I veri Carabinieri di Osimo lo ammanettano a Napoli. E’ accusato di almeno 24 episodi per 100.000 euro di bottino
Poliziotto in pensione, ex Sovrintendente in un Commissariato del napoletano, arrestato per truffa in danno di anziani dai Carabinieri di Osimo.
Non è stato semplice per i militari venire a capo dell’intricata matassa di colpi portati a segno da Giuseppe De Martino, 67 anni (accusato di truffa continuata per ben 24 episodi solo nell’ultimo quadrimestre, tanto che si sospetta i trabocchetti tesi possano essere ancor più consistenti) in quanto il poliziotto, forte dell’esperienza di una vita, ha saputo ben giostrarsi tra le maglie della Giustizia rendendo importante il lavoro dei Carabinieri osimani in trasferta.
A vantaggio dei militari quattro mesi di intense indagini, che hanno permesso di chiudere il cerchio con assoluta certezza su De Martino già a Natale quando il poliziotto, su segnalazione appunto dei carabinieri nostrano, è stato arrestato a San Benedetto del Tronto per l’ennesima truffa.
Patteggiamento a 10 mesi e libertà riacquistata giusto in tempo per festeggiare Capodanno a Napoli, l’ex agente non poteva immaginare, però, che le sorprese “osimane” non erano ancora concluse e che, anzi, il 2019 si sarebbe aperto nel modo peggiore.
Tutto è cominciato attorno settembre, grazie alla consolidata e proverbiale collaborazione tra cittadini e Carabinieri, con la segnalazione di un’anziana nonna che chiedeva spiegazioni su un certo Maresciallo dei Carabinieri. Tanto è ovviamente bastato per aprire gli occhi e caricare una serie di trappole all’astuto poliziotto.
“Pronto? Buongiorno signora, sono il Maresciallo… dei Carabinieri, non si allarmi; la chiamo perché suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente stradale… sta bene, ma l’abbiamo trattenuto in caserma. Ci sarebbe una somma da pagare per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari… a breve passerà a casa l’avvocato incaricato da suo figlio per ritirare il denaro”.
Questa la telefonata-tipo di Giuseppe De Martino che il tal modo gettava nel panico le proprie vittime per convincerle, con l’inganno, a consegnare cifre che potevano arrivare anche a 3.000 euro.
In un caso dei 24 segnalati, tutti fra Marche, Abruzzo, Molise, Umbria e Puglia, è stato appurato che l’uomo si è fatto consegnare la tessera bancomat, con relativo pin, prelevando il massimo del denaro consentito.
In taluni casi non disdegnava nemmeno monili in oro, come ad esempio fedi nunziali, collane con ciondoli raffiguranti caro o congiunti deceduti, che la vittima indossava sulla propria persona.
In un’altra altra circostanza ancora, a Perugia, è successo l’imprevisto e il poliziotto ha anche spintonato l’anziana, scaraventata a terra e poi sul letto, per accedere con la chiave che la vittima deteneva tra le mani, alla cassaforte e trafugarla.
Questo l’elenco delle truffe di cui il poliziotto dovrà rispondere alla Procura di Ancona che, ordinando la custodia cautelare in carcere dell’ex agente, contesta al 67enne truffa aggravata in concorso, sostituzione di persona e indebito utilizzo di carte di credito.
Jesi, il 6 settembre, Potenza Picena il 12 settembre, Jesi 19 settembre, Camerano il 19 settembre, Sirolo 3 ottobre, Ancona 3 ottobre, Roseto degli Abruzzi 4 ottobre, Salle l08 ottobre, Alanno il 9 ottobre, Lettomanoppello il 15 ottobre, Chiauci il 18 ottobre, Civitanova Marche il 19 ottobre, Pollenza il 5 novembre, Sarnano l’8 novembre, Martinsicuro il 9 novembre, Porto Sant’Elpidio il 16 novembre, Alberobello il 22 novembre, Taranto il 29 novembre, Valfabbrica il 5 dicembre, Perugia il 10 dicembre, Pineto l’11 dicembre, Tortoreto il 12 dicembre, San Pietro Vernotico il 17 dicembre e Alba Adriatica il 19 dicembre.
Le indagini hanno fotografato un fenomeno molto più diffuso ed un arricchimento cospicuo. Il copione era sempre lo stesso con la variabile “dell’avvocato” al posto del “Maresciallo dei Carabinieri” oppure del “Poliziotto” e la truffa veniva ripetuta sistematicamente a ritmi regolari tanto da mettere in atto un vero e proprio “pendolarismo criminale”. Fissata la base in una località del Comune partenopeo, i correi battevano a tappeto in un solo giorno tutta l’area in un perimetro di un centinaio di chilometri, riuscendo a portare a casa anche 2.000 o 3.000 euro a telefonata!
Per eludere le investigazioni utilizzavano auto a noleggio e dopo aver preso i soldi tornavano a casa pronti per ripartire per una nuova “trasferta”.
Tracce del loro passaggio se ne trovano in tutte le regioni del Centro- Sud Italia, ad eccezione della Campania e delle Isole. L’ammontare complessivo del profitto è stimato in circa 100.000 euro, tra denaro contante e monili in oro.
Doveroso un ringraziamento ai militari nostrani che, nel solco dei successi dell’ultimo decennio (tanto da diventare, numeri alla mano, la Compagnia più operativa a livello marchigiano) hanno confermato anche in trasferta, anche in un territorio difficile come Napoli, anche di fronte ad un ex poliziotto conoscitore delle astuzie del mestiere, di andare diritti al sodo dell’obiettivo portando a casa successi investigativi di primo ordine.
Successo, anche l’ultimo, da annotare anche alla positiva e ormai collaudata collaborazione con i cittadini che non smette di produrre sempre nuove affermazioni, in particolare nel delicato settore delle truffe alle persone più indifese.
Leggendo questo articolo sono rimasto basito da che cosa la mente umana
Sia in grado di tirare fuori, eppure questo signore se così lo vogliamo definire non lo faceva perché aveva bisogno in quanto povero, essendo un ex Poliziotto aveva la sua bella pensione di cui vivere, quindi era proprio un truffatore seriale che andava dalle povere signore anziane per spillargli il denaro e magari queste donne indifese facevano anche fatica ad arrivare alla fin del mese.
Ora da Sbirro che era abituato a portare la gente in manette nelle patrie galere la medaglia se rovesciata e le manette le hanno messe a lui, chissà come ci si sente da accusatore a diventare un accusato?
Spero vivamente che quando sarà detenuto quando va a farsi la doccia e magari si china per raccogliere la saponetta, qualche bel detenuto alto, grosso e incazzoso magari parente di qualche vecchina da lui truffata gli faccia assaporare la carota dove non ci batte il sole e spero anche che la chiave della sua cella vada persa così dovrà rimanere a vita natural durante