarsi ad un fallimento sportivo, con i pochi tifosi costretti a scandire, sempre e solo in latino, il nomignolo Au-xi-mum, Au-xi-mum; per quanto illustre.
Sarà un caso ma entrambe le esperienze sportive, nate attorno al 2013 in aperto antagonismo con la Robur basket e di fatto alternative al marchio cestistico cittadino persino negli anni più bui della mancata iscrizione agonistica, rischiano di fare, insieme, al termine di un’annata terribile come poche per la palla a spicchi osimana, la stessa fine, senza gloria, che potrebbe ritoccare alla Robur, schifata anche in B dal sistema politico, economico ed imprenditoriale della città.
Sia il club della contessina Alessandra GALLO che la società della borghese Fabiola RAMAZZOTTI, entrambe con PUGNALONI nel cuore, sono reduci da due stagioni negative sul piano sportivo; tanto e tali da costituire un interrogativo grosso come un macigno circa l’utilità, mantenendo in vita i rispettivi club, di rendersi “alternativi. Ma alternativi a chi, nell’anno oltretutto, in cui la Robur rischia di chiudere nuovamente i battenti?
Chiusa la stagione la Family col solito piazzamento nell’ultimo campionato di interesse – la serie D – e mancato la promozione nella nuova C unica (la Auximum), entrambe le Presidentesse meditano seriamente il da farsi.
Compresa l’ipotesi, non ultima, di azzerare le rispettive esperienze; stando bene attente, nel caso, che nessun ragazzo possa essere tentato, emigrando su altri parquet, a firmare per l’odiata Robur. Che però, come detto, rischia di fare la stessa fine, sia pur per motivi opposti.
In questo gran caos a rimetterci, pare evidente, è il solo movimento sportivo legato alla pallacanestro, da sempre secondo sport cittadino dopo la secolare U.S. Osimana.
64 anni di storia, per molti decenni anche decisamente gloriosa, destinata ad essere, nella ipotesi migliore, almeno accantonata.
Resta ad Osimo, per quanti saranno comunque affascinati dal basket e dalla magia di infilare il pallone nel canestro, il solo centro mini basket portato avanti, con solerzia, da quel BIANCONI che, nonostante un calendario impietoso continua ad impegnarsi per lo sport come negli anni belli in cui figurava come Assessore… alla Pallacanestro!
Lunga vita al professor BIANCONI ma certo Osimo e una tradizione antica meriterebbero ben altre attenzioni ed energie espresse rispetto ad una città dimentica quando non addirittura astiosa.
Diciamo bene signor Sindaco?