Il Carroccio guarda oltre Musone, alla vicina Recanati (Centro-Destra + civiche) come modello ideale. Purtroppo troppo tardi
A 40 giorni dal voto del 26 maggio la Lega scarica il proprio
candidato a Sindaco Alberto Maria ecc.?
Ovviamente nessun leghista, della nuova o della vecchia ora, ha fatto
a gara nell’andare a raccontarlo ai giornali; in piena campagna
elettorale, però, anche mura e oggetti acquistano occhi per ascoltare
e orecchie per vedere le sempre più frequenti imprecazioni dei vertici
regionali, vedi alla voce Senatore Arrigoni.
Il lumbard di Lecco – inviato da anni nelle Marche forse perchè natio
“da quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno… tra due
catene non interrotte di monti” e quindi umanamente più adatto di
altri a compenetrarsi con il modo di ragionare dei nuovi “carrozzieri”
d’oltre Po – starebbe in queste ore maledendo la carta bianca concessa
ad una Franca Magnalardo 79enne mai iscritta, in gioventù, ad alcun
master di strategia politica e rimastavi, digiuna, in età senile…
Per dire. Nella vicina, vicinissima per non dire confinante Recanati,
senza ottuagenari referenti locali da soddisfare, il buon Arrigoni ha
mostrato di saper fare bene di calcolo alleandosi con Fratelli di
Italia, una lista abitata da Forza Italia e da una lista civica vera e
propria per vincere senza problemi particolari.
Magari il candidato a Sindaco di Recanati non sarà il meglio
possibile, un ex grillino convertitosi in extremis al leghismo, ma è
comunque l’unica strada percorribile per giungere, se non alla
vittoria subito, almeno al ballottaggio.
Nella confinante Osimo tutto questo – pena l’arrivismo di mamma
Alberto Maria ecc. (che sogna per il rampollo, tramite questa
candidatura, un futuro leghista alle prossime Regionali 2020) e le
paturnie incontrollabili della già ricordata Magnalardo – non è stato
possibile.
A furor di discutibili slogan tipo “come è bello partecipare
dall’Aspio in giù…” la Lega ha dunque scelto la strada di contarsi,
scoprire di poter eleggere, gareggiando da sola, uno o due inutili
consiglieri di opposizione, buttare una alleanza con le Liste civiche
regionali capace di aprire le porte, oltre ad Osimo, anche alla
Regione Marche, schifare il proprio elettorato costretto, nel migliore
dei casi, al voto disgiunto… insomma una serie di sfracelli politici
non facili da raggiungere tutti insieme.
Per la cronaca il candidato recanatese del Centro-Destra + civiche
risponde al nome di Simone Simonacci (complimenti al papà per la
fantasia!), 39 anni e nipote d’arte potendo vantare un nonno – Orazio
Mario Simonacci – Sindaco leopardiano per la Democrazia Cristiana nel
quinquennio 1980-1985 e un fratello del nonno (Marcello Simonacci,
sempre Dc, NdR.) sottosegretario alla Marina nel 1973 in uno dei
Governi Andreotti.
Anche Osimo, da questo punto di vista, non offriva meno potendo
contare sul due volte Sindaco Dino Latini, nonchè fondatore delle
Liste osimane e precursore del movimento civico in ambito regionale,
nonchè consigliere regionale dal 2010 al 2015.
In questo caso, però, come sappiamo, l’ingordigia – la pancia – ha
fatto da padrona sulla politica – la testa – preferendo cedere ad un
candidato che “oltretutto avrebbe finanziato alla grande la campagna
elettorale”.
Anche questo auspicio, a cinque settimane dal giudizio inappellabile
degli osimani, si è rivelato solo fantasia, congettura, propaganda.
Insomma i presupposti per veder rotolare parecchie teste si sono
puntualmente presentati. Reclamando soddisfazione.