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𝗦𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗼, 𝘂𝗻 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗽𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗵𝗶𝗲𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲, 𝗶 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝘂𝗻 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼-𝗗𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘃𝗲𝗿𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟯 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼. 𝗦𝘂𝗹 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗼𝗽𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝗯𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗿𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗲 𝗱𝘂𝗲 𝗚, 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗴𝗻𝗮𝘁𝗲 𝗮 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲, 𝗹𝗮 𝗚𝗹𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗼 𝗚𝗶𝗻𝗻𝗲𝘁𝘁𝗶? 𝗣𝗲𝗿 𝗼𝘁𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗰𝗹𝗮𝗺𝗼𝗿𝗼𝘀𝗼 (𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗱𝗶𝗼𝘀𝗼) 𝘀𝗼𝗿𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 – 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲 – 𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗯𝗯𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗲 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗮 𝟮𝟳% 𝗲 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝘁𝗼𝗰𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗳𝗲𝗿𝗿𝗼. 𝗧𝗲𝗿𝘇𝗼 𝘀𝘁𝗲𝗽: 𝗼𝘁𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗯𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝘃𝗼𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶 𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝘃𝗼 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼. 𝗤𝘂𝗮𝗿𝘁𝗼 𝗿𝗲𝗾𝘂𝗶𝘀𝗶𝘁𝗼? 𝗦𝗽𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘂𝗻 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮 𝘀𝗼𝗿𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗰𝗶𝗽𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗶 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗿𝗶 𝗲 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮𝘁𝗼, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲, 𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘃𝗼𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮

Tre super miracoli e – una volta quand’anche ottenuti – ancora un miracolone finale per un totale di quattro ultra prodigi della politica, assistita dal Cielo!

Quattro eventi quasi soprannaturali da indirizzare con sapienza certosina, a mò di altrettante sciagure, sul conto dei ritrovati Civici e del Centro-Destra alleato; per la prima volta, dai tempi delle lamette del mancato Assessore all’Urbanistica BUGLIONI, uniti e compatti. Era il 1999.

Possibile o impossibile da ottenersi? La fredda ragione e il seguente calcolo spingerebbero verso un no sicuro; non è possibile pensare di ottenere tanto, oltretutto tutto insieme.

Non sembra nelle corde attuali di Achille GINNETTI, da anni Candidato a Sindaco di Progetto Osimo Futuro e ora anche della Dem Paola ANDREONI.

Ex pasionaria di un Pd di cui pare destinata, a super breve, ad una clamorosa migrazione verso posizioni assai più moderate, la ANDREONI sembra fatalmente destinata alla stessa nemesi politica subita, per tornare al passato remoto, con Su la Testa e i latiniani già pre 1999, contraria all’accordo vincente col Centro-Destra di allora.

 Ma gli stessi quattro super miracoloni dovranno essere affrontati (e vinti), nel Centro-Sinistra, anzi nella Sinistra e pochissimo Centro creato da PUGNALONI in un decennio che da Michela GLORIO, candidata a Sindaco di quanto rimarrà del Pd.

Michela GLORIO, ultra Sinistra, Assessore uscente e possibile candidata di mezzo Pd e 5 Stelle, nel segno della continuità Pugnaloniana!

Un Partito democratico che alle difficoltà nazionali, già gravi, dovrà aggiungere la situazione di divisione interna, mai – elettoralmente parlando – così grave. Un partito mai come oggi in mano ad una persona sola, oltretutto convinta di aver già largamente perso, qualsiasi mossa ci si inventasse di giocare.

Un Pd privato del carisma (e del lavoro sottobanco di decine di peones al servizio della Vice Sindaco) a cui solo la stramberia politica dei 5 Stelle, in caduta libera dal 2018, ha portato un sorso rinfrescante di acqua; ma giusto un sorso essendo i pozzi grillini avvelenati da tempo e sottoposti da cinque anni consecutivi ad adduzioni straordinarie in termini di credibilità, capaci di prosciugare l’intero corpo elettorale, un tempo stellato. E nel 2024 certificato al limite dell’esistenza in vita.

Un Achille GINNETTI sorridente, forte dell’appoggio di Paola ANDREONI come vice, punta dritto al raggiungimento del 27% che, in caso di ballottaggio, garantisce la partecipazione al secondo turno del 23 giugno come secondo miglior eletto

Non fosse più che chiaro, ci spieghiamo meglio: sia Achille GINNETTI che Michela GLORIO necessitano, come passo iniziale obbligato, di superarsi a vicenda. Questo, infatti, imposto dalla legge per l’elezione del Sindaco a due tempi, tramite ballottaggio, il criterio sine qua non per sperare nel Sinistra-Centro: superare l’avversario e al tempo stesso augurarsi che Sandro ANTONELLI decida di imitare Sansone e di morire politicamente insieme a tutti i Filistei. Ovvero limiti la vittoria al primo turno di LATINI (altrimenti scontata) e con un manipolo di eroi strappi all’ex amico i voti necessari per stravincere al primo turno.

