Giustizia in tilt al tempo del virus. Concessi benefici a spacciatore, nonostante pesanti sospetti di appartenere alla criminalità organizzata
Libero grazie al virus anche Vincenzo Cerqua, 33 anni, spacciatore di Casoria (Napoli).
Così ha deciso, lo scorso 3 aprile, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli presieduto da Adriana Pangia e dalla dottoressa Maria Picardi.
I giudici hanno disposto la misura alternativa della detenzione domiciliare, in favore di Vincenzo Cerqua (detto “a Somalia”), pregiudicato di Casoria, arrestato e condannato alla pena di 3 anni 4 mesi di reclusione per detenzione di sostanza stupefacente.
Nonostante le informazioni di Polizia Giudiziaria, estremamente negative sul conto del giovane (definito come soggetto incline alla commissione di reati e nei confronti del quale non si escludono collegamenti con la criminalità organizzata) il Tribunale di Sorveglianza napoletano ha disposto l’applicazione della misura alternativa della detenzione domiciliare, accogliendo la richiesta del collegio difensivo di Cerqua composto dagli avvocati Giuseppe Forni e Dario Carmine Procentese.