𝗟𝗮 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗥𝗮𝗶𝟯, 𝗰𝘂𝗹𝘁 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲, 𝗲̀ 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗮𝗱 𝗮𝗻𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗺𝗼𝘀𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮̀ 𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝗧𝘂𝗿𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗱𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝗕𝗿𝘂𝘀𝗰𝗵𝗶𝗻𝗶. 𝗡𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗿𝗶𝗻𝗼 𝗱𝘂𝗲 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗻𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗱𝗮𝘁𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝘀𝘂 𝗽𝗶𝗮𝘇𝘇𝗮, 𝗹𝗮 𝗖𝗢𝗥, 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮 𝟯𝟬𝟬.𝟬𝟬𝟬 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗰𝗶𝗮𝘀𝗰𝘂𝗻𝗮, 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗼𝗽𝗽𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗮𝗳𝗳𝗶𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼. 𝗔𝗰𝗾𝘂𝗮𝗿𝗼𝗹𝗶, 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝗮𝘃𝗲𝗿 𝗱𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗡𝗶𝗰𝗼𝘀𝗶𝗮, 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗴𝗴𝗲 𝗶𝗹 𝘁𝗶𝗿𝗼. “𝗟’𝗵𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝘂𝗲 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗼 𝗺𝗮𝗶 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗯𝗼𝗰𝗰𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗲…”
di Sandro PANGRAZI
Parrebbe che per diventare un simil commendator NICOSIA, alias il “signore delle Mostre”, possa bastare una banale partita iva societaria (per esempio vedi la COR, creare, organizzare e realizzare), della buona inventiva grafica nell’ideare un marchio ad hoc (ad esempio i Papi e i santi marchigiani e il logo che li ha caratterizzati) e magari delle banali amicizie al più alto livello possibile; più in alto sono, ovviamente, e meglio la mostra riesce bene.

Almeno a dar retta alle ultime rivelazioni della collega Lucina PATERNESI, domenica sera per REPORT, brava a farsi trovare dal “signore” Alessandro NICOSIA (72 anni, catanese di nascita ma carriera romana de Roma) per delle succulenti precisazioni sul chiaccherato e ancora senza risposta caso Atim e soprattutto sui 600.000 euro che l’Assessore ACQUAROLI si è incredibilmente fatto sfuggire dal controllo per un doppio affidamento diretto – ATIM-COR – contro legge.
“Quel benedetto Presidente – spiega il “signore delle mostre” a proposito di ACQUAROLI e della vicenda Papi e Santi – dice che non mi conosceva… ed è la cosa che in questa storia mi ha infastidito di più!
Gli abbiamo portato i progetti “scientifici” e solo quando il Presidente ha dato l’ok si è partiti… BRUSCHINI – ripete NICOSIA – non aveva l’autonomia di dire “ho deciso io” o “faccio io” e portare il pacchetto chiuso al Presidente…”
Il signore delle mostre, dunque, non solo sconfessa l’autonomia di BRUSCHINI e la “inconsapevolezza” del Governatore, ma dice di più e altro.

“Il progetto, dopo che mi ha fatto aspettare almeno due ore – riprende a ricordare NICOSIA – lo abbiamo affrontato. C’era la sua segretaria particolare Elena CONFORTI (portavoce e al tempo barista al Gran caffè centrale di Castelraimondo, NdR.) e il capo di Gabinetto Fabio PISTARELLI… La mostra l’ho raccontata ad ACQUAROLI per filo e per segno che ha così commentato: “Uh che bello…” e ha dato l’ok a BRUSCHINI”

Lucilla PATERNESI (REPORT), in un caffè all’aperto di Roma: QUINDI QUANDO ACQUAROLI DICE: “Non lo so. NICOSIA non lo conosco, deve chiedere a BRUSCHINI…” SIGNIFICA CHE?
“Fammi questo cappuccino in serenità, no?”.
In precedenza, nel 2022, sempre NICOSIA aveva proposto a BRUSCHINI un “progetto scientifico” che avesse celebrato la grande storia delle Marche.
BRUSCHINI, è noto, disse si. Nacque così, per i primi 300.000 euro + Iva affidati sulla fiducia (il limite di legge, oltre il quale serve una gara, nel caso di rilievo europeo, rispetta un plafond per la libera spesa fissato molto al di sotto, a quota 140.000 euro).
La prima delle due mostre romane – Le Marche, unicità nella moltiplicità – ospitata nella splendida cornice di Palazzo POLI, dirimpetto alla Fontana di Trevi!
Oggetto: da LEOPARDI a Maria MONTESSORI , passando sbrigativamente per l’attrice Virna LISI e il Ct MANCINI (dimenticando RAFFAELLO e ROSSINI, troppo “scientifici” da analizzare) BRUSCHINI confermò la copertura di 300.000 euro da parte di Atim “come ribadito nell’incontro avvenuto a novembre 2022, ad Ancona, col Presidente ACQUAROLI”
Il grande successo di pubblico (anche perché la gente non pagava biglietto) ha così suggerito a BRUSCHINI un bis.

Rivela RANUCCI a REPORT: “Il Presidente ACQUAROLI è rimasto tanto contento… puoi inventarti un altro bel progetto?”.
Detto e fatto. Invitato a darsi da fare, l’anno dopo NICOSIA, il signore delle mostre, torna alla carica e il 23 maggio 2024 propone la mostra sui Papi e Santi marchigiani, con tanto di catalogo e location esclusiva a Castel Sant’Angelo. Stessa spiaggia, stesso prezzo: 300.000 euro + Iva, stavolta con tanto di “marchio di fabbrica”, appunto il logo, stranamente inventato da COR e depositato al Ministero del made in Italy solo a contratto con ATIM stipulato.
“Probabilmente – sostiene Micaela VITRI, Consigliera regionale Pd e ormai massima esperta delle alterne vicende Atim – per dimostrare la società COR unica interessata… postuma alla organizzazione dell’evento, nonché massima esperta di Papi e Santi marchigiani!”.

Ma c’è di più. Stando alla ricostruzione della VITRI, la data della mostra sarebbe stata decisa direttamente da ACQUAROLI nel corso di una visita da Ancona fatta dal signore delle mostre.
“E’ indicato chiaramente in una mail di COR” –mostra copia del documento la Consigliera Dem una volta a favore di telecamera.
Incalza anche Fabrizio CESETTI, Consigliere regionale Pd. “Credo che la Procura della Corte dei Conti dovrà fare degli approfondimenti per verificare se ci sono responsabilità di ordine erariale. E’ inoltre gravissimo l’atteggiamento sostenuto dall’Assessore ACQUAROLI quando dice che non si intromette nelle cose di Atim. Oltre ad indurre a pensare, di per se, ad una omissione, lascia pensare che le cose in Atim potrebbero avvenire a sua insaputa…”.
Peccato che a forza di affidamenti diretti – conclude REPORT – i soldi girino tra amici; e peccato che i 600.000 euro spesi da ATIM con la COR per le due mostre potrebbero non rientrare nelle eccezioni previste dal codice degli appalti per gli affidamenti diretti sopra soglia.
Da ultimo una precisazione di ACQUAROLI il quale dopo aver affermato di non conoscere il “signore delle mostre”, ha cambiato idea confermando a REPORT di aver incontrato Alessandro NICOSIA due volte, salvo ribadire che ogni tipo di scelta sulle procedure non era in capo all’Assessore ma a BRUSCHINI; e quindi che non è mai entrato nelle decisioni, né sui soggetti che nelle procedure.
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