𝗔𝗰𝗰𝗮𝗱𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝟮𝟬𝟭𝟰 𝗮𝗹 𝗯𝗮𝗿 “𝗔𝗿𝗺𝗮𝗻𝗱𝗼” 𝗱𝗶 𝗖𝗲𝗿𝗲𝗮, 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗺𝗮𝗱𝗿𝗲 𝗲 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮, 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝗹𝗼, 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝗠𝘂𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶𝗻𝗶. “𝗡𝗼𝗻 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝘃𝗲𝗿 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻 𝗿𝗲𝗮𝘁𝗼 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼. 𝗜 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶 𝗺𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗼𝗿𝘁𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗴𝗶𝗮”
Scontrini fiscali, al bar, con su sopra l’effige del Duce!
Accade regolarmente da ormai 9 anni in locale di Cerea, in provincia di Verona; ma solo ora, grazie ai social che amplificano ogni news, il cappuccino con brioche che riporta il cliente al secolo scorso, è diventata anche per le tv, nell’estate degli scontrini per i piatti vuoti, una notizia da rilanciare.
La controversia, narra la testata locale “La Voce di Rovigo” nell’edizione di venerdì, dura in realtà dal 2014 quando il primo scontrino, per un banale caffè corretto alla grappa, venne battuto il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma del 1922. Documento fiscale su cui pagare le tasse, emesso dal “bar Armando” gestito dall’anziana Maristella FINEZZO in collaborazione con la figlia Marica BOLOGNA.
Superfluo ricordare come la ricevuta con l’immagine di Benito MUSSOLINI col fez (simbolo degli Arditi e modello del fascismo prima maniera) suscitò indignazione in tutto il paese, 16.000 in tutto, circa.
Oggi, grazie ai social media imperanti, lo scontrino littoreo è tornato sotto i riflettori, scatenando una nuova ondata di reazioni, le più disparate.
Mentre alcuni condannano fermamente l’utilizzo dell’immagine del dittatore, ritenendolo un aperto richiamo al fascismo, altri lo approvano – questa la novità dei tempi – in segno di solidarietà verso le due bariste, use ad esporre nel locale anche cimeli del periodo fascista.
Sta di fatto che dal 2014 ad oggi, lo scontrino con l’immagine del Duce è stato regolarmente distribuito; tanto che quella che era una pratica limitata al 28 ottobre è presto divenuta “firma” del bar, presente e apprezzata tutto l’anno.
Maristella FINEZZO, la madre, difende strenuamente la scelta di mantenere l’immagine di Mussolini sugli scontrini. E non teme neanche di nascondere la propria simpatia per il periodo fascista che fu, respingendo senza esitazioni ogni accusa di nostalgia.
“Ma quali rimpianti? – spiega la proprietaria – se all’epoca non ero neanche nata! Semplicemente credo che alcune azioni di Mussolini siano state positive per l’Italia, a parte gli orrori delle leggi razziali” – sostiene FINEZZO citando la sanità, quasi gratuita, come uno degli aspetti positivi.
E aggiunge: “Le critiche? Lasciano il tempo che trovano, non mi influenzano di certo. I problemi dell’Italia sono ben altri; e chi è al governo del Paese, per fortuna, sta lavorando per risolverli”.
E via con un elogio al Presidente del Consiglio Giorgia MELONI “per il suo impegno nel cercare di risolvere le annose questioni lasciate in eredità da decenni di governi di Sinistra”.
Idee personali delle proprietarie a parte, il bar “Armando” di Cerea è conosciuto nel Veronese per accogliere clienti di ogni tipo e provenienza, compresi immigrati. Anzi pare essersi distinto per rappresentare, di fatto, un luogo di incontro aperto e inclusivo.
“Di certo – spiega la figlia Marica BOLOGNA – non ci sogniamo, ne ci interessa, conoscere l’affiliazione politica dei nostri clienti, anche degli immigrati, che scelgono il nostro bar. Qui nessuno è razzista… con chi si comporta bene” – afferma sicura la più giovane delle proprietarie.
E aggiunge per essere più chiara: “Solo normalità, abbiamo in paese mele marce tra gli italiani, così come tra chiunque altra nazionalità”.
E così si va avanti, a forza di scontrini e pacche sulle spalle.
Madre e figlia sono determinate più che mai a non cedere alle critiche e restare fedeli ai propri ideali di Italia.
“Chi ci accusa di essere fasciste fanno solo del gran piacere. Non nascondiamo i nostri ideali, anzi ne siamo davvero orgogliose. Sarebbe meglio che la gente, specie di fuori Cerea, si occupasse delle azioni di Vladimir PUTIN, un comunista; e dei danni che sta causando in Russia e in Ucraina… invece di polemizzare per degli scontrini”.
Insomma, ma non c’erano dubbi, la controversia attorno alle ricevute emesse per le colazioni consumate al bar Armando, pare destinata a continuare a lungo.
Maristella e Marica ad arrendersi non pensano proprio. “Dopo tutto se dal 2014 non ci hanno contestato nulla e nessun provvedimento giudiziario è stato intrapreso per vietarci l’utilizzo del volto di MUSSOLINI sugli scontrini, significa che non abbiamo commesso, non stiamo commettendo e non commetteremo reato. Anzi, con questa polemica, contiamo di ottenere a gratis maggior visibilità e magari più clienti…”.