𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗶𝗻𝗱𝘂𝗰𝗲 𝘂𝗻 𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗮𝗱 𝗮𝗿𝗺𝗮𝗿𝘀𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗹𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗲 𝗴𝗶𝘂𝗯𝗯𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗿𝗶𝗳𝗿𝗮𝗻𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲? 𝗟𝗮 𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝘂𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮’ 𝗼 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗶𝗺𝗯𝗼𝗿𝘀𝗼 𝘀𝗽𝗲𝘀𝗲 𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗺𝗲𝘀𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮 𝗳𝗮𝗺𝗲? 𝗗𝗮 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶𝗼 𝘀𝗼𝘀𝗽𝗲𝘀𝗼 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗹𝗲 𝘀𝗰𝘂𝗼𝗹𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗽𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘀𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗔𝘀𝘀𝗼
Volontari, mossi da un encomiabile sentimento civico che può indurre alcuni a prodigarsi gratis, anche in tarda età, a favore genericamente della propria comunità di riferimento; o più semplicemente anziani, spesso titolari di pensioni al minimo e comunque da fame, bisognosi di arrotondare le magre entrate con i rimborsi spesa più disparati?
A giudicare dall’esposto presentato all’Ispettorato del Lavoro da altri anziani osimani, sotto utilizzati o addirittura esclusi dal giro dei rimborsi spesa mensili erogati dall’Auser di Osimo (costola sociale nata nel 1989 in seno al sindacato Cgil in tema di autogestione dei servizi, da cui l’acronimo Auser), il nodo del contendere è tutto legato ai 2/300 euro mensili di rimborso di chissà quale spesa verso un servizio tanto “volontario” quanto generoso, offerto da alcuni pensionati alla società. Purtroppo per la faccenda senza essere richiesto.
Insomma l’interrogativo non è di poco conto: i soci Auser (circa 160 oltre a 50 volontari) sono da considerarsi effettivamente volontari o invece, dietro a orari e funzioni si eroga qualcosa di tecnicamente paragonabile ad un vero e proprio stipendio aggiuntivo?
E’ quanto l’indagine in corso (che ha avuto il potere di ripensare e di fatto sospendere, da oggi, la volontà di ciascun anziano di continuare a fare volontariato) dovrà chiarire dando una risposta, positiva o meno, ai dubbi di Inps ed Inail, eventualmente interessate ma allo stato alla finestra, in attesa di eventi.
Muovendo soldi e soldi assai, ancorchè etichettati come partita di giro, alla voce rimborsi – soldi elargiti particolarmente verso una parte di popolazione propensa, volontariamente, a schierarsi con più facilità a Sinistra che a Destra – era inevitabile che i “volontari” confinati ai margini dell’operazione, non gradissero il trattamento.
Da qui all’idea di un esposto chiamato a far luce su una materia assai opinabile, quella del volontariato dietro compenso, ammantata fin dal suo nascere da una cortina artificiale di buonismo, disinteresse e falso propulsione a rendere migliore la nostra società, a cui, quasi tutti noi, per quieto vivere, ogni giorno fingiamo di credere.
Proviamo a capirci qualcosa di più, dipanando la matassa degli anziani-vigili o degli anziani aiuto-cuochi, in tutto una cinquantina a “libro paga” (termine improprio ma che rende l’idea) della Auser per conto, rispettivamente di Comune e Asso.
Questi i requisiti emanati da Auser per “assoldare” nonni: avere un’età tra i 55 e i 75 anni; essere pensionato o anche disoccupato, in cassa integrazione o in mobilità; residenti nel Comune in cui si fa domanda; godere di buona salute certificata da un medico; essere in possesso dei diritti civili e politici, non aver subito condanne e nemmeno convivere con carichi giudiziari penali pendenti.
A questo punto i Comuni d’Italia interessati (quasi tutti) emanano un decalogo da cui scaturisce una convenzione basata su questi punti fondamentali:
- Trattasi (quella dei nonni-vigili) di una prestazione su base volontaria che non costituisce rapporto di pubblico impiego;
- Il servizio svolto non comporta un orario, anche se è espressamente consigliabile stabilire tra i volontari un sistema di turnazione da rispettare rigorosamente, pur restando, sic et simpliciter, un “servizio”;
- Il servizio – attenzione ai termini – può prevedere un rimborso spese sulle prestazioni offerte e stabilite dal Consiglio comunale;
- Il volontario, prima di essere utilizzato su strada, dotato di strumenti quali paletta e pettorina rifrangente, dovrà comunque sostenere una formazione iniziale.
Di idea diametralmente opposta all’Auser, come sempre capita in Italia in tema fiscale, è l’Agenzia delle Entrate; secondo il Ministero, infatti, è pacifico che gli importi guadagnati non facciano scattare, a fine anno, alcuna aliquota Irpef supplettiva… ma almeno i nonni “lavorino” coperti da obbligo assicurativo e soprattutto si riconosca agli anziani la qualifica di “lavoratori socialmente utili”, equiparando i redditi prodotti a quelli dei lavoratori dipendenti e quindi indicando il Comune e la Asso sostituti di imposta chiamati ad applicare alla fonte la ritenuta; somme che comunque, in virtù del trattamento agevolato per i contribuenti utili alla società, non partecipano a formare il reddito complessivo.
In ogni caso le somme erogate, ancorchè a regime agevolato, debbono comunque essere indicate nel Cud di ciascuno nonno-vigile-lavoratore e gravate della specifica addizionale regionale.
Insomma si prospetta lavoro in abbondanza per avvocati e tributaristi chiamati, ogni volta, a specificare l’ultima interpretazione di legge su una materia destinata a mutare, a seconda delle diverse sensibilità.
Il caso osimano, scoppiato in queste ore con la sospensione dal servizio di circa 50 anziani-volontari o anziani-lavoratori, riguarda appunto 50 pensionati ed ha già portato alla conseguenza – da oggi fino a data da destinarsi – di scuole non più protette, in entrata e uscita degli studenti, dalla rassicurante presenza del nonnino di turno.
Peggio ancora per le sorti della Asso la cui cucina per i pasti scolastici dovrà presto essere affollata da almeno 5 nuovi neo assunti, chiamati a sostituire il “lavoro” dei nonni aiuto-cuochi dismessi.
Il Presidente dell’Auser Carlo SORPINO, campano da anni trapiantato in città, raggiunto a caldo dalla stampa ha confermato l’iniziativa di sospendere entrambi i servizi in corso. “Abbiamo comunicato al Comune e alla Asso la sospensione delle nostre attività, in via precauzionale, finchè l’indagine non chiarirà la questione”.
Precisando: “Tutti i servizi prestati sono regolarizzati da convenzioni che prevedono un contributo a favore della nostra associazione, i cui volontari non possono essere ritenuti dipendenti: sono anziani impegnati, ai quali diamo dei rimborsi spese irrisori”.