BARRIERE, NELLE MARCHE TUTTI I COMUNI FUORILEGGE!
Lettera aperta al Presidente Mattarella dalla cellula Coscioni di Ancona. Osimo out
Disabilità e barriere architettoniche, lettera aperta dell’associazione “Luca Coscioni” dal Presidente Mattarella giù giù fino Pugnaloni Sindaco di Osimo.
Il testo, denominato, “Se questo è un Paese civile”, è stato inoltre recapitato anche alle seguenti autorità preposte: al Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera Roberto Fico, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro per le Disabilità Lorenzo Fontana, al Ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e infine al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
A prendere l’iniziativa è il segretario della cellula anconetana dell’associazione Coscioni, il dottor Renato Biondini, che così scrive:
“Mi rivolgo a Voi – ha attaccato Biondini – come rappresentanti delle massime istituzioni politiche dello Stato italiano, per chiedere semplicemente il rispetto della legge e delle più elementari regole di uno Stato di diritto, democratico e civile come l’Italia ritiene di essere.
Come sapete l’articolo 3, comma 2, della Costituzione demanda al legislatore il compito di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che possono ostacolare l’attuarsi in concreto del principio di uguaglianza.
E’ proprio sulla base di questa specifica previsione costituzionale che va inquadrata tutta la legislazione ordinaria in tema di disabilità, ivi compreso l’aspetto della mobilità e il correlato obbligo per la Pubblica amministrazione di eliminare le barriere architettoniche.
Con l’entrata in vigore in Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (legge 18 del marzo 2009), il predetto diritto alla mobilità si è qualificato ulteriormente come diritto all’accessibilità, diritto che, in base all’articolo 9 della Convenzione, è strettamente correlato alla realizzazione di alcuni dei più rilevanti principi cui è finalizzata la Convenzione stessa, come sanciti all’articolo 3, vale a dire il diritto per le persone con disabilità alla vita indipendente e all’inclusione sociale.
Nel 2012, ai fini del rispetto dei principi di cui sopra e per il rispetto della legge e dei diritti delle persone con disabilità, la cellula di Ancona dell’associazione Luca Coscioni, si è fatta promotrice di una campagna di sensibilizzazione verso gli Enti locali della regione Marche per l’applicazione della normativa sui P.E.B.A. (piani eliminazione barriere architettoniche), nonché dell’applicazione dell’articolo 24, comma 9, della legge 104/92 la quale prescrive di integrare i ricordati piani di eliminazione barriere con il PAU (piani di accessibilità urbana).
Il 18 settembre 2012, a seguito di una interrogazione al Consiglio regionale delle Marche presentata dal Consigliere di maggioranza Adriano Cardogna (Verdi) – ricorda la nota – l’Assessore Pietro Marcolini ammette che la Regione Marche non ha adottato il PEBA/PAU e che non ha svolto quell’attività di controllo e monitoraggio verso gli altri Enti locali delle Marche (Comuni e Province), come prescrive il comma 22 dell’articolo 32 della legge 41/86 e del comma 2 dell’articolo 5 della legge regionale 52/90.
La Regione Marche – sottolinea Biondini – ha dunque ammesso la totale inadempienza verso gli obblighi in tema PEBA/PAU.
Nel 2013, vista l’inadempienza della Regione Marche, la cellula di Ancona dell’associazione Luca Coscioni si è sostituita alla Regione svolgendo un’attività di controllo e monitoraggio, chiedendo ai 6 comuni capoluogo di provincia delle Marche (Pesaro, Urbino, Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno) se avevano adottato il PEBA, effettuando delle richieste di accesso agli atti in base alla legge 241/90.
Nessuno dei 6 comuni capoluogo di provincia aveva adottato il PEBA/PAU pubblicizzando lo stato di illegalità degli Enti locali marchigiani.
Il 9 dicembre 2014 a seguito della pressione a causa delle nostre iniziative, il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato una risoluzione, proposta sempre dal consigliere Adriano Cardogna, con la quale si impegnava la Giunta regionale ad esercitare senza ulteriore indugio i poteri sostitutivi riconosciuti dalla normativa statale e regionale, vigente in punto di inadempimento da parte di Province e Comuni della Regione, dell’obbligo di adozione dei PEBA ed a provvedere pertanto, con la massima urgenza, alla nomina dei relativi Commissari ad acta.
Dopo la risoluzione del Consiglio Regionale che impegnava la Giunta a nominare i commissari ad acta per l’adozione del PEBA/PAU, non è però seguito nessun atto conseguente.
Il 2 agosto 2015 abbiamo inviato alla Procura della Repubblica di Ancona un esposto contro il Comune di Ancona per la mancata adozione del piano eliminazione barriere architettoniche perché dopo innumerevoli richieste, sollecitazioni e impegni che il Comune di Ancona si era assunto, ad oggi ancora non ha adottato il PEBA/PAU.
Ci siamo dovuti rivolgere alla magistratura per avere giustizia, per far rispettare i diritti delle persone con disabilità motoria e sensoriale, per far rispettare la legge, chiedendo di valutare eventuali responsabilità degli amministratori e dirigenti del Comune di Ancona.
Da quanto sappiamo questo nostro esposto contro il comune di Ancona è stato archiviato.
Il 27 ottobre del 2017, infine, il Consiglio comunale di Falconara Marittima ha votato contro una mozione che chiedeva l’adozione del PEBA sostenendo che esisteva già un progetto in tal senso… peccato che era stato elaborato e approvato nel 2006 ed è rimasto sulla carta e dimenticato in un cassetto per più di 10 anni; tale progetto riguarda solo una parte del territorio comunale ed alcune parti sono oramai superate in quanto la situazione urbanistica e architettonica della città nel frattempo è cambiata.
Il Consiglio comunale di Falconara ha votato contro una legge dello Stato e ci chiediamo se questa Amministrazione abbia sprecato il denaro pubblico sostenuto per l’elaborazione del PEBA ancora inutilizzato.
Il 30 dicembre 2017, da ultimo, abbiamo inviato via pec una lettera a tutti i Comuni delle Marche per chiedere l’adozione del PEBA/PAU ma, a distanza di 8 mesi, solo 12 Amministrazioni hanno risposto.
Possibile che i Comuni delle Marche non si sentano in dovere di rispondere ad una lettera che chiede il rispetto di una legge dello Stato?
Il 18 luglio scorso, insieme ad altre associazioni, abbiamo inviato una richiesta anche al Sindaco di Osimo per avere un incontro sul tema delle barriere architettoniche e sensoriali, purtroppo non abbiamo avuto ancora nessuna risposta.
Perché il Comune di Osimo non da riscontro, dopo un mese, ad una richiesta di un appuntamento per discutere dei temi sulla disabilità?
Potremmo continuare nell’elencare i casi nei quali i diritti dei cittadini e delle persone con disabilità vengono negati, disattesi e calpestati alla faccia della nostra Carta costituzionale, delle leggi, dello Stato di diritto e della tutela dei più deboli.
Mi rivolgo a Voi per sapere se questo comportamento degli Enti locali delle Marche, può essere accettato e se è legale in un Paese civile come l’Italia ritiene di essere?”.
Dr. Renato BIONDINI