La magistratura indaga gli intrecci di fatture tra il Sindaco di Visso e il suo collaboratore. Ben 5.944 gli osimani che un anno fa elessero il Senatore della Lega. Accusa? Peculato
Donazioni pro terremotati di Visso, si aggrava la posizione del Sindaco Giuliano Pazzaglini, nonchè fresco Senatore di Osimo per conto della Lega, indagato dalla Procura di Macerata di aver gestito, attraverso un giro di fatture riconducibili a se stesso e al suo portaborse in Senato Giovanni Casoni, fondi spariti per circa 120.000 euro!
La notizia, in particolare, interessa – oltre i cittadini di Visso e la Procura di Macerata – ben 5.944 elettori osimani che il 4 marzo scorso votarono sulla fiducia lo sconosciuto candidato, risultato nominato dalla Lega nell’assemblea di Palazzo Madama quale primo degli aventi diritto nel cosiddetto “listino bloccato”.
Quasi un osimano su tre, dunque, apposero la croce sul nome di Pazzaglini (esattamente 3.298 della Lega, 1.525 di Forza Italia, 832 di Fratelli d’Italia e 138 Udc) bravo a sfruttare il clamore mediatico garantito da “nonna Peppina” (la vecchietta di San Martino di Fiastra che Salvini elesse a simbolo del mal governo sul terremoto) e che imponeva, di fatto, un candidato espressione del territorio martoriato nel 2016.
Una scelta, quella di Salvini attraverso il proprio fiduciario nelle Marche, Senatore Arrigoni, non apparsa particolarmente felice alla lettura delle gravi accuse mosse a Pazzaglini dai suoi stessi concittadini terremotati.
Accuse che l’altro giorno, come documentato da Le Jene martedì sera, ha portato Roberta Rei sulle tracce del duo Pazzaglini-Casoni il cui video – clicca qui – lasciamo al giudizio di ciascun lettore.
Per fare un esempio osimano di più facile comprensione immaginiamo, Dio non voglia mai, Osimo nelle terribili condizioni post terremoto di Visso.
E Pugnaloni, Sindaco di Osimo, chiamato a gestire il caos della ricostruzione attraverso una società Srl denominata “Auximum project Srl” con quote al 50% intestate allo stesso Pugnaloni e al suo portavoce Baiocco.
A questo punto, proseguendo nell’esempio, sforziamoci di vedere, nella nostra immaginazione, i fondi giunti ad Osimo da tutta Italia passare dalla Auximum project Srl alla Auximum iniziative di proprietà, al 100%, del portaborse Baiocco.
Ed infine, con ultimo sforzo di fervida fantasia, sforziamoci di vedere le donazioni pro ricostruzione di Osimo transitare dalla “Auximum iniziative” di Baiocco ad una delle società detenute dal Comune, ad esempio la Osimo Servizi.
Totale? Ben 3 fatture di acquisto + altre 2 fatture di vendita per far pervenire il bene dal Sindaco Pugnaloni alla disponibilità di Osimo Servizi!
Fosse successo ad Osimo non sappiamo come avrebbero potuto reagire i terremotati osimani; anche perchè in realtà la prassi appena descritta si è dipanata a Visso, lontana mille miglia, nonostante l’attenzione mediatica delle prime settimane post evento, dai riflettori giornalistici.
Tre, in particolare, le donazioni su cui Pazzaglini è chiamato a render conto e per una delle quali ha già subito dalla magistratura, giusto il mese scorso, un sequestro di 11.870 euro dal proprio conto corrente, sequestro cautelativo recentemente confermato dal Tribunale del riesame.
Oltre alla vicenda dei motociclisti donatori, riunitisi a Visso da tutta Italia per offrire a Pazzaglini il proprio contributo (vicenda di cui abbiamo parlato il mese scorso), vengono contestati al Primo cittadino altri due episodi: un assegno di 91.701,48 euro staccato dai correntisti di Emilbanca il 28 settembre 2017 e fatto intestare da Pazzaglini direttamente alla Pro Loco di Visso (nel nostro gioco della sovrapposizioni sarebbe stata Osimo servizi) e un secondo assegno di 16.034,72 euro a firma del Comune di Tenno (Trento) che fanno lievitare il cash alla ragguardevole cifretta di 119.536,20 euro.
E non ancora ancora finita qui. Secondo le accuse mosse dalla jena Roberta Rei, tra i comportamenti tutti da chiarire tenuti da Pazzaglini quale Sindaco (indagato di peculato), figura anche l’acquisto di 15 casette (destinate a spazio commerciale per altrettanti negozianti di Visso) di cui però 6 girate a Visso a titolo gratuito dallo stesso comune di Tenno (2 spazi) e quattro regalate dal comune veneziano di Meolo, come confermato dai rispettivi Sindaci nel servizio Mediaset.
Ultima accusa, apparentemente a danno zero per i terremotati, quella relativa alla messa in vendita di pacchi alimentari, definiti solidali, con tanto di scritta “Ripartiamo da qui…”.
Pacchi commercializzati dalla ditta di Giovanni Casoni con prodotti acquistati dalla nuova ditta alimentare di Pazzaglini “scopertosi” improvvisamente più tagliato a commercializzare prodotti tipici piuttosto che continuare nel vecchio lavoro di promotore finanziario per conto della San Paolo invest da cui Pazzaglini si è dimesso attorno all’estate 2017; motivazione? Non avere più tempo, causa il crescente impegno istituzionale post terremoto, di poter dedicare spazio anche alla vecchia attività.
Non è dato sapere, al momento, quanti pacchi e a quale prezzo, siano stati distribuiti in tutta Italia con l’illusione di finanziare il recupero del territorio di Visso… in realtà facendo l’unico interesse del portaborse Casoni, titolare dell’impresa Sibil iniziative che a sua volta si rifornisce dalla neonata impresa agro alimentare Pazzaglini.
Insomma un super intreccio dare e avere, privato e pubblico, tra il Senatore e il suo assistente a Roma che lascia davvero pensare. Vicenda su cui i quasi 6.000 elettori osimani dovrebbero saperne di più e di meglio.
Nel frattempo possibile che su tutte le vicende leghiste osimane, gravi o meno gravi o gravissime, il Senatore Arrigoni non abbia mai nulla da replicare? Sono queste le scelte da cui l’Italia e Osimo dovrebbero ripartire?
Per dovere di cronaca occorre riportare le argomentazioni a difesa pronunciate alla “iena” dal Senatore leghista.
“Da questa operazione la mia società non ha guadagnato un euro. L’ho fatto ugualmente perchè ero in condizioni di farlo e mi sentivo di dare una mano. E l’ho fatto. Chi lo avrebbe fatto – si chiede Pazzaglini – visto che i soldi delle donazioni (giunte comunque 4 mesi dopo, NdR.) non c’erano ancora?”.
Per vedere il servizio de “Le IENE” clicca qui