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𝐋𝐀 π‘πŽππ”π‘ π’πˆ 𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀 𝐈𝐍 π„π—π“π‘π„πŒπˆπ’, π”π…π…πˆπ‚πˆπ€π‹π„ π‹β€™πˆπ’π‚π‘πˆπ™πˆπŽππ„ 𝐈𝐍 𝐂!𝐇𝐀 ππ‘π„π•π€π‹π’πŽ π‹β€™π€πŒπŽπ‘π„ (ππ”π„π‹π‹πŽ π•π„π‘πŽ) 𝐏𝐄𝐑 πˆπ‹ ππ€π’πŠπ„π“ 𝐄 𝐋𝐀 π‚πˆπ“π“π€β€™

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𝐏𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐁𝐮𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐧𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐭𝐨𝐫𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐝𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐬𝐢: “𝐋𝐚 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞 𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐜𝐢 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐞. 𝐇𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐚𝐥𝐬𝐨 𝐥’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐠𝐥𝐨𝐫𝐢𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐯𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨”. 𝐈𝐥 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐋𝐚𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐫𝐚̀ 𝐚𝐝 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐪𝐮𝐞𝐭 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐁𝐚𝐥𝐝𝐢𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐨𝐬𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚, 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐞𝐳𝐳𝐚

Robur in salvo! In extremis con i termini ultimi di iscrizione al nuovo campionato di Serie C unica (in scadenza a ore), la società roburina ha optato per un ulteriore sacrificio e la volontà di proseguire l’attività sportiva.

A comunicare la lieta notizia, dopo giorni di trepidazioni, rinunce e sterili polemiche, è il Presidente Alberto BUSCARINI che proprio sul filo di lana, insieme a pochi altri dirigenti superstiti, ha deciso di non far morire il basket osimano e soprattutto consentito, con il via libera a far rimbalzare l’attrezzo sul parquet, che il G.S. Robur attivo dal 1959 e nel cuore di almeno tre generazioni di sportivi, possa continuare a gioire della palla a spicchi “ciuffata” nel canestro avversario.

Che dopo un’estate di tribolazione vera, questo sport, secondo in Italia e ad Osimo solo al calcio, potesse continuare a restar vivo, erano rimasti in pochi a scommetterci. Dopo l’addio annunciato del patron Dino LATINI – ringraziato dalla Robur per l’apporto decisivo fornito nei lunghi anni passati – e visto il perdurante disinteresse, anche in questa seconda e delicatissima fase, del solito PUGNALONI (bravo a parole ma zero carbonella in atti concreti), le lancette del barometro promettevano alla Robur solo grandine e tempesta.

Se il peggio si può dire passato, anzi da oggi ufficialmente alle spalle – consentendo ai colori roburini di affrontare, dal primo week-end di ottobre, il nuovo torneo di Serie C unica – Osimo sportiva dovrà ringraziare solo BUSCARINI e pochi compagni a dargli una mano-

“In tutta onestà – ha spiegato il Presidente della rinata Robur – siamo stati indecisi sul da farsi sino all’ultimo. Mettere a disposizione le sostanze economiche necessarie non è stato scherzo… ma vogliamo essere ottimisti e quindi pensare positivo di riuscirci, cammin facendo.

In questi giorni la cosa più importante era decidere e decidere entro oggi, martedì 25 aprile, tra vivere o morire. Per rispetto del buon nome della Robur, stimata in città e fuori dal 1959 e tra le prime realtà storiche della pallacanestro regionale, ci siamo convinti che la Robur non poteva sparire in questo modo. Ed eccoci qui.

Da Perugia ad un altro tipo di gioia, ugualmente importanti per la Robur!

Ripartiamo con ciò che resta del club, sia sul piano societario (abbiamo già detto dell’addio ufficiale del patron LATINI, Ndr.) che tecnico (su tutti l’altra partenza di coach SCIUTTO, approdato in B a Salerno, Ndr.) ma speriamo di continuare ad essere sorretti, come sempre, dalla passione e dall’incoraggiamento della città, dei tifosi e dei simpatizzanti”.

Si giocherà, probabilmente di domenica, presso il Pala Baldinelli non riscuotendo oltre, il Pala Bellini, delle norme di sicurezza necessarie anche in Serie C.

Quanto all’obiettivo sportivo, la Robur tenterà di riuscire a salvarsi in un campionato assai competitivo, a 18 squadre, con gli ultimi 8 club destinati ai play-out per non retrocedere. La nuova Robur, rispetto allo scorso campionato vincente, manterrà in organico i quattro osimani già nelle rotazioni della prima squadra, mentre il resto del roster sarà completato da giovani di belle speranze, possibilmente osimani. Come da tradizioni consolidata.

Insomma da ottobre sarà di nuovo e come sempre Forza Robur!

πƒπˆπ•πˆπ’πˆ 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐅𝐄𝐃𝐄 πŒπ€ 𝐏𝐔𝐑 π’π„πŒππ‘π„ π†π„ππ„π‘πŽπ’πˆ 𝐄 ππ€π™πˆπ„ππ“πˆ
π‚π‘πˆπ’π“πˆπ€ππˆ 𝐄 π“π„π’π“πˆπŒπŽππˆ π†π„πŽπ•π€ πˆππ•πˆπ“π€π“πˆ 𝐀 𝐃𝐀𝐑𝐄 π‹β€™π„π’π„πŒππˆπŽ
𝐋𝐀 π…π€πŒπˆπ†π‹πˆπ€ πƒπˆ πˆπ‹π€π‘πˆπ€ π“πŽπ‘ππ€ 𝐀𝐃 𝐀𝐂𝐂𝐔𝐒𝐀𝐑𝐄 𝐈 π’π„π‘π•πˆπ™πˆ π’πŽπ‚πˆπ€π‹πˆ
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