Movimento 5 Stelle in crisi di leadership per una proposta 2019 credibile
A.A.A. CANDIDATO GRILLINO CERCASI
SERGIO FORIA PRIMO DEI TAPPABUCHI
Sindaci alternativi? Marco Carlini o la riproposizione debole di David Monticelli
Grillini osimani, il dato politico del 2013 fu vera gloria? Il 36,75% degli osimani al voto, la bellezza di 7.739 cristiani, roba da far concorrenza a Su la Testa, dissero che si… avrebbero gradito una Italia a 5 stelle.
Per fortuna le cose non andarono in quel senso ma il dato politico di fondo resta. A breve le nuove Politiche ci diranno se gli osimani continueranno sulla strada della protesta fine a se stessa o se invece, preso atto del fallimento renzista, si tornerà ad affidarsi a schemi più collaudati e rassicuranti.
Ma è il voto a Cinque Stelle, in chiave osimana, che oggi sembra interessare la politica. Se Latini vincerà le prossime elezioni al primo turno o se invece gli osimani dovranno rassegnarsi ad un ballottaggio è un quesito a cui molto concorrerà il successo o l’insuccesso del candidato a Sindaco grillino. Oggi come oggi, il più vicino dopo il flop di Monticelli nel 2014, pare tal Sergio Foria, già Assessore al Bilancio a Castelfidardo.
Un buon risultato in primavera, infatti, potrebbe pre costituire una buona piattaforma su cui lanciare la campagna per le Cinque Torri; in realtà tutta la politica cittadina è consapevole, grillini in testa, che di quei 7.739 consensi dell’inverno 2013 gli ancora intercettabili per un candidato a Sindaco grillino saranno molti meno della metà. Diciamo 3.000 e ringraziare.
Specie se a Foria, candidato discretamente debole di suo per essere proposto a Sindaco, non sarà sovrapposto in extremis un altro personaggio di maggiore credibilità, oggi non avvistato all’orizzonte. E non per colpa dei radar.
In un città super politicizzata come Osimo, oltretutto, le Comunali costituiscono da sempre l’esame più arduo da superare. Andando a guardare l’esito delle elezioni intercorse dal 2013 ad oggi, in pratica le Europee e le Comunali del 25 maggio 2014, i numeri parlano chiaramente di un percorso a ritroso per le Cinque stelle.
I famosi 7.739 dell’anno prima scendono repentinamente alle Europee, ovvero alle più “facili” delle elezioni ponendo in palio seggi in Belgio che non interessano la maggior parte degli italiani, diventano 5.125 con la fuga di un terzo netto dell’elettorato.
Ma il dato peggiore sarebbe giunto cinque minuti dopo, cambiando scheda in cabina, con l’elezione del Sindaco. In questo caso Monticelli riuscì nell’impresa di perdere oltre la metà dei consensi dell’anno prima (oltre il -55%!) facendo fermare l’asticella a quota 3.461
Si dirà che in compenso, non potendo vincere, i Cinque Stelle potranno almeno determinare il Sindaco al ballottaggio. Altro falso. Come dimostrato in passato analizzando i flussi di voto, solo un migliaio di elettori grillini parteciparono, recandosi alle urne, alla decisione di chi promuovere tra Latini e Pugnaloni. Il fatto, poi, che il ballottaggio venne in pratica deciso da due soli voti, appare una evenienza non ripetibile, da non prendere in seria considerazione prima dei prossimi 999 anni.
Resta il fatto, come abbiamo esordito, che il movimento, seppur con ambizioni al minimo, potrà efficacemente concorrere all’impedimento della terza elezione di Latini al primo turno e godere nel vedersi riconosciuto un certo potere di veto, almeno in prima battuta.
A quantificare quanto questo pollice verso sarà autorevole o meno, proprio la decisione della base su quale candidato a Sindaco affidarsi.
Anche i 5 Stelle, come tutti gli altri partiti, amano dividersi in due, tre o quattro correnti quando si tratta di convergere sul candidato risultato di maggior gradimento.
La cronaca politica italiana conferma infatti che quando il nominativo gradito ai militanti non risponde al profilo del candidato baciato in fronte dal cerchio magico sovracomunale, è prassi assistere a spaccature di ogni tipo, utili esclusivamente a mettersi fuori gioco da soli.
Al momento, piuttosto, si lavora per scongiurare la iattura di una candidatura bis di Monticelli. Oltre ad aver fallito malamente la chance scorsa, passerebbe nell’opinione pubblica osimana il concetto che, in 5 anni, il movimento non ha saputo produrre lo straccio di almeno un candidato Sindaco credibile, su cui puntare in maniera seria.
Logica insegna come non appare vincente Sergio Foria, eppure tra i papabili attualmente più spesi; ne all’interno del movimento, fatta forse attenzione per Marco Carlini (ottimo mediano ai tempi della C2 ma troppo “ruspante” per riciclarsi come politico), sembrano emergere personaggi degni di nota.
Anche la irruente Sara Andreoli, pur godendo di cinque anni di visibilità grazie all’elezione in Consiglio comunale, sembra destinata a far partire le proprie possibilità dalla terza o quarta fila, penalizzata dal fatto di essere donna (Osimo non è pronta per un salto culturale di queste proporzioni) e di essere vicina, politicamente e sentimentalmente, a Monticelli.
Altri? Escludendo esterni che all’ultimo minuto possano riuscire a sorpassare un quinquennio di lavorio di gente che, in buona fede, crede nel progetto grillino, non si notano altri papabili degni di nota.
Considerato che Osimo è pervaso da sempre da un clima elettorale perpetuo e che al voto che conta manca circa un anno o poco più, i giochi appaiono davvero sul punto di farsi.