AMOS, I FAMILIARI ACCETTANO IL 27% DEL RISARCIMENTO
589.047 € GIÀ PAGATI A FRONTE DEI 2.180.980 IN SENTENZA

AMOS, I FAMILIARI ACCETTANO IL 27% DEL RISARCIMENTO 589.047 € GIÀ PAGATI A FRONTE DEI 2.180.980 IN SENTENZA

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Decisiva l’iniziativa di Noemi Guzzini: revoca dell’incarico allo studio Sacchi e nomina dell’avvocato Benvenuti Gostoli


Accordo a sorpresa ad Offagna. Decisiva nel risolvere la vicenda giudiziaria, stagnante da quasi 22 anni, la volontà di un familiare – la sorella Noemi – di revocare l’incarico al legale storico Maurizia Sacchi e affidare la transazione, sia pur al ribasso, all’avvocato Stefano Benvenuti Gostoli.
Intransigente e comunque propensa ad andare ancora avanti, compreso un processo di Appello per la rideterminazione del risarcimento, lo studio Sacchi; disponibili a chiudere, pur di chiudere, mamma e sorelle.
Alla fine la mossa di Noemi Guzzini si è rivelata decisiva, attraendo sulla accettazione della cifra anche l’altra sorella Ambra e la mamma Maria Cristina Lucarelli. Senza difficoltà ad accogliere la proposta, invece, papà Sandro Guzzini, curato legalmente dall’avvocato Andrea Natalini e disponibile da sempre ad una soluzione transata.
Da venti anni avvocato di fiducia delle donne di casa Guzzini, Maurizia Alessandra Sacchi, di accettare una offerta derivante dalla cosiddetta “liquidazione semplificata” messa in campo dal Comune di Offagna per salvare il salvabile, non l’avrebbe mai suggerito.
La dottoressa Sacchi, in effetti – richiesta di valutare l’accettazione a saldo e stralcio di circa 589.000 euro, pochi, maledetti e subito, contro i 2.180.000 teorici pendenti in Tribunale – non avrebbe preso in considerazione l’offerta, quattro volte inferiore l’attesa e obiettivamente molto distante da quanto stabilito in prima istanza dal giudice Omenetti.
Insomma si sarebbe andati in Corte di Appello, al solito muro contro muro che, dal 1997 all’altro ieri, non ha portato ad introitare neanche un centesimo per la terribile morte di Amos.
Dall’altra parte della barricata, per la prima volta impegnato da controparte, il Sindaco Ezio Capitani e soprattutto la chiave vincente della cosiddetta liquidazione semplificata.
Ovvero che cosa? Un fondo costituito appositamente da Ministero dell’Interno (intervenuto con 640.000 euro da rimborsarsi in 20 anni a tasso agevolato), 50.000 euro dalla Regione Marche e i famosi 258.000 euro pagati dalla Fondiaria assicurazioni, recuperati a bilancio per conto del Comune di Offagna.
Un importo di 948.000 euro immediatamente solvibili, pari a circa la metà dell’intero debito del Comune, di cui la vicenda Guzzini costituiva certamente l’impegno più gravoso ma non certamente l’unico.


