VICENDA GLORIO VS. ANDREUCCI,
LA POLITICA ENTRA IN CLASSE.
PER LA SERIE QUANDO LE SINISTRE
SI DICHIARANO GUERRA!

VICENDA GLORIO VS. ANDREUCCI, LA POLITICA ENTRA IN CLASSE. PER LA SERIE QUANDO LE SINISTRE SI DICHIARANO GUERRA!

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VICENDA GLORIO VS. ANDREUCCI,
LA POLITICA ENTRA IN CLASSE.
PER LA SERIE QUANDO LE SINISTRE
SI DICHIARANO GUERRA!

Un banale articolo scolastico ad Osimo Stazione pone ai ferri corti Auser e Giunta comunale

Assessore Glorio -1, Auser -1. Si conclude con un sostanziale pareggio, purtroppo su livelli da dimenticare, il faccia a faccia tra l’Assessore Michela Glorio (area Potere al popolo) e l’associazione di volontariato impegnata a promuovere l’invecchiamento attivo degli anziani.

Michela Glorio, foto tratta da Google

Teatro di battaglia, per la verità, non una casa di riposo ma la scuola media di Osimo Stazione, una cui classe, quella portata avanti dalla professoressa Tesei, pare essere frequentata da ripetenti cronici (!) invece che baldi giovani vogliosi di imparare.

In questa brutta storia consumata tutta in casa Sinistra ed estrema Sinistra – la collocazione di Auser speriamo non dispiaccia al fondatore Biscarini ma le quotidiane evoluzioni oltre la casa madre Partito democratico… sono difficilmente avvertibili dalla pubblica opinione – a perderci maggiormente parrebbe essere la scuola e gli studenti.

Tutto nasce da un banale spazio che i vecchi quotidiani su carta concedono da sempre alle scuole per tappare buchi informativi.

Insomma pur di sporcare la carta va tutto bene. E poi si porta a casa, anche, a gratis, una gran bella figura.

Ai miei tempi, essendo il vostro Direttore troppo vecchio, non si usava ancora. Ma per tutti gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso gli insegnanti più illuminati erano usi spiegare in classe la lettura di un quotidiano arrivando persino a proporre la redazione, in chiave critica, di una propria pagina giornalistica basandosi sui temi appresi dalla lettura spiegata.

Tutto questo, poi, finiva, quando possibile, stampato sul quotidiano di riferimento, per la gioia della classe e l’indifferenza dei lettori.

Ad Osimo si è fatto molto meglio. Molto di più. Molto extra. Molto in salsa politicamente corretta, con gli armigeri a tempo pieno della Sinistra impegnati tra loro (!) a contendersi il ruolo di “più amici degli amici” di ragazzi futuri votanti.

Ecco dunque la professoressa Tesei prendersi la briga di far telefonare gli studenti ad un amministratore a caso; ecco la Glorio accettare l’invito ed ecco l’Auser pronta a tutelare i ripetenti cronici della media di Osimo Stazione, ormai anziani e pronti per un invecchiamento attivo, a leggere articoli e provarne a scriverne di propri.

Dopo di che l’Assessore Glorio, perfetta collaboratrice di Pugnaloni, prende fischi per fiaschi, non gradisce l’articolo pubblicato sul “Carlino”, minaccia addirittura querela al povero giornalista professionista che l’Auser aveva inviato gratis ad erudire i pupi dai capelli bianchi, per poi scusarsi nel giro di ventiquattro ore con il quotidiano per il malinteso, salvo verificare le cause dell’accaduto.

Da verificare, in questa brutta storia in cui la politica di terza fascia ha offerto il peggio di se stessa, c’è invece solo il livello di inettitudine che tutti i protagonisti hanno offerto di se, compreso il collega Donato Andreucci arrivato a scusarsi dalla accusa fantomatica di aver voluto manipolare, in 1.600 battute, la buona fede di una intera classe.

Ma il meglio di se Andreucci, a conferma che ad Osimo Stazione hanno perso tutti, lo offre motivando le scuse appena portate.

“Capisco che viviamo momenti di inquietudine politica – motiva Andreucci – capisco che solo anche una mezza parola può generare equivoci e rimostranze, ma le giuro che nè io nè i ragazzi volevamo fare politica, nè tanto meno mettere lei e l’amministrazione in cattiva luce. Se questo è successo, io personalmente le chiedo scusa. Solo io però. Perchè i ragazzi hanno soltanto scritto del disagio… bla bla bla”.

Insomma non certo il miglior esempio possibile di giornalista eretto sulla propria schiena… – dal cui operato prendiamo professionalmente distanza di sicurezza – e soprattutto un esempio da cancellare dalle menti, se non di futuri lettori manipolati, di certo da quelle di elettori 2.0 perculati stile vecchio millennio.

Tanta roba per la spazzatura. E per i social network.


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