SE “LUI” TORNASSE PER DAVVERO
INTERVISTA IMMAGINARIA A BENITO MUSSOLINI

SE “LUI” TORNASSE PER DAVVERO INTERVISTA IMMAGINARIA A BENITO MUSSOLINI

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SE “LUI” TORNASSE PER DAVVERO
INTERVISTA IMMAGINARIA A BENITO MUSSOLINI

Tratto integralmente dal sito http://www.ilprimatonazionale.it


Eccellenza, è uscito un film su di voi, lo sapevate?
«L’avevo detto che il cinema è l’arma più forte».

Vi è piaciuto il modo un po’ teatrale in cui l’attore ha reso il vostro stile?
«Vedete, i gesti, i riti e le divise introdotti nella vita della nazione mi vennero imputati come una personale mania di grandezza. Personalmente mi avrebbero lasciato indifferente se non fossi stato sicuro di compiacere al senso pittoresco degli italiani. Chi guida un popolo ha il dovere di non trascurare nulla di quanto risveglia l’immaginazione, suscita entusiasmo, rinnova anche esteriormente i vecchi schemi della vita» (1)

Nel film in questione, dopo un iniziale spaesamento, vi ritrovate di nuovo ascoltato e amato dal popolo italiano.
«È normale. Io non ho creato il fascismo: l’ho tratto dall’inconscio degli italiani. Se non fosse stato così, non mi avrebbero seguito tutti per vent’anni» (2).

Siete stato evocato spesso come ispiratore di una presunta ondata xenofoba, fatta anche di episodi di violenza. Cosa risponde?
«Voi sapete quello che io penso della violenza. Per me essa a profondamente morale, più morale del compromesso e della transazione. Ma perché abbia in se stessa la giustificazione della sua alta moralità, è necessario che sia sempre guidata da un’idea (3). Occorre deprecare la violenza spicciola, la violenza bruta, inintelligente, che noi non possiamo coprire, ma dobbiamo colpire. La camicia nera non è la camicia tutti i giorni e non è nemmeno un’uniforme: è una tenuta di combattimento e non può essere indossata se non da coloro che sul petto alberghino un animo puro (4)».

Non negherete, però, che oggi la destra è in grande fermento…
«Mi rifiuto di qualificare di destra la cultura cui la mia rivoluzione ha dato origine. La cultura fascista, che recupera valori dell’intero Novecento italiano, non è di destra» (5).

Trump, Putin e molti altri leader stranieri sono stati definiti come vostri eredi. Siete d’accordo? Le personalità citate sono fasciste? Fa bene l’Europa a preoccuparsi?
«Giudico che sia un errore immischiarsi nelle questioni interne di altri paesi e imporre loro un sistema di governo che essi non vogliono o non possono accettare. Ciò non può mai dare dei buoni risultati. Ogni sistema di governo è nato e si è sviluppato nel clima e secondo le esigenze di un dato popolo e corrisponde probabilmente ai bisogni del suo spirito e alle sue necessità economiche. Cosa può interessare a me se l’America vuol conservare il suo governo democratico e se in Inghilterra c’è una monarchia costituzionale? Tutto ciò non mi riguarda, finché essi non provochino un turbamento del sistema di pace e di ordine nel mondo e non creino insanabili contrasti con altri regimi politici» (6)

E dell’Unione Europea, cosa pensate?
«Vedo la salvezza dell’Europa soltanto in un’unione socialista di tutti gli Stati europei. Ma certo non del tipo della Società delle nazioni, che fu e sarà sempre fuori dalla realtà» (7)

Cosa pensate della tesi sulla “sostituzione dei popoli”?
«L’intera razza bianca, la razza dell’Occidente, può venire sommersa dalle altre razze di colore che si moltiplicano con un ritmo ignoto alla nostra. Negri e gialli sono dunque alle porte? Sì, sono alle porte e non soltanto per la loro fecondità ma anche per la coscienza che essi hanno preso della loro razza e del suo avvenire nel mondo» (8).

Servirebbero leggi in favore della demografia, come quelle che aveva proposto il Regime?
«Io credo che le leggi demografiche — e le negative e le positive — possono annullare o comunque ritardare il fenomeno, se l’organismo sociale al quale si applicano è ancora capace di reazione. In questo caso più che le leggi formali vale il costume morale e soprattutto la coscienza religiosa dell’individuo. Se un uomo non sente la gioia e l’orgoglio di essere “continuato” come individuo, come famiglia e come popolo; se un uomo non sente per contro la tristezza e la onta di morire come individuo, come famiglia e come popolo, niente possono le leggi anche, e vorrei dire soprattutto, se draconiane. Bisogna che le leggi siano un pungolo al costume» (9).

In ogni caso gli italiani del 2018 non sembrano riuscire a dimenticarsi di voi…
«Voi mi odiate perché mi amate ancora» (10).

 

NOTE

(1) Soliloquio in «liberta » all’isola Trimellone, raccolto dal giornalista ivanoe fossani il 20 marzo del 1945.
(2) “Intransigenza assoluta”, Opera omnia, vol. 31.
(3) Soliloquio…
(4) “Al popolo di Cremona”, Opera Omnia, vol. 21.
(5) Taccuini Mussoliniani
(6) Georg Zachariae, Mussolini si confessa
(7) Conversazione con Maddalena Mollier, Opera Omnia, vol. XXXII
(8) Dalla prefazione al libro di Riccardo Korherr, Regresso delle nascite, morte dei popoli, edito dall’Unione Editoriale d’Italia, Roma 1928.
(9) Ibid.
(10) Dal discorso pronunciato il 25 novembre 1914 all’assemblea della sezione socialista di Milano che decretò l’espulsione di Benito Mussolini dal partito socialista ufficiale.


 

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