L’osimano, da appena sei anni nel mondo del volley, ha bruciato le tappe arrivando a conquistare spazio, in extremis, nella spedizione polacca di Fefè De Giorgi, per la quarta volta campione del mondo. Il centrale in forza a Verona, presto ricevuto, con la squadra, dal Presidente Mattarella. In arrivo anche la civica benemerenza?
Ai mondiali a sorpresa, torna ad Osimo da Campione del mondo di pallavolo!
È la magica storia di Leandro MOSCA, millennial di Verona e soprattutto figlio del compianto Roberto MOSCA e dell’australiana (ma di origini triestine e comunque ormai osimana al 100%) Gloria RISTIC.
Il centrale di Verona volley, per uno dei misteri insondabili dello sport, è stato associato al gruppo che ha affrontato e vinto il mondiale polacco, solo in extremis, alla vigilia di Ferragosto, meno di un mese fa.
L’osimano, un “armadio” di 2.09, tanto forte quanto apparentemente gracile nella sua altezza, è stato aggregato da 14° e ultimo al gruppo dal Commissario tecnico Fefè DE GIORGI.
MOSCA si è conquistato la partecipazione alla spedizione polacca e slovena, conclusasi ieri sera con un perentorio 1-3 ai danni dei padroni di casa della Polonia, conquistando il pass ai danni di Lorenzo CORTESIA, compagno di squadra, sempre a Verona, nella Super Lega tricolore.
22 anni appena compiuti, quando Leandro MOSCA iniziava, nella nostra Osimo, a scoprire il mondo tutto nuovo della pallavolo, papà Roberto – “inventore” delle dimenticate grotte, di un metodo naturale con la Spring color di realizzare tempere e vernici e soprattutto genio tormentato di tante piccole e grandi iniziative – ci aveva già lasciati, nel 2014, vinto a Pesaro dalla leucemia, dopo un riuscito trapianto di midollo osseo.
Di certo pur intuitivo e capace di vedere a distanza come pochi, nemmeno papà Roberto – per tre anni compagno di scuola alle medie del nostro Direttore – ha avuto la possibilità di immaginare quell’unico figlio, competitivo in uno sport di squadra complicato come la pallavolo e fino ai massimi livelli mondiali!
“Quando la mamma, vicina di casa, mi presentò Leandro – ricorda Walter MATASSOLI, fino alle Olimpiadi 1976 di Montreal altra colonna nazionale della pallavolo made in Osimo – mi disse che aveva tentato col calcio, senza appassionarsi, forse anche a causa di quel fisico. Chiesi di mostrarmi la carta di identità e visto che il ragazzo aveva solo 16 anni gli consigliai di provare in palestra senza stare a pensarci troppo su…
MOSCA – continua MATASSOLI – con giusto orgoglio, per il ragazzo e per lo sport che rappresenta da sempre – non ha fatto altro che seguire il suo istinto e assecondare tanta determinazione a riuscire.
È un giovane davvero speciale che merita la fortuna che gli è capitata addosso, all’improvviso, tutta insieme. Leandro, infatti, è un ragazzo determinato, capace di assorbire da ogni maestro che avuto nella sua rapida e folgorante carriera, il meglio da ciascun allenatore. Il suo segreto? Ascoltare tutti, per poi decidere ed entrare in gioco seguendo la propria testa.
Di certo ha bruciato le tappe dimostrando a se stesso, in primis, e ai giovani in particolare, che credere in se stessi e nelle proprie qualità, senza abbattersi o starsi a piangere addosso… è sempre il requisito di base fondamentale per riuscire in ogni settore della vita. Puntare su se stessi dovrebbe essere, nello sport come in qualsiasi aspetto dell’esistenza, il pre requisito fondamentale su cui impostare la propria vita”.
A distanza di un anno dalle Olimpiadi e di un mese dal bis agli europei di Atletica (che hanno riconsacrato l’osimano TAMBERI su livelli di eccellenza mondiali) un altro osimano conquista il tetto del mondo apponendo la propria firma, dopo 24 anni (MOSCA non era ancora nato!) sul quarto mondiale italiano di pallavolo.
Al riguardo, nei prossimi giorni, Leandro MOSCA, il CT DE GIORGI e gli altri 13 magnifici partecipanti l’avventura polacca, saranno ricevuti in Quirinale dal Presidente della Repubblica MATTARELLA.
Molto probabile che anche l’Amministrazione comunale, in vista del Patrono San Giuseppe, intenderà prender parte ai festeggiamenti, riconoscendo a Leandro MOSCA la civica benemerenza.
Da una nuvoletta, dall’alto, anche papà Roberto e nonno Giovanni, sorrideranno commossi.
Massimo PIETROSELLI