Il 26 maggio e il terrore di perdere le elezioni suggeriscono obbrobri al limite del legale
Compagni contr’ordine! Causa imminenti elezioni Comunali, le feste di compleanno “alla sovietica”, ovvero tutti insieme, ogni ultimo venerdì del mese, sono finite, terminate, cancellate, anzi definitivamente kaputt.
La triste moda di salutare alla russa, indistintamente e senza una identità propria e definita, l’anniversario della propria venuta al mondo, alla fine, complice le proteste dei genitori e l’avvicinarsi a grandi passi delle elezioni (ad obbligare tutti a ragionamenti e comportamenti almeno minimamente sereni, lineari, dettati dal buon senso), ha convinto persino il 73enne Presidente della Asso Luigi Giacco.
Convinto assertore che un giorno valga l’altro e dell’assurdità di dedicare spazio pressochè quotidiano a feste che dei sani principi della Costituzione Stalinista ricorda poco o nulla, anche il capo kolchoz Giacco, di fronte all’appropinquarsi del 26 maggio ha dovuto cedere e lasciare campo alla vittoria del buon senso.
Non senza, però, aver emanato un ultimo proclama: “Tutti i bambini del Regno, da dicembre 2018, potranno tornare alle bandite usanze ma ad una condizione da rispettare: torte, pasticcini e cibarie varie da consumare negli asili Asso potranno essere introdotte a scuola solo se acquistate presso il pastificio a noi caro “Frolla”, convenzionato con il partito, nonchè portatore di voti alla causa”.
Il racconto, ci scusiamo con i lettori, è forzatamente immaginifico dal momento che con la vecchiaia, politica e dell’uomo, Luigi Giacco ha adottato la pessima abitudine di non rilasciare interviste, spiegazioni, risposte.
A domanda precisa di un simil dietro front – dopo due anni di umiliazioni inflitte in prima persona a ragazzini di 3 o 4 anni colpevoli del peccato futuro, tutto da commettere, di non essere riusciti a votare Pd, per colpa essenziale di un Pd incapace di attendere la maggiore età delle nuove generazioni – Giacco, nervosissimo, non trovato di meglio che riattaccare la telefonata.
Richiamato alle proprie responsabilità pubbliche da un generoso secondo squillo, il Direttore Asso prima di tagliar corto con l’argomento, ha ribadito che il problema dei compleanni era stato risolto da egli stesso ormai due anni fa e di non aver altro da aggiungere.
Dichiarazioni che, alla luce della marcia indietro con prescrizione di cui sopra, lascia presumere qualche seria difficoltà dell’amministratore nel capacitarsi su quanto personalmente emanato.
Anche l’indicazione di rifornirsi tassativamente verso la pasticceria unica Frolla costituisce, oltre che esempio di pessima pubblicità a chi probabilmente nulla c’entra col diktat, un’altra motivazione delle serie difficoltà degli eredi del Pci ad accostarsi ad una Democrazia compiuta.
Per quale motivo obbligare tutti i genitori a spendere soldi presso “Frolla” quando ognuno ha in testa una soluzione diversa?
La risposta solo nel libro di storia cittadina che gli osimani del prossimo secolo, con maggiore serenità di chi, ogni giorno che passa, sente il potere traballare pericolosamente sotto i propri piedi, potranno leggere facendosi beffe di tanta ignoranza.
Da ultimo, restando in tema Asso e asili, ancora un paio di dati a corredo che indicano il completo fallimento della Sinistra nella conduzione dei servizi alle famiglie.
Allo stato, terminate anche le vacanze di Natale ed irrisolto il giallo delle puzze a San Biagio, sono rimasti circa la metà, i più sfortunati, i bambini costretti a convivere con i misteriosi odori che si propagano all’interno dell’Arca dei Bimbi. La restante metà o ha rinunciato all’asilo o ha trovato posto, individualmente, senza sostegno alcuno della scuola, nelle altre strutture comunali.
Nulla in confronti alla notizia di queste ultime ore che vuole ammontare ufficialmente a tre centinaia i 300-ragazzini-300 che nell’arco del quinquennio 2014-2019, imperante la politica di Pugnaloni, hanno dovuto gioco forza rinunciare al servizio di trasporto e/o mensa? Causa prezzo, per più di una famiglia insostenibile a reggersi, lievitato ciascuno da