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𝗣𝗿𝗼𝗻𝘁𝗮 𝗿𝗲𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗳𝘂𝗴𝗵𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗺𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗶𝗻𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗿𝗶𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗮𝗰𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗹 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼, 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗿𝗺𝗮 𝗶𝗻 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗼𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗧𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮-𝗦𝗹𝗼𝘃𝗲𝗻𝗶𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗶𝗲𝗿𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝟭𝟵𝟳𝟱 𝗱𝗶 𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮 𝗲 𝗰𝗼𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗦𝗮𝗯𝗮𝘁𝗼 𝟮𝟯 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗮𝗺𝗽𝗮𝗻𝗮 𝗼𝘀𝗽𝗶𝘁𝗲𝗿𝗮̀ 𝗶 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶, 𝗴𝗶𝗮̀ 𝗮𝘃𝘃𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗶𝗻 𝗦𝗲𝗻𝗮𝘁𝗼, 𝘀𝘂𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘂𝗽𝗽𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗧𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘃𝗼𝗰𝗲 𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗶, 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗲𝘀𝘂𝗹𝗶

Tra poco è Natale, p𝘂𝗼𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗣𝗼𝘀𝘁𝗲𝗣𝗮𝘆 5333 1750 9752 6856 (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗗𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜)
𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗼𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗜𝗯𝗮𝗻 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 𝗜𝗧𝟳𝟵𝗝 𝟯𝟲𝟬𝟴 𝟭𝟬𝟱𝟭 𝟯𝟴𝟮𝟯 𝟯𝟴𝟬𝟵 𝟰𝟯𝟯𝟴 𝟭𝟮
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https://www.radioradicale.it/scheda/773600/a-cinquantanni-dal-trattato-di-osimo
(nella registrazione di Radio Radicale puoi ascoltare, in anteprima, quanto verrà presentato al Campana il prossimo 23 novembre, Palazzo Campana)
Non si è fatta attendere la risposta delle associazioni istriane e dalmate (che rappresentano il ricordo e la discendenza dei profughi scappati dall’occupazione slava post bellica) alle menzogne della Sinistra osimana.
Sabato 22 novembre, riprendendo un convegno tenutosi in Senato il 7 novembre scorso sui 50 anni dal trattato di Osimo, l’Istituto Campana ospiterà gli stessi relatori che a Palazzo Madama hanno illustrato la vicenda storica, poi sfociata nel Trattato della resa incondizionata alle condizioni Titine.
Prenderanno parte al convegno lo storico Stefano PILOTTO, il Presidente nazionale dell’unione degli Istriani Massimiliano LACOTA e il Senatore di Fratelli di Italia Roberto MENIA, cui toccherà riportare la vicenda alla amara veridicità storica appena confutata, con troppa faccia tosta, dal Sindaco Michela GLORIO.
“Era il 10 novembre 1975 quando l’Italia firmava l’ultimo accordo confinario – narrano le associazioni – che regalò, senza contropartita alcuna, l’Istria nord-occidentale (corrispondente alla cosiddetta Zona B) alla Jugoslavia di Tito; Tito che cinque anni dopo sarebbe morto, avviando il previsto processo di liquefazione della sua creatura: la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.

Nel 1977 il Parlamento italiano ratificò il Trattato e a nulla valsero le nostre proteste – dell’Unione degli Istriani – che per due anni ci battemmo, da soli, purtroppo invano, per evitare che ciò accadesse.
Le partecipate proteste di piazza, co organizzate dalla nostra Associazione (sempre pacifiche ma molto rumorose, tanto che ci costarono la chiusura d’ufficio a seguito del Decreto prefettizio che ci considerò alla stregua di una organizzazione eversiva) non riuscirono a fermare ciò che Aldo MORO e la Dc avevano già deciso, forti anche del tradimento di buona parte del nostro associazionismo, cosa che pochi italiani conoscono.
Due associazioni del nostro mondo, infatti, – l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) e l’Associazione delle Comunità Istriane – totalmente politicizzate ed entrambe teleguidate dal Governo attraverso i loro rappresentanti eletti in Parlamento e negli Enti locali, per disciplina di partito si astennero… quando non votarono a favore della cessione a Tito dell’ultimo lembo di terra istriana.
Una mostruosità, un autentico tradimento che pesa ancora oggi sui rapporti odierni con le due associazioni che, partitiche e “buone” per tutte le stagioni, continuano ad essere.

L’unico deputato della DC che votò contro le direttive del suo partito, finendo di colpo la sua carriera politica, fu l’On. Giacomo BOLOGNA che non poté accettare di dare il proprio consenso alla cessione della sua città natale, Isola d’Istria, alla Jugoslavia.
Il paradosso è che oggi, quelle stesse organizzazioni di esuli – conclude il comunicato – hanno pure la spudoratezza di commemorare questa data luttuosa odierna, avendo contribuito a renderla vergognosamente immortale!
La verità, seppur così tremenda, va raccontata. Tutta. Anche ad Osimo”.

Tra poco è Natale, p𝘂𝗼𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗣𝗼𝘀𝘁𝗲𝗣𝗮𝘆 5333 1750 9752 6856 (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗗𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜)
𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗼𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗜𝗯𝗮𝗻 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 𝗜𝗧𝟳𝟵𝗝 𝟯𝟲𝟬𝟴 𝟭𝟬𝟱𝟭 𝟯𝟴𝟮𝟯 𝟯𝟴𝟬𝟵 𝟰𝟯𝟯𝟴 𝟭𝟮
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