ENZO GARINEI PRENDE LE DISTANZE DALLA PRODUZIONE
ED ESCE UFFICIALMENTE DAL FILM OSIMANO DI LIPPOLIS
A sorpresa il Maestro, 92 anni, revoca la disponibilità a valutare la propria partecipazione.
Iniziata nel 1949 accanto a Totò in “Totò le Mokò” e proseguita per quattro decenni e circa 60 film fino a “Rimini, Rimini. Un anno dopo” diretto da Bruno Corbucci nel 1988, la carriera cinematografica del grande Enzo Garinei, 92 anni portati come meglio non si potrebbe, non riprenderà con la partecipazione a “Il gatto e la luna” di Roberto Lippolis.
Al di la del fatto che il film della Ventitrè Srl possa o meno riuscire, un giorno, vedere la luce e mostrarsi al pubblico, il Maestro romano, da noi contattato per cercare di fare luce sui continui rinvii della pellicola, a preferito tagliar corto e preannunciare ad OSIMO OGGI quanto, in queste ore, ha promesso di fare con Enzo Storico, ex allievo e propugnatore della partecipazione di Garinei al lungometraggio ambientato, allo stato più in teoria che in pratica, ad Osimo, Sirolo e Pedaso.
Chiaccherato da oltre due anni in un clima surreale ancor più della trama stessa del film, “Il gatto e la luna” rischia seriamente di andare ad allungare l’elenco, lunghissimo, delle opere cinematografiche mai prodotte. Motivazione ufficiosa: mancanza di fondi necessari; motivazione che pare ormai sul punto di essere proclamata ufficiale: mancanza confermata di liquidità sufficiente ed ora mancanza anche di materia prima alla voce “attori”.
Proprio le bizzarrie lamentate dalla produzione, impossibilita, da oltre un anno, a procedere con il girato per la cronica mancanza di disponibilità dell’attrice protagonista Maria Grazia Cucinotta (per anni segnalata ovunque nel mondo tranne che ad Osimo) ed ora persino, sembra, del direttore alla fotografia Sebastiano detto Nino Celeste (un onesto lavoratore del mondo del cinema, anche di lungo corso, ma non certo figura tale da imporre i propri tempi ad una casa di produzione pur artigianale)… tutte queste anomalie ci hanno portato a vederci chiaro e chiedere direttamente alla fonte lo stato delle cose.
Salve Garinei, la chiamiamo dalla provincia, esattamente da Osimo… probabilmente non conosce la nostra città…
“Osimo? Ma certo – attacca il Maestro appena un secondo dopo dimostrando, oltre a grande lucidità da invidia per la propria età anche una memoria molto presente – che la conosco. Avrei dovuto girarci un film, tempo fa. Conosco bene anche Loreto e Portorecanati dove, ogni volta che vengo, mi trattano veramente da Dio. Ma Lei mi chiama da Osimo per quale motivo?”
Maestro vorremmo sapere qualcosa su questo film “fantasma” e di cosa risulta a Lei..
“Spero che Lei non abbia firmato nulla (scambiandoci per un attimo per attori anzichè giornalista, NdR.) e non si sia lasciato attrarre facilmente….”.
(Finalmente, dopo esserci riqualificati una seconda volta come testata giornalistica, il ricordo di Garinei).
“Non conosco il regista tranne per averlo incontrato una volta, nel bar sotto casa, qui a Roma, insieme ad Enzo Storico. Mi propose (Lippolis, NdR.) di partecipare a questo film, di cui ho letto il copione riservandomi di decidere. Buttò lì, a mò di battuta, un compenso di 2 milioni… “Due milioni di lire – osservai in cuor mio – forse…”. Certo non fu il massimo della presentazione e la cosa finì così”.
Vale a dire che Lei non era a conoscenza che la casa di produzione spendeva il suo nome, quello di Philippe Leroy e della Cucinotta nelle conferenze stampa di presentazione?