Avvocato Stefano BENVENUTI GOSTOLI

E su questo mini tesoretto che, nei giorni scorsi, ha avuto luogo la trattativa con l’avvocato Sacchi intransigente, nel proprio legittimo punto di vista, di non mutare strategia pur in presenza della possibilità di chiudere.
Una linea dura, quella di non accettare, meglio comprensibile col fatto di aver già rifiutato, in passato, offerte ben più vantaggiose, tipo quella avanzata nel 2015 dall’allora Sindaco Stefano Gatto: 458.000 euro subito (frutto dell’assicurazione e di un fondo acceso in Regione) e il resto in 10 versamenti annuali di 50.000 euro, garantiti da fidejussione bancaria.
Stavolta, però, a differenza del passato, la linea del no fatta propria dallo studio Sacchi si è infranta contro una doppia evidenza: la volontà della famiglia di chiudere, pur di chiudere, una vicenda oltremodo dolorosa e soprattutto la sottolineatura, del Sindaco Capitani, che ad un ennesimo rifiuto ad accettare la proposta a stralcio, avrebbe fatto seguito la restituzione al Ministero dell’Interno dei 640.000 pervenuti allo scopo.
Senonchè, come in una partita a poker, di fronte alla minaccia di ipotecare persino la Rocca pur raggiungere la scopo e alla replica del Comune di esser pronto, dopo un primo dissesto, a subire gli effetti anche di un secondo… è intervenuta la famiglia Lucarelli, in primis appunto Noemi, sorella maggiore di Amos, prendendo in mano le redini della trattativa e annunciando un nuovo legale, in persona del ricordato avvocato Stefano Benvenuti Gostoli.
Con immaginabile disappunto dello studio legale Sacchi, in parte esautorato sul più bello… dopo vent’anni di battaglie, più o meno condivise.
“In effetti la cifra portata a casa di 589.000 euro – ha commentato Gostoli – è da considerarsi irrisoria, sia in proporzione dell’accaduto, del tempo trascorso, che delle offerte precedentemente rifiutate. In forza dell’aspetto umano emerso, ovvero la volontà condivisa di Noemi di mettere la parola fine ad autentico calvario, non mi sono opposto alla decisione”.
Ed ora spazio a due conti, necessari per capire i passaggi restanti. Nel 2015 il tribunale Civile aveva quantificato al centesimo, ovvero in 2.180.979,21 il danno subito dai familiari, padre, madre, due sorelle e i nonni materni per la scomparsa dolorosa di Amos, 8 anni, in sella alla bicicletta, finito da un dirupo in un cantiere non segnalato di via King, con un ferro infilzatosi in testa.
Oltre alla cifra milionaria di rimborso, poi, da ascrivere alla voce dare parcelle legali già allora (nel 2015) “astronomiche” e ipotizzate in circa 220.000 euro!
Da notare come la metà esatta della cifra, nel frattempo, sia sempre risultato iscritta a bilancio del Comune di Offagna, in quanto provvisionale esecutiva di sentenza, pur non esigibile per mancanza fondi, pari a 1.090.489,61 euro.
Da qui l’intuizione della nuova Amministrazione Capitani che il ricorso alla liquidazione semplificata, in questo caso pari al pagamento immediato del 54% della somma iscritta a bilancio del piccolo Comune, avrebbe potuto sortire, per effetto del fatto di essere pronto cassa, il miracolo dell’accordo.
Detto e fatto. Il 54% della metà, equivalente grosso modo ad un quarto del dovuto, nel caso specifico 589.047 euro, sono stati così suddivisi: 181.246 alla madre Maria Cristina Lucarelli, 151.064 alla sorella Ambra, 140.406 al padre Sandro Guzzini ed infine 116.329 all’altra sorella Noemi. Deceduti, nel frattempo, i due nonni materni.


Amos GUZZINI morto nel 1997 all’età di 8 anni

Passo finale dedicato al Comune di Offagna e ai suoi cittadini.
Detto che il più soddisfatto di tutti è giustamente risultato il neo Sindaco Ezio Capitani, riuscito la dove altri hanno dovuto pagare con ritenute personali del quinto della pensione o con le dimissioni, registriamo la seguente nota:
“Dopo oltre 20 anni dalla morte di Amos Guzzini – ha annunciato il Primo cittadino del borgo medioevale –  si può chiudere definitivamente questa vicenda che ha lasciato una ferita aperta per tutto questo tempo, nei suoi familiari e nella comunità offagnese. Grande soddisfazione – ha continuato – viene espressa dalla Giunta a nome di tutta l’Amministrazione comunale per una lunghissima vertenza legale per il risarcimento che si chiude, senza attendere la sentenza di secondo grado, con un accordo tra il Comune di Offagna e gli eredi di Amos Guzzini.


Maurizia Alessandra SACCHI

Un accordo fortemente caldeggiato, che riteniamo dignitoso per tutti e per il quale si ringraziano tutti i familiari del piccolo Amos, i legali e il commissario liquidatore dottor Agostino Soloperto – ha concluso Capitani – per l’equilibrio e il senso di responsabilità con cui ha condotto la trattativa”.
Nonostante la parola fine alla vicenda, la memoria di Amos Guzzini, nonostante gli auspici di tutti non è detto possa ancora riposare in pace.
Chiuso per transazione un processo durato oltre 21 anni, l’ingente ammontare delle spese legali (certificate dal Tribunale in circa 220.000 fino al 2015!) rischia di aprire una ulteriore querelle.
Le tre donne, seguite da sempre dall’avvocato Sacchi, se non interverrà una seconda transazione al ribasso, rischiano di ritrovarsi il proprio legale trasformato da difensore in accusatore!
A fronte dei 448.641 euro percepiti complessivamente dalla mamma e dalle due figlie (il papà Sandro Guzzini, da separato, si è fatto seguire dall’avvocato Andrea Natalini) lo studio Sacchi avrebbe ipotizzato parcelle che dai 220.000 di quattro anni fa avrebbero già raggiunto cifra tonda a quota 300.000 euro!
Praticamente quasi quanto appena incassato. Una cifra monstre, certamente in linea con un risarcimento milionario, molto meno alla luce di quanto effettivamente portato a casa.
L’augurio di tutti è che un accordo possa intervenire presto, così da consegnare, definitivamente e per davvero la vicenda all’album dei ricordi. E del pianto.


 

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