𝗔𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗣𝗮𝗹𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗕𝗮𝗹𝗹𝗲𝗮𝗻𝗶-𝗕𝗮𝗹𝗱𝗲𝘀𝗰𝗵𝗶, 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗽𝘂𝗿 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗱𝘂𝗰𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗱𝘂𝘀𝘁𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮 𝗧𝗼𝗻𝘁𝗶. 𝗘𝗱 𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗮 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗺𝗮𝗰𝗶𝗮 𝗕𝗮𝗿𝘁𝗼𝗹𝗶 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶, 𝗱𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝘀𝘂𝗹 𝗺𝘂𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗮𝗹𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗻𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲, 𝘂𝗻 𝘁𝘂𝗯𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲!
Non fosse che l’occhio degli osimani si abitua presto a tutto, potrebbe ancora fare una certa impressione soffermarsi a guardare; consigliamo esattamente da sotto la balconata di Palazzo BALLEANI-BALDESCHI… luogo che, oltretutto, da sempre, si concede ai turisti come angolo tra i più fotografati di Osimo! Alla faccia!
Come un cazzotto nello stomaco si noterà un ponteggio in bella vista, da tempo immemore (10-12-15 anni chi ricorda con certezza?), appoggiato direttamente sulla fragile balaustra di un palazzo nobiliare del 1500!
Edificio nobiliare, oltretutto, teoricamente tra i più significativi di Osimo; non foss’altro per aver ospitato, nel Medio Evo, il potere cittadino.
Tutto questo, però, ovvero della bellezza deturpata e del pericolo reale di un cantiere di fatto abbandonato, alla proprietà pro tempore (direttamente l’industriale Maria Grazia TONTI e/o qualche società riferibile alla famiglia o all’impresa) interessa discretamente poco.
Contattata nei giorni scorsi in azienda, non abbiamo avuto fortuna: l’industriale è impegnata in qualche parte del mondo, in fiere specializzate, e non sarà ad Osimo tanto presto.
Ad Osimo, invece, potrebbe arrivare la Soprintendente alle Belle arti della provincia di Ancona, l’architetto recanatese Cecilia CARLOROSI, invitata pubblicamente a toccare con mano lo scempio in corso.
Non scommetteremo troppo sul fatto che l’architetto vorrà effettivamente trovare i pochi minuti di tempo necessari per risolvere il degrado (che è anche pericolo oggettivo) in atto; però almeno ci piace pensarlo come evento in teoria possibile.
Molto più verosimile che, un giorno o l’altro, passando sotto il loggiato interno che guarda su via Cinque Torri, magari parcheggiando tranquillamente, non possa cadere in testa, al più sfortunato di tutti, qualche attrezzo o oggetto: dalle palanche di legno ormai marce, ai tubi corrosi dalla ruggine che formano “l’impiccato” di cui stiamo parlando.
Struttura, oltretutto sporgente per almeno un metro su piazza Don Minzoni e da sempre priva di alcuna protezione… per i passanti (siamo pur sempre a 50 metri da Piazza del Comune) e/o gli automobilisti intenti a parcheggiare.
Che per lo storico Palazzo abbandonato non siano bei tempi lo testimoniano anche gli amici piccioni che, visto l’abbandono pressochè generale, hanno ormai colonizzato tetto e ultimo piano della ex residenza nobiliare.
Ne a piano terra le cose vanno meglio; con gli spazi dell’ex bar chiusi da diversi anni.
Ugualmente ad ammuffire risultano anche gli altri livelli del Palazzo, a cominciare dall’ex circolo di Lettura e i suoi preziosi dipinti lasciati da un decennio abbondante al buio, non utilizzati o fruibili da alcuno.
Chicca finale, a testimonianza che, se può buttar male… andrà senz’altro peggio, è la pessima idea, venuta in mente alla farmacia Bartoli, angolo di BALLEANI-BALDESCHI, di consentire il lavoro (pare approvato dalla proprietà!) di perforare il muro… ciò al fine di permettere il passaggio di un tubo da idraulico, utile a raggiungere il tombino sulla strada!
In pratica la condensa provocata da un banale condizionatore d’aria, anziché essere indirizzata, come è normale, verso lo scarico interno più vicino… viene convogliata dal tubo direttamente sull’esterno e da qui dentro il tombino!
Abbiamo provato a chieder lumi al dottor Roberto BARTOLI, consigliandolo a rimuovere la soluzione volante; un espediente che non può essere accettato come normale.
Purtroppo il noto farmacista, nello spiegarci le ragioni “storiche” di quello scarico improprio (pare che avvenga da sempre), si è limitato ad assicurarci che il tubo, di colore verde, verrà presto dipinto di bianco (per camuffarlo al muro su cui è fissato) e accompagnato direttamente dentro il tombino.
Alziamo le mani.