𝗗𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲, 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗼𝗺𝗶𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗙𝗶𝗮𝗺𝗺𝗲 𝗚𝗶𝗮𝗹𝗹𝗲, 𝗮𝗱 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗿𝗲𝗴𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘅 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗲𝗺𝗽𝗲𝘀𝗲. 𝗣𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗮, 𝘀𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲 𝗹𝗮𝗿𝗴𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗟𝗲𝗴𝗴𝗲, 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗶 𝟰 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗶 𝟯𝟭 𝗰𝗹𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘁𝗿𝘂𝗳𝗳𝗮𝘁𝗶, 𝘂𝗻𝗲𝗻𝗱𝗼𝘀𝗶 𝗮𝗹 𝗺𝗮𝗹𝘁𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗮𝗻𝗶𝗲𝗿𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗮𝗹𝗲! 𝗡𝗼𝗻 𝘃𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗼𝗰𝘂𝗿𝗮, 𝗻𝗲𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗻 𝗽𝗼̀, 𝗹’𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝘂𝗴𝗮; 𝗣𝗮𝘀𝘀𝗮𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗶𝘁𝗶𝗿𝗮𝘁𝗼
61.000 euro su un conto corrente di proprietà. Stop. Null’altro, come ampiamente prevedibile, la Guardia di Finanza di Osimo è riuscita a recuperare, nonostante controlli incrociati a più livelli, rispetto ai 4 milioni di investimento affidatogli nel tempo dai 31 clienti truffati da Prisca CARLETTI.
Restano le notizie meno buone. Ad esempio: che fine ha fatto la CARLETTI… più esattamente cosa è accaduto all’osimana in contemporanea con l’avviso di chiusura dell’inchiesta? Fine delle buone notizie.
Tante le domande, alcune veramente cretine nella implicita semplicità, che affollano la mente dei 31 truffati e anche dei lettori che, in buona fede, credono nella Giustizia e nella macchina tribunalizia che dovrà accertare la verità processuale e punire i colpevoli… ma non anche sforzarsi di trovare il modo di riportare in Italia il maltolto.
E si, perché a fronte dei circa 2.000 euro scarsi, che ciascun investitore potrà – forse – a fine corsa recupere, da qualche ora aleggia ad Osimo un ulteriore domanda a rischio: dove si trova attualmente la concittadina Prisca CARLETTI?
Detto che la somma posta sotto sequestro appare più che irrilevante, visto che ciascun cliente dello “Studio FANTASIA” -su cui la CARLETTI aveva dirottato gran parte delle somme immesse nel mercato azionario – rischia mediamente 65 volte tanto, ovvero 130.000 euro… ecco che l’interrogativo acquisisce una certa valenza.
Peccato che le stesse preoccupazioni non siano state fatte proprie dalla Procura di Ancona a cui le Fiamme Gialle hanno notificato, nei giorni scorsi, la chiusura dell’indagine.
Lieti di essere smentiti se dal Tribunale dovesse saltar fuori per la possibile imputata Prisca CARLETTI l’avvenuta applicazione cautelare del divieto di espatrio e il contestuale ritiro del Passaporto.
Un provvedimento cautelare di normale buon senso che lo Stato, oltretutto, ben conosce e applica quando si ritrova negli stessi panni dei 31 osimani alleggeriti, ovvero truffato.
In questo caso è buona norma per lo Stato italiano intervenire, a garanzia dei suoi stessi interessi, interrompendo, fino a sentenza definitiva, la validità del documento di espatrio… in pratica “sequestrando” il cittadino-imputato e obbligandolo di fatto a restare in Italia, a prescindere se colpevole o innocente. Una banale misura precauzionale, insomma.
Le stesse preoccupazioni, però, non valgono più (o meglio non preoccupano la Giustizia) quando il giro di affari, losco o lecito, piccolo o grande, intercorre tra privati.
Nella fattispecie i cavoli sono ordunque “privati” e non interessano di certo la comunità vasta del popolo italiano… tanto è vero che la Procura, accogliendo le istanze di possibile colpevolezza della CARLETTI – truffa, autoriciclaggio, attività finanziaria abusiva ed anche sostituzione di persona – non ha ritenuto applicare, oltre la confisca del conto corrente, nessun altra misura a difesa dell’indagine e della Giustizia; come ad esempio, poter contare sulla presenza certa dell’accusata, in caso di processo penale.
Alzi la mano colui che, potendo contare su 4 milioni trasferiti i e immobilizzati da tempo all’estero, sarebbe restato in Italia a condurre una vita grama e con la prospettiva di un processo e una quasi sicura condanna?
Nessuno ha alzato la mano? Bene. Anche Prisca CARLETTI pare essere stata dello stesso parere.
Secondo i 31 “segugi” che, quotidianamente, si preoccupano di monitorare gli spostamenti dell’ex amica o ex familiare, la donna sarebbe stata vista nei dintorni della città, per l’ultima volta, nel ponte dei Santi, avvistata in compagnia del suo convivente attuale, l’osimano S. B. Diciamo, ribadiamo e sottolineiamo pare.
Da allora 10 lunghi giorni che, come periodo, corrispondono, guarda caso, con il carteggio depositato in Procura e notificato anche all’avvocato difensore della 48enne.
Un pò il segnale che la libertà, sottoforma di ritiro e sequestro del Passaporto, iniziava ad essere considerata a rischio; e che se davvero la CARLETTI dispone del malloppo, in tutto in parte, questo era il momento per andare a ricongiungersi e sparire, per sempre, dall’Italia.
La cosa per noi buffa, per i truffati triste e per gli italiani strana è però legata alla considerazione finale: in questo singolare Paese vengono lautamente retribuiti servitori dello Stato che – senza mai pagare dazio per le proprie decisioni – reputano perfettamente lecito di tutto. Anche sorvolando sul pericolo, oggettivo, di fuga!
Infischiandosene anche di fronte a valutazioni di tutta logicità: che il truffatore, specie in caso di processo, possa continuare a viaggiare per il mondo e nel mondo restarci…
E in caso condanna? Pochi ricorderanno che Prisca CARLETTI ha lasciato l’Italia da donna libera… alla faccia nostra, dei 31 truffati e dell’Italia tutta!
Chiederle di tornare? Proporle di rientrare e difendersi? Tornare, ricongelare i soldi e magari scontare del carcere? Suvvia…