Pugnaloni marchia a fuoco la propria uscita di scena con una scelta discutibile sul piano artistico e ardita sul versante economico
Il 20 dicembre scorso, nello scooppare con largo anticipo Bansky ad Osimo per la primavera, eravamo stati anche facili profeti nel vaticinizzare per le povere casse osimane un prossimo e autentico bagno di sangue, culturale e soprattutto economico, a venire.
Mai, però, avremmo potuto immaginare che l’Amministrazione Pugnaloni potesse avventurarsi su un conto da far pagare al successore, cadendo l’happening a cavallo delle elezioni, di ben 178.000 euro! In pratica quasi quanto l’acquisizione dell’intero Corridoni dalla Provincia, tanto per mettere insieme due temi cari agli osimani.
Come si possa dar luogo ad operazioni del genere, non è facile da spiegare neanche per chi, per professione, ha ormai in pratica il sistema di ragionare pugnaloniano basato sul tanto peggio, tanto meglio o sul più semplice da intendere “muoia Sansone con tutti i Filistei”, con gli Osimani a prendere il posto dei poveri palestinesi…
Dare il via libera ad una fatturazione, in uscita, di ben 1.762,38 euro al giorno per tutti i 101 giorni di manifestazione – dal 29 marzo al 7 luglio – significa mettere in conto la precisa necessità di veder entrare al Campana almeno 221 visitatori paganti ciascuno un ingresso di 8 euro. Non per l’intera durata della discussa mostra. Ma al giorno! Tutti i sacrosanti giorni!!!
221 turisti significa, tanti per intenderci, riempire circa 5 pullman. Oppure occupare l’equivalente di almeno un piano nel maxi parcheggio ed ospitare le circa cento auto necessarie per trasportare ad Osimo una simile folla.
Un autentico miracolo di San Gennaro che neanche il Patrono napoletano riuscirebbe a ripetere per 221 giorni consecutivi.
Come successo per l’ultimo fallimento culturale, quello dedicato a De Chirico, toccherà agli studenti osimani e giù giù fino ai neonati, essere di nuovo “deportati”, in orario scolastico, a Palazzo Campana e pagare il prezzo ridotto, 4 euro, previsto per i minorenni.
Considerato che l’ultima volta Pugnaloni riuscì nell’intento magico di tradurne al Campana circa 5.000 innocenti – compresi, novello Erode, i ricordati bimbi delle materne – e di estorcere comunque alle rispettive famiglie circa 20.000 euro, l’operazione-bis si farà di nuovo.
Qualcuno protesterà, altri lasceranno i figli in classe (tanto a maggio i giochi sono ormai fatti, in classe come in cabina), molti legheranno la vicenda all’ultimo sopruso possibile messo in atto da un Sindaco per sbaglio e sorrideranno all’esito del voto.
Insomma questo Bansky, che questo Direttore prima dello scoop non conosceva troppo (al pari della stragrande maggioranza degli osimani) pare davvero l’ideale goccia su cui la pazza campagna elettorale di Pugnaloni andrà a debordare, fino a disperdersi in mille rivoli.
Ultima opzione sulla carta? Scoprire gli osimani banskiani convinti, affollare il Campana al ritmo pur sempre necessario di 221 volontari, purchè paganti, al giorno.
Nei 101 giorni di mostra accorrerebbero in 22.321, uno più, uno meno, vale a dire l’intera popolazione abile ricompresa tra i 15 e i 64 anni. Lasciamo perdere.
A meno… all’Assessore Pellegrini (i cui sondaggi danno la riconferma in Consiglio comunale assai improbabile già prima del flop Bansky) non venga in mente la possibilità – come a Milano dove Bansky, a parte le prime due settimane di novità sta faticando a riempire gli spazi Mudec – di proporre agli osimani tutti l’accoppiata mostra + aperitivo, venduto a Milano per la modica spesa di 24 euro e proponibile a passatempesi e campocavalliani al più contenuto prezzo di 16.
In cambio, prima o dopo la mostra, gli osimani potranno gustare, presso un bistrot da allestire negli ampi spazi a disposizione, un aperitivo costituito, come nel capoluogo lombardo, a base di bomba salata con spada marinato alle erbe. Campari balloon, piè di zucca e porri, ostrica al Pimm’s + birra Poretti.
Perdonateci, da ultimo, una piccola cattiveria involontaria. Scopriamo in delibera la previsione in bilancio di sponsorizzazioni di privati per circa 40.000 euro e altri regali monetari, stavolta pubblici da Regione e Confcommercio, ad esempio, per circa altrettanto, cioè 38.000 euro.
In questo modo il fabbisogno che il nuovo Sindaco dovrà sborsare per pagare l’operazione Bansky scenderà a quota 100.000 euro tondi tondi, ovvero pur sempre l’equivalente di 13.000 biglietti staccati.
Considerato che mesi e mesi di De Chirico portarono a venderne appena 6.000… gli osimani possono pure evitare di attendere e cominciare la caccia agli ideatori.
Questi i costi da sopportare ed iscritti a Bilancio:
67.100 euro per il prestito delle opere in mostra (in genere foto di piccole dimensioni), trasporto e assicurazione;
42.700 euro (abbiamo detto 42.700 euro!) per la pubblicità alla mostra, sperando che qualche soldino (difficile ma chissà…) caschi anche dentro OSIMO OGGI.it;
30.500 euro per stipendi del personale in biglietteria (previste almeno 5 persone a tempo pieno);
20.340 euro se ne andranno per allestire gli spazi del Campana;
7.320 euro serviranno per consolare il Campana stesso dal disturbo;
4.270 euro andranno ad un fortunato ma poco pagato collega giornalista (che non sarà Sandro Pangrazi) impegnato come valente ufficio stampa;
2.440 euro è invece quanto tratterrà Tiket One per vendere on line i biglietti Bansky ad Osimo (con De Chirico i biglietti venduti in Rete furono addirittura 6! Si avete letto bene: 6)
1.830 euro se ne andranno in tasca alla donna delle pulizie; mentre gli ultimi euro disponibili, esattamente 1.100, serviranno per pagare la Siae e i diritti sugli autori.
E ora caccia al biglietto! Chi vorrà entrare per primo?
