L’interrogativo di fondo, ora, è come verrà speso il capitale. Solo asfalto e favori?
DIVISO IL BOTTINO DELLA VENDITA
QUOTE ASTEA ENERGIA
SUI COMUNI PIOVONO 8 MILIONI CASH,
QUASI 4 AD OSIMO!
Inutilmente indicate a Pugnaloni strade virtuose come la liquidazione del socio privato Astea
Un bottino di circa 8 milioni di euro di cui quasi la metà cash pronto cassa al Comune di Osimo. A distribuirli non sarà la Befana ma l’assemblea Astea riunita questa mattina per discutere dell’insolita liquidazione di capitale da parte della controllata Astea Energia; operazione non vista di buon occhio dalla maggioranza dei Comuni e dai vari tecnici chiamati a sottoscrivere un documento insolitamente ricco e per questo inusuale e giudicato a rischio di firma.
Soldi provenienti dalla vendita, in data 29 dicembre 2016, di una fetta di azioni Astea Energia al socio privato GPO per il 21,32% delle quote, pari giusto appunto a poco meno di 4 milioni ad appannaggio del socio Comune Osimo il quale, con circa il 39,59% delle quote pubbliche, detiene la maggioranza del capitale pubblico Astea.
Che fare di questa pioggia di denaro? La politica ovviamente si divide sul da farsi essendo una cifra a pioggia capace di cambiare i connotati ad un bilancio notoriamente asfittico.
Gli avversari di Pugnaloni in proposito non hanno dubbi: il Sindaco, derogando al comportamento del buon padre di famiglia, utilizzerà la pioggia di denaro insperato per finanziare una personalissima campagna elettorale basata sul consenso in stile do ut des, ovvero io do affinchè tu dia.
Niente di sbalorditivo sotto il cielo della politica, scene già viste e riviste; se non che stavolta la città attenta ai movimenti della politica sperava in un volare più alto rispetto alle crude necessità della maggioranza di utilizzare i soldi della comunità cittadina per far fronte ad una campagna elettorale alle porte che si annuncia particolarmente difficile.
Insomma si sperava in meno asfalto a pioggia, in minore aiuti agli amici degli amici in difficoltà, in minor clientele e magri in maggiori investimenti, vista la notevole somma a disposizione, capace di lasciare il segno. tanto più in tempi prolungati di magra come gli attuali.
In particolare, vista la provenienza del tesoretto, l’auspicio degli spiriti più attenti al bene comune era che la vendita del 70% delle quote comunali in Astea Energia potesse essere investito per rendere totalmente di nuovo pubblico l’intero capitale di Astea SpA provvedendo alla liquidazione delle quote pari al 21,32% detenute da GPO.
In questo modo, oltre ad ottenere un significativo risultato che avrebbe riportato il capitale Astea al 100% in mani pubbliche, si sarebbe potuto agevolmente dire no ad un’altra imminente cessione di sovranità, vedi il servizio dei rifiuti allargato all’intera provincia, dicendo un no chiaro e tondo – come hanno già fatto tutti i maggiori Comuni della provincia ad eccezione di Ancona – alla dubbia confluenza in Ecofon.
Parole al vento. Pugnaloni ha già deciso di imboccare la via più rapida e comoda che prevede un mucchio di soldi da spendere. Una politica, a caro prezzo, che non pagherà.