ADDIO ANCHE ALLA CHIESA DI SAN PIETRO
INSIEME AL MUZIO GALLO E AL SUO PARCO
All’Inrca, oltre al personale e i macchinari dell’ex ospedale, anche tutte le proprietà
Dalla consigliera Maria Grazia Mariani riceviamo e pubblichiamo:
“Con l’ospedale che non c’è più, grazie al partito democratico regionale con la complicità del Sindaco Pugnaloni, la città scopre, di giorno in giorno, quali altri beni sono andati perduti per sempre al pubblico utilizzo.
Accorpati all’Inrca, oltre all’intero fabbricato dei S.S. Benvenuto e Rocco, è finito circa l’80% del personale, ovviamente tutte le strumentazioni (compresa la Tac acquistata con le donazioni degli osimani) ma anche i seguenti beni immobili:
a) la chiesa barocca di San Pietro all’ospedale;
b) i locali ex consultorio di Via Giovanni XXIII;
c) l’ex ospedale Muzio Gallo di San Paterniano;
d) l’intero parco, 6.6 ettari, che attornia l’ospedale Muzio Gallo;
e) un terreno di 7.7 ettari posizionato a Santo Stefano;
f) un altro terreno in via Annunziata Vecchia;
g) un terzo terreno agricolo in quel di Campocavallo;
h) un quarto terreno in zona Vescovara.
Tanto per fare un facile esempio notiamo come il Sindaco ha di recente annunciato l’intenzione di voler ampliare gli impianti sportivi in via Vescovara… sarà costretto a rivolgersi all’Inrca e riacquistare l’area che necessita, originariamente già di proprietà degli osimani!
Da un esempio all’altro – continua l’esponente di Fratelli d’Italia – immagino poi che lo stesso istituto per anziani, che per mission opera in ambito geriatrico e gerontologico, non avrà alcun interesse ad investire nella manutenzione di un parco come quello dell’ex ospedale Muzio Gallo.
Immagino come molto probabile la vendita a privati di tutti i terreni agricoli, compreso il parco di quasi 7 ettari, già vanto della struttura (sempre che vincoli testamentari non dovessero impedire lo smobilizzo dell’ex Smom, NdR.). Sembra, infatti, che l’Asur nell’illustrare i terreni ceduti per incorporazione all’Inrca, non abbia posto al nuovo proprietario alcun vincolo da rispettare definendo tali beni come “disponibili”. Insomma tanti bei ulteriori motivi per definirsi “tristemente soddisfatti” dell’operazione avallata da Pugnaloni. Proprio un bell’affare davvero!
L’unico bene stranamente rimasto ancora nella disponibilità degli osimani è il terreno sulla collina di San Sabino, acquistato 20 anni fa dal Comune (Amministrazione Niccoli) per realizzarci l’ospedale di rete e abbandonato già poche settimane dopo la posa della prima pietra.
Quanti si sono addentrati nell’ex cantiere per una foto-ricordo o fissare in memoria uno dei luoghi, prima dell’avvento di Pugnaloni e dei suoi macroscopici errori, simbolo dell’incapacità a governare del Centro-Sinistra, si sono imbattuti solo in sterpaglie e ammassi di cemento armato.
Chissà – chiosa la Mariani – se la prossima Amministrazione riuscirà ad esaudire il sogno degli osimani… Un ospedale tutto nostro?”