Era il 27 novembre 1999 quando l’Amministrazione Latini inaugurò quello “strano” monumento in luogo della pompa di benzina appena sloggiata. Un monumento opera dell’osimano Ubaldo Pierpaoli, scomparso tre anni fa, autore tra le altre di discusse produzioni artistiche che campeggiano in diverse rotatorie del centro, vedi via Ungheria.
Non è ovviamente del valore artistico che intendiamo parlare ma piuttosto del significato dell’opera. Una targa consumata dal tempo ricorda ai passanti che quel manufatto è stato posto a ricordo degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati e, più in generale, a suffragio di tutti esuli del mondo.
Il giorno del ricordo, del resto, non era ancora stata inventata (istituita solo nel 2004) e le foibe e le vittime di Tito rappresentavano ancora un tragico imbarazzo per tutti i partiti del cosiddetto arco costituzionale. Quasi nessun italiano sapeva o voleva conoscer nulla di quegli anni lontani e anzi, per il pensiero comune dominante, l’eccidio messo in atto dai partigiani iugoslavi era in fondo la giusta sorte toccata a dei fascisti di confine.
Sorvolando sui misteri della Storia, resta il fatto che Osimo, sede del Trattato che il 10 novembre 1975 regalò l’intera zona B di Trieste alla allora Jugoslavia, è una delle rare, rarissime città italiane non di confine che custodisce un luogo sacro al ricordo degli italiani di quei giorni.
Non a caso il 10 febbraio 1947 – giusto 70 anni fa – fu sottoscritto il Trattato di pace che assegnava l’Istria e gran parte della Venezia Giulia ai nostri vicini.
Una occasione che al di la delle parole di circostanza sul sito comunale, avrebbe dovuto vedere l’Amministrazione comunale presente con almeno una corona da dedicare alla centinaia di migliaia fra vittime ed esuli; e almeno la rimessa in ripristino del monumento, dono di Pierpaoli ad Osimo.
Come denuncia la figlia Sonia il luogo si presenta in stato di perfetto abbandono e forse è già tanto che sia riuscito a resistere alla recente istituzione della rotatoria e non sia stato fatto sgombrare.
Di fatto la figlia di Baldì Pierpaoli si è detta disponibile a farsi carico delle spese necessarie per evitare il decadimento del monumento, tanto che ha provveduto a richiedere al Sindaco Pugnaloni, visto il mancato interesse di questa amministrazione di Sinistra-Centro, all’autorizzazione ad intervenire.
Laconica la replica di Pugnaloni segnalata da “Corriere Adriatico”: “La signora Sonia Pierpaoli ci ha chiesto che vuole sistemare l’opera; di fronte alla richiesta di un familiare non possiamo dire no”.