Per ottenere cosa? Nulla in particolare per se stesso… se non far vincere l’orgoglio e premiare gratuitamente e inaspettatamente la Sinistra pugnaloniana col regalo di un ballottaggio piovuto dal Cielo; ergo doppio turno previsto il 23 giugno e destinato al vincente del braccio di ferro in doppia G, GLORIO-GINNETTI.

 In caso il lavorio di ANTONELLI dovrebbe comunque portare al risultato di un LATINI vicinissimo all’obiettivo ma tecnicamente fuori, che possiamo dire… un inutile 48% dei consensi; date le condizioni ecco che GINNETTI e la GLORIO dovrebbero entrambi puntare a toccare non meno di quota 27%… vale a dire la percentuale magica che assicura sorpasso e ballottaggio: LATINI-GINNETTI o LATINI-GLORIO.

Ma chi tra le due G? Al momento, stando ai numeri di partenza del 2019, la candidatura GINNETTI-ANDREONI e altri è stimata attorno ai 3200 voti, 3.5000 in caso di exploit; sul fronte opposto la marmellata giallo-rossa, seppur depurata degli Andreoniani e degli yes man 40enni in cerca di un futuro qualsiasi (in politica o nella società), appare in vantaggio, stimata in grado di toccare il porto dei 5.000 consensi; quota minima toccata, storicamente, dal Centro-Sinistra in ogni elezione Comunale.

Su l’ex Assessore Sandro ANTONELLI la responsabilità di fondo se lasciar vincere i Civici e il Centro-Destra al primo turno o invece costringere LATINI alle Forche caudine del doppio turno elettorale.

Ma fin qui, tutto sommato – specie dopo la mossa a sorpresa di LATINI che, in un colpo solo ha ufficializzato la propria candidatura (annunciata da OSIMO OGGI sin da luglio ’23) e l’accordo sostanziale con il Centro-Destra sulla propria figura – il ballottaggio del 23 giugno parrebbe pura ipotesi o addirittura fantascienza politica; insomma quasi una bestemmia al pensiero.

Dovendo però analizzarsi – qui – le possibilità di un Centro-Sinistra diviso e spaccato in due, nel riuscire a prevalere su LATINI… ecco che al superstite del braccio di ferro tra G e G servirebbe anche il quarto e ultimo miracolone: trasformare il ballottaggio desiderato in un referendum a suffragio universale pro o contro LATINI; insomma un film già visto due volte nel 2014 e pure nel 2019, LATINI si, LATINI no…

Riepilogando: 1) il Centro-Sinistra, compreso di Liste civiche ginnettiane e 5 Stelle, si presenta all’appuntamento del 9 giugno diviso, scissionista e con candidati a Sindaco alternativi, diversi, anzi diversissimi.

2) l’uno deve prevalere sull’altro e conquistarne pure l’elettorato pressochè al gran completo;

3) LATINI e il Centro-Destra dovrebbero nel contempo, misteriosamente fallire impostazione e messaggio comunicativo, pagare dazio a Sansone ANTONELLI e terminare almeno un passo sotto il raggiungimento del quorum.

4) per la terza volta su tre la Grazia del Cielo dovrebbe discendere in Terra ad illuminare gli Osimani e consigliarli di scornare nuovamente il buon LATINI il 23 giugno. Come già successo due volte; nel 2014 (per due voti) e nel 2019 per un centinaio… Quanti nel 2024?

Ma qui, onestamente, ci fermiamo, non riuscendo a capacitarsi di come la stessa parte politica possa davvero battere ancora i favoriti e sul filo di lana… anche per un solo voto in più!

In realtà proprio sperare di rivincere ancora, pur se con un solo consenso di differenza, è quanto di massimo possibile oggi resta alla Sinistra-Centro. Un testamento politico offerto agli Osimani dal magico mondo Pugnaloniano e in dieci anni recapitatoci in tutte le salse… diluito tra falsi fasti e vere feste al motto di “Vietato pensare” o “Scemo chi lavora” (per Osimo). Semmai – ha insegnato per anni l’Assessore ai Lavori Pubblici Flavio CARDINALI – ci pensa lui; sempre e solo lui.

Questa, in fondo, la chiave dio volta delle Comunali; la filosofia di vita del padre e padrone che gli Osimani dovranno giudicare, al di la dei nomi in ballo.

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