12 COLTELLATE PER UN DEBITO DI GIOCO DI 60 EURO!
QUASI TRE MESI DOPO L’OMICIDIO I FUNERALI DI EMMA
L’anziana donna esposta a Padiglione fino a venerdì pomeriggio. Cerimonia a Chiaravalle
Si terranno venerdì pomeriggio, presso l’abbazia di Santa Maria in Castagnola a Chiaravalle, i funerali di Emma Grilli, 85 anni, uccisa a colpi di coltello ormai quasi tre mesi fa.
La figlia Fiorella Vichi, osimana, ha ricevuto dal Tribunale di Ancona che si occupa dell’omicidio costato la vita all’anziana chiaravallese la mattina del 17 luglio scorso, il via libera per procedere alla celebrazione del rito funebre e sepoltura dei resti mortali.
La vicenda, che lasciò parlare l’intera provincia la scorsa estate, si consumò la mattina di martedì 17 luglio, attorno le 10, non appena l’assassino (che abitava al quarto piano, immediatamente superiore, di uno stabile di Via Verdi, a Chiaravalle) si rese conto che la vicina era rimasta sola in casa per l’uscita mattutina del marito Alfio.
L’uomo, Maurizio Marinangeli, 57 anni, con gravi problemi, non risolti, di ludopatia, ha dunque atteso, come forse altre volte, di essere certo di trovare l’obiettivo sola in casa e di chiederle soldi da consumare in giochi d’azzardo.
Ricoverato per circa otto mesi presso una comunità di recupero di Castelplanio, Marinangeli ospitato in casa dalla mamma, aveva fatto rientro A Chiaravalle, a vivere con l’anziana madre e l’ossessione del gioco che lo tormentava.
Sembra che quella mattina l’omicida, capace di infliggere ben 12 coltellate con il primo attrezzo da cucina capitatogli a mano, dovesse a qualcuno la piccola somma di 60 euro e che ovviamente ne necitasse di altro denaro per poter dar sfogo alla ludopatia che lo tormentava.
Semplice il piano: attendere l’uscita quotidiana del marito e bussare indisturbato alla porta del terzo piano, probabilmente già varcata in passato.
Al rifiuto della donna di consegnare denaro e a maggior ragione metter mano ai quattro monili di valore conservati in casa, la furia di Marinangeli si è scatenata impedendogli qualsiasi ragionamento.
Si può uccidere per 60 euro e qualche oggetto da rivendere al Compro Oro? Certo che no.
Purtroppo il fuoco che consumava dentro l’omicida, nonostante il rientro a casa abbastanza recente (appena due mesi e mezzo, curiosamente pari allo spazio necessario alla Giustizia per liberare la salma alla propria famiglia) ha impedito qualsiasi ragionamento.
Marinangeli, una piccola occupazione come aiuto cuoco nel pub di proprietà del fratello, venne immediatamente individuato dai Carabinieri non appena gli oggetti d’oro rubati alla vittima, sono stati rinvenuti in un Compro Oro di Falconara Marittima dove l’uomo, effettivamente, si era portato di corsa, la mattina stessa, per convertire il bottino in 400 euro contanti.
A giungere a stringere il cerchio sull’uomo e quindi a chiudere felicemente il caso, i militari di Chiaravalle hanno impiegato ben poco, giusto il tempo necessario per comprendere che il palazzo era abitato da un soggetto con i requisiti ludopatici del Marinangeli e avere certezza che il portone della vittima non era stato forzato ma aperto normalmente dalla vittima ad un vicino di casa.
A causa della patologia all’aiuto cuoco 57enne era stato nominato un tutore finanziario, il fratello datore di lavoro, oltre ad un secondo tutore di garanzia espresso dal giudice civile.
In pratica era stabilito che Marinangeli potesse disporre, neanche troppo liberamente, di appena 15 euro al giorno e che le spese dovessero essere documentate ai tutori con tanto di scontrini.
Tutto inutile. Il demone del gioco che già aveva rovinato la vita dell’uomo costringendo la moglie a chiedere la separazione, si era nuovamente impossessato della vita dell’uomo e, suo tramite, di quella della povera Emma, colpevole di aver aperto la porta al proprio vicino.
Fino a venerdì pomeriggio la salma ricomposta dell’anziana chiaravallese sarà a disposizione della famiglia presso la sala del commiato dell’impresa di onoranze funebri Re, al Padiglione.
Della figlia Fiorella Vichi, residente in città, la decisione di questa piccola trasferta prima del riaccompagnamento della salma a Chiaravalle e alla definitiva inumazione.
A piangere la povera vittima il marito Alfio Vichi, l’altro figlio Alfredo, la nuora Saura, la sorella Ada, i nipoti Linda, Giada, Francesca e Giulia, la pronipote Alice e i parenti tutti.