“Vede, come si chiama lei… ah Pangrassi, mi scusi Pangrazi, nel mondo del cinema, specie tutto attorno a questo mondo, accadano da sempre molte cose. Compreso l’utilizzo in modo più o meno proprio di nomi e cognomi… è sempre accaduto e non sarò certamente io il primo a meravigliarsi”.
Quindi vuol dirci che Garinei non era a conoscenza di tutta questa lunga attività di preparazione?
“Sapevo, perchè me lo avevano detto, che avrebbe dovuto partecipare la… quell’attrice che fece quel film con Troisi… si la Cucinotta. Un buon nome da spendere, una cara collega. Dopo di che il tempo è passato fino a quando…”.
Fino a quando?
“Attorno luglio tornò a cercarmi Enzo Storico che, come mi sembra di aver già detto, conosco da tempo essendo stato mio allievo in gioventù… Enzo voleva aprire da qualche parte una scuola di recitazione che portasse il mio nome… ma questo non c’entra nulla col film. Del film disse di “tenermi pronto” in quanto si sarebbe cominciato a breve. Altro non so se non che, di certo, non sono stato li a regolare i miei lavori in base all’imminenza del film, come si chiama quel piccoletto?, ah Lippolo, Lippolis. Anzi, sa che c’è? Terminata questa telefonata chiamerò Storico per comunicargli di tenermi fuori da questa storia!”.
Per la casa di produzione la sua rinuncia equivale ad un sostanziale forfait…
“Ho esperienza sufficiente per riconoscere un buon film da un’altra cosa. Per farne di buoni non occorrono per forza (anche se aiuta…) grandi registi, da Fellini a Germi, da Antonioni a Bertolucci e potremmo citarne a decine… in questo caso siamo tutti d’accordo e gli attori ringraziano per essere stati scelti; in caso di registi minori il peso del film, la qualità è tutta sulle spalle degli attori… e non esiste una disponibilità a tempo perso, ora di uno e domani dell’altro. Storico mi sentirà bene, dimentichi Garinei”.
A quanti episodi simili ha dovuto fronteggiare in carriera?
“Un tempo, per il mondo cinematografico romano, era quasi la regola. Si poteva rischiare di passare dal film con Totò o Sordi alla produzione di truffatori di serie A molto calati nella propria parte; con il tempo le cose sono migliorate. Ma poco. Nel senso che i pesci grossi hanno cambiato ambiente o riciclati in altro; sono rimasti solo i piccoli, gente che si accontenta di spiccioli o di cose così pur di sbarcare la giornata”.
E che magari si allontana da Roma per nuotare nelle più tranquille acque della provincia.
“Mah… Nel cinema può accadere di tutto. Certo, ormai, in Italia, se non se la Rai, Mediaset, il Vaticano e poche altre potenze economiche… il cinema, quello vero, non riesci a farlo. Ma non credo di aver scoperto nulla”.
Come se la passa, Maestro, a 92 anni…
“Ottimamente, grazie a Dio (in tutti i sensi, NdR.). A gennaio, ma no che dico… a novembre, esattamente dal 12 al 16, sarò a Senigallia per una settimana per le prove generali della nuova edizione di “Aggiungi un posto a tavola”.
L’Amministrazione locale ci ha offerto un bell’albergo e il teatro dove provare, con Dorelli e tutta la compagnia, in attesa di ricominciare a Roma, da novembre a gennaio, tutte le sere.
Come al solito sarò al mio posto ne “la voce di Dio” e sa che c’è… se mi verrà a trovare una sera sarà volentieri mio ospite per proseguire, a cena, questa chiaccherata sul film. Mi ripete il suo nome, anzi me lo sillabi…”
Palermo, Ancona, Napoli, Genova, Roma, Ancona, Zara e Italia. Sandro. Sandro Pangrazi”.
Perfetto Pangrazi, ci vediamo a Senigallia. E mi saluti Storico. Bravo attore, brav’uomo, meritevole di maggior fortuna…”.