𝗜 𝗺𝗮𝗴𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗟𝗮𝗿𝗴𝗼 𝗫𝗫𝗜𝗩 𝗠𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝘀𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗲𝘃𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝗽𝗮𝗰𝗶𝘁𝗮’ 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲; 𝐢𝐝𝐞𝐚𝐭𝗮 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥’𝐀𝐭𝐚𝟐 𝗻𝗼𝗻𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗱𝘂𝗲 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝘀𝘂 𝘁𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘀𝗰𝗮𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮. 𝐃𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐳𝐳𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐢 “𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢” 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚.. 𝗟𝗮 𝗰𝗼𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮 𝗮𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗱𝗼𝘃𝘂𝘁𝗼 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗶 𝗮 𝗹𝗶𝘃𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲; 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗩𝗶𝘃𝗮 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗱𝗶 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮 𝗮𝗹 𝟳𝟱%,, 𝗝𝗲𝘀𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗮𝗹 𝟭𝟮.𝟱𝟬% 𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗮 𝗘𝗰𝗼𝗳𝗼𝗻 𝗖𝗼𝗻𝗲𝗿𝗼, 𝐩𝐮𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝟭𝟮.𝟱𝟬%. 𝐋𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚’ 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚 𝗾𝘂𝗮𝘁𝘁𝗿𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝐝𝐢 𝗶𝗻𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝐢𝐭𝐚’, 𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢 𝐢𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐢𝐭𝐚 𝗲𝐝 𝐞’ 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶… 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐠𝐨𝐝𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝗖𝗱𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮𝗿𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼 𝐞 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐭𝐨
Bocciata dalla Corte dei Conti la costituzione della società consortile Corum (ex Newco) rappresentata dalle quote del Comune di Ancona (75.000 euro ci capitale sociale) e per i restanti 25.000 euro da dividersi a metà tra i Comuni di Jesi e Osimo.
La delibera numero 57 della Corte, a cui spetta la funzione di consulenza giuridico-amministrativa e la tutela della giustizia in ambito di pubblica amministrazione, è stata pronunciata mercoledì scorso 15 marzo in Camera di consiglio dal dottor PALOMBA, ma solo in queste ore è filtrata, peraltro a livello di scoop, da Largo XXIV Maggio.
Ai giudici della Corte dei Conti di Ancona si era rivolto il Comune di Ancona prospettando un parere sulla delibera del Consiglio comunale dorico numero 8 dello scorso 30 gennaio ed avente per oggetto la ricordata costituzione di una società consortile, a partecipazione indiretta, per la gestione del servizio di igiene urbana; servizio a carattere provinciale affidato “in house providing” dalla Assemblea territoriale di ambito 2 alla costituenda Corum Scarl composta al 75% da Viva servizi SpA (Ancona), al 12.50% da Jesi servizi Srl (Jesi) e per il restante 12.5% dalla Ecofon Conero SpA (Osimo).
Ebbene il verdetto pronunciato, sulla base del Decreto legislativo 175 del 2016, in tema di costituzioni di società da parte di pubbliche amministrazioni, ha probabilmente sancito la fine dell’annoso progetto delle ultime amministrazioni rosse restanti sul territorio, di scalata all’affare-rifiuti; non foss’altro per l’imminente scadenza di due Sindaci su tre – MANCINELLI e PUGNALONI – ultimi esponenti residui di società in forte cambiamento in senso diametralmente opposto.
In particolare la Corte, composta da quattro magistrati, in 31 pagine di motivazioni ha rilevato la “non conformità del provvedimento consiliare del 30 gennaio”, nonché dell’operazione societaria tentata – la costituzione di un consorzio di imprese – osservando come “ne’ dalla delibera del Comune di Ancona, ne’ dall’esame delle caratteristiche dell’operazione, emergono elementi che possono giustificare il ricorso a questo ulteriore nuovo organismo societario a partecipazione pubblica, essendo la prassi fortemente circoscritta ad esigenze eccezionali”, vale a dire mirata all’efficienza della partecipazione pubblica, ovvero alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa per i cittadini amministrati.
Probabilmente, fra molte opacità segnalate, un ruolo lo ha giocato anche la natura societaria scelta dalle Amministrazioni di Ancona, Jesi e Osimo, ovvero consorziare Viva servizi, Jesi servizi ed Ecofon Conero nella neonata Corum Scarl – con sede ad Ancona – il cui obiettivo, più che raggiungere e suddividere utili tra gli i soci, parrebbe essere dato dal conseguire un risparmio significativo sui costi di produzione e/o di gestire un futuro aumento del servizio, fornito sul cosiddetto ciclo integrato dei rifiuti (raccolta, trasporto e spazzamento).
Diversi i punti sottolineati dal parere della Corte dei Conti, tra cui la circostanza che vuole la Corum scarl, non ancora costituita, già affidataria del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, in forza di un provvedimento emanato il 27 dicembre scorso dall’Assemblea territoriale di ambito 2; documento chiamato a confermare la sussistenza in Corum dei requisiti necessari per l’affidamento… nonostante che dai documenti prodotti sia risultato alla Corte che solo Jesi servizi ha svolto, nel triennio 2019-2021 e svolge, il servizio di igiene urbana!
Mentre Viva servizi SpA, da parte sua, ha attestato che “nelle more della definitiva acquisizione dell’impiantistica utile ad assolvere il servizio… sottoscriverà appositi contratti di affitto di ramo di azienda”; grosso modo quanto ha dichiarato Ecofon Conero che “acquisirà la dotazione impiantistica utile ad assolvere il servizio mediante la configurazione del titolo partecipativo sottoscritto da Astea SpA”.
Insomma pare davvero che il Comune di Ancona sia stato chiamato, semplicemente, a “ratificare” la volontà già formata dell’Assemblea territoriale di ambito 2, senza porre obiezioni e valutare altre offerte di miglior convenienza economica.
Infine una perla tutta osimana rilevata in sede di esame e riguardante esclusivamente Ecofon Conero.
I giudici hanno difatti rilevato come la società con sede in via Guazzatore presenta diverse criticità quali un bilancio in costante perdita in tutti gli ultimi quattro anni di esercizio (2018, 2019, 2020 e 2021), è composta unicamente da quattro membri del CdA e da nessun dipendente, oltre a risultare, per ammissione stessa della Ecofon Conero, “non operativa”, tanto che nel 2021 “la società non ha svolto alcuna attività”, al pari degli anni precedenti chiusi con valori di produzione di 6.653 euro (2018), 392 euro (2019), 30 euro (2020) e 2 euro (2021).
Non operativa ma già affidataria dal servizio. Almeno fino al 15 marzo.
Ora lo stop vivamente consigliato e – si spera – la palla dei rifiuti crossata ai nuovi Sindaci di Ancona e Osimo per una nuova partita – più rapida e trasparente – da iniziare sullo 0-0, voltando pagina.