CASTELFIDARDO, ALTRA SUPER RETATA
4 IN CARCERE PER MEZZO CHILO DI HASHISH
A Montacuto solo tre uomini; la convivente evita il carcere essendo incinta al nono mese
Se Papa ed Hila continuano a non parlare (e quindi a restare in carcere per esigenze di indagine), a cantare per loro pensa però la ricca agendina-lavoro del commerciante di Montefano, autentica miniera di informazioni e arresti pronto cassa.
Per i Carabinieri osimani guidati al solito dal duo Conforti-Almiento, c’è solo l’imbarazzo della scelta su quali soggetti prelevare prima, a ritmo settimanale!
A finire nella facile rete tesa loro dai militari osimani sono finiti, questa volta, tre vecchie conoscenze del mondo dello spaccio locale, oltre ad una quarta figura salvatasi dall’arresto e dal carcere solo perchè in avanzatissimo stato di gravidanza.
Da notare, a conferma della pericolosità sociale del fenomeno, crescente nonostante il moltiplicarsi di arresti, che la combriccola smantellata, oltre ad una clientela apprezzata, stava iniziando a fare proseliti anche tra i giovanissimi, ragazzini di appena 13-14 e 15 anni, autentici piscialletto tutti attratti dalla magia negativa di come buttar via, più presto possibile, la propria vita!
Anche questa volta i Comuni interessati dal giro di droga e consistente rete di clientela appartenente ad ogni ambito sociale, riguarda il comprensorio della Val Musone, ovvero il territorio di Loreto, Castelfidardo, Recanati, Osimo e Montefano risultati luoghi di residenza dai tre spacciatori arrestati.
In particolare il centro del traffico è stato notato dai Carabinieri nel triangolo tra Loreto, Castelfidardo e Recanati, dove la “ditta” aveva messo in piedi un prosperante e pericoloso traffico clandestino di droga, attraverso la detenzione di grossi quantitativi e la conseguente cessione, anche al dettaglio, di hashish e cocaina.
Obiettivo dell’impresa malavitosa: approfittare dell’assenza forzata del duo Papa-Hila e del peruviano Gutierrez (tutti a Montacuto) per fare supplenza e allargare i loschi affari estivi anche al transito turistico legato alla Riviera del Conero.
Eppure, già adesso, l’impresa non avrebbe avuto di che lamentarsi e il tenore di vita (indicatore principale di sospetti) viaggiante ben oltre le rispettive potenzialità di operai: insomma gli affari andavano a gonfie vele e il mercato soggetto ad aprirsi a nuove leve di consumatori. Il tutto per proventi mensili non disprezzabili, anche se dividere per quattro, attorno ai 40.000 euro.
Non c’era motivo, dunque, per accettare nuovi rischi ma al solito il non sapersi accontentare e la malia del denaro facile “guadagnato” a buon mercato, hanno avuto la meglio.
Per arrivare a conquistare quel benessere effimero, cioè destinato per sua natura a non durare, i tre+uno avevano bene creando una fitta rete di conoscenze e contatti diretti del tipo “porta a porta”: mentre per la parte più rischiosa, lo spaccio e il conseguente passaggio della droga e dei soldi, la banda aveva ritenuto gli appuntamenti in luoghi pubblici (strade, ville comunali, piazze, mercati rionali coperti) come i più tranquilli e quindi da preferire; specie nel caso di rapporti con nuovi clienti tutti da verificare.
Insomma mentre la banda aveva accettato il rischio normale legato all’attività illegale, i tre non accettavano cattive notizie di fronte a possibili difficoltà economiche della propria clientela.
I “pagherò” e tantomeno la concessione a credito di hashish e cocaina non era una abitudine da alimentare… anzi! I tossici impossibilitati a pagare regolarmente o poco puntali alla scadenza erano dai tre “sconsigliati” dal continuare a rifornirsi.
Violenze fisiche ed intimidazioni, è scaturito dalle indagini, facevano parte del ricco carnet delle offerte proposte dagli pseudo operai!
In caso di ritardi nel far fronte a quanto speso per sostenere la propria dipendenza giornaliera l’organizzazione non era solita dimenticare o far finta di nulla.
Tanti motivi in più per conquistare, agli occhi del Maggiore Conforti, lo status di soggetti particolarmente pericolosi e su cui agire con urgenza.
Aperto un fascicolo sul trio, i militari osimani hanno impiegato ben poco per raccogliere,nel contesto di una attività investigativa serrata, ogni elemento utile a mettere insieme il puzzle di osservazioni, controlli e pedinamenti fino alla resa dei conti finale di domenica sera.
Tutto si è dipanato dalla individuazione di una coppia di Castelfidardo, lei 33 anni, incinta al nono mese, lui 35enne, risultati in possesso, presso la propria abitazione, di un consistente quantitativo di droga appena ritirato (tipo hashish) da immettere sul mercato illecito nella nottata appena trascorsa.
Predisposto nei pressi dell’abitazione della coppia un apposito servizio di osservazione e controllo del domicilio dei due (sia con militari in abiti civili a bordo di autovetture con targhe di copertura, che tradizionale con uomini a bordo di auto d’istituto) fino a quando nella rete, cioè a bussare nel portone di casa si è presentato un noto soggetto, riconosciuto quale pusher 35enne di Loreto.
Ma non poteva bastare. Il carico era ingente e soprattutto atteso. Ancora qualche minuto di pazienza e all’appartamento è sopraggiunta una Opel Corsa di colore verde con a bordo altri due soggetti, un 37enne recanatese e un 46enne civitanovese ma domiciliato in Castelfidardo, entrambi conosciuti ai Carabinieri poiché da sempre gravitanti nell’ambiente degli stupefacenti.
Sotto gli occhi attenti dei ragazzi del luogotenente Almiento i carabinieri del Norm hanno potuto rendersi conto, fotografando e filmando il tutto, del passaggio di mano di involucri voluminosi contenenti verosimilmente droga; il tempo di un’ultima verifica e i sue soggetti, rientrati in auto, hanno lasciato il luogo di spaccio velocemente.
Con la prova filmata dell’avvenuto scambio è così partito l’ok per il doppio blitz.
Appena dopo 30 metri di strada dall’abitazione della coppia spacciatrice, i due complici pusher sono stati accerchiati e fermati da personale in divisa, rinvenendo nel marsupio indossato da uno dei due, un recanatese, una busta di colore blu e bianca… la stessa che gli era stata appena ceduta dalla coppia con all’interno un grosso involucro di cellophane contenente cinque panetti di hashish, pari a 500 grammi.
Contemporaneamente altro personale, quello insospettabile in abiti civili, ha fatto irruzione nell’abitazione della coppia per la perquisizione domiciliare, con esito positivo, resa possibile da quanto appena fotografato.
L’attività investigativa si è così conclusa al meglio, con l’arresto per il reato di concorso in spaccio e detenzione illegale di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, di tutti i presenti: M.A., nato a Loreto (AN), 35 anni, residente a Castelfidardo, convivente, operaio ed incensurato; C.L., nato a Loreto, 46 anni, residente a Civitanova Marche ma di fatto domiciliato a Castelfidardo, coniugato, operaio e pregiudicato; infine S.E., nato ad Osimo, 37 anni, residente a Recanati, coniugato, operaio e già pregiudicato.
Identificata anche la donna, tale S.B., 33 anni, nata a Lentini (Siracusa), nubile, nullafacente, pregiudicata e soprattutto incinta al nono mese, responsabile anche lei di aver ceduto il mezzo chilo di roba.
Infine, a seguito delle perquisizioni domiciliari e personali eseguite nell’immediatezza a carico dei quattro, i militari hanno ulteriormente rinvenuto: nella disponibilità di M.A., un 1,3 grammi di hashish e la di 1.100 euro risultata provento di spaccio, un bilancino di precisione, cellophane e materiale per la confezione di dosi, nonché telefonini vari e sim telefoniche utilizzate per lo spaccio; nella disponibilità di C.L. un grammo circa di cocaina e la somma di 310 euro ritenuta provento di spaccio, nonché telefonini vari e sim telefoniche utilizzate per lo spaccio; nella disponibilità di S.E. 11 grammi di cocaina e 270 di hashish suddivisi in quattro involucri, la somma di 140 euro risultata provento di spaccio, un bilancino di precisione, materiali per la confezione di dosi, nonché telefonini vari e sim telefoniche utilizzate per lo spaccio.
L’operazione si è conclusa con il ricordato arresto dei tre uomini e con la sola donna siciliana, grazie al suo stato di gravidanza, ritenuto incompatibile con il carcere, deferita in stato di libertà ma pur sempre responsabile degli stessi reati, in concorso con il di lei convivente M.A. e gli altri puchers.
Incassato l’ok del sostituti procuratore di turno Marco Pucilli, i tre uomini sono stati ammanettati, fotosegnalati e tradotti preso la casa circondariale di Montacuto a disposizione dell’autorità giudiziaria.