PRIMA LE FIRME IN CASERMA…
E POI L’ASSALTO IN APPARTAMENTO!

PRIMA LE FIRME IN CASERMA… E POI L’ASSALTO IN APPARTAMENTO!

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PRIMA LE FIRME IN CASERMA…
E POI L’ASSALTO IN APPARTAMENTO!

Arrestati dai Carabinieri tre albanesi, residenti a San Benedetto del Tronto. Sospettati di ben 9 furti acrobatici in un mese


Jetmir CILI (25 anni)

Un furto in abitazione, alla bella media di un colpo ogni tre giorni… eppure i tre componenti la banda, interamente manovalanza e idee albanesi, stamani stava per essere scarcerata e rimessa in libertà!

Lo stop e il cambiamento in corsa del programma è intervenuto allorquando i Carabinieri di Osimo (che già avevano ammanettato e condotto i tre extra comunitari a Montacuto per un furto in appartamento commesso giovedì scorso a Loreto) si sono presentati in carcere per notificare a Pjetri KENADO (22 anni) e Pjetri DORJAN (26 anni), ritenuti esecutori materiali, nonchè a Jetmir CILI (25 anni), capo del terzetto, una nuova ordinanza cautelare coercitiva per associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di ben 8 tra rapine (in villa) e furti in abitazione!

Ed esattamente la rapina impropria commessa il 12 gennaio ai danni del titolare dell’oleificio Marchiani, in via Marco Polo ad Osimo, una sfilza di 5 colpi andati a segno a Portorecanati contro abitazioni, un settimo furto a Candia e un ultimo a Pedaso contro l’abitazione di un connazionale.

L’inizio della fine della banda – domiciliata a San Benedetto del Tronto e specializzata in assalti di appartamenti grazie alla tecnica messa a punto dai climbers (letteralmente scalatori capaci di approfittare del minimo aggancio su cui far leva per arrampicarsi su grondaie e sporgenze grazie alla sola forza delle mani) – arriva ben presto.

Pjetri DORJAN (26 anni)

Sul tavolo del Pubblico ministero Rosario Lionello, titolare in Procura delle indagini sui raid datati fine gennaio 2018, iniziano ad assommarsi cospicue informative redatte dai Carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile inerenti una quindicina di episodi analoghi e concentrate nell’arco di tre settimane.

Partono le indagini e i capi di imputazione, come per magia, si moltiplicano tra loro… fintanto che a Loreto, i tre autori vengono tratti in arresto, in flagranza di reato, all’uscita dell’abitazione di un 47enne residente in via Vittorio Veneto, con il bottino di monili in oro già ben occultato nell’abitacolo dell’auto, una Mercedes, servita per raggiungere la Val Musone.

Le successive perquisizioni domiciliari, a San Benedetto del Tronto e a Porto d’Ascoli, in effetti hanno confermato, col ritrovamento di altra refurtiva di ingente valore, la realtà di una banda in forte ascesa nella hit della malavita marchigiana.

A mettere sulla strada giusta il fiuto del Maggiore Conforti e del luogotenente Norm Almiento, il fatto che i colpi (una ogni tre giorni) avessero messo al centro del mirino sempre la stessa località di Loreto-Portorecanati, sempre con la stessa tecnica dell’arrampicamento ai piani alti e sempre attorno allo stesso orario, attorno alle 19.

Pjetri KENADO (22 anni)

Eh si, perchè almeno un paio dei componenti la banda, alle ore 18 di ogni pomeriggio erano attesi in Caserma, a San Benedetto del Tronto, per l’obbligo di firma!

Espletata la norma di sicurezza i due albanesi recuperavano un terzo connazionale e a bordo della Mercedes salivano nell’Osimano alla ricerca di un obiettivo possibile.

Tutto questo, grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri e alla preziosa collaborazione dei cittadini, derubati e no, sempre molto utili per instradare le indagini, ha permesso ai militari osimani di conseguire l’ennesimo successo in trasferta, sbaragliando malavitosi che avevano individuato, a ragione, l’Anconetano come una zona fin troppo tranquilla per mettere a segno, con minor rischi, quanto progettato.

Sempre allo stesso modo. Escluso il colpo da Marchiani – con il titolare accortosi in tempo, sia pur da remoto (grazie a telecamere in grado di rimandare il segnale) – conclusosi con un faccia-a-faccia fisico costato all’imprenditore un fendente subito con un cacciavite; il modus operandi del trio era sempre il solito: un palo in strada per consentire ai due operativi di “lavorare” in tutta tranquillità; infine, grazie alla forza incredibile delle mani, l’intervento decisivo dei due albanesi protagonisti: gente atletica che facendo leva su ringhiere, cavi elettrici, grondaie e discendenti, riesce agevolmente a scalare fino a due/tre piani, penetrare in casa dalla porta-finestra e, prima di avviare la razzia, pensar bene di ostruire l’ingresso di casa, per maggior sicurezza, con mobili e divani al fine di guadagnarsi più tempo per una fuga eventuale improvvisa.

Precauzioni del tutto inutili di fronte allo spirito di osservazione, alla consumata esperienza e all’abilità investigativa, vecchio stile, dei Carabinieri di Osimo.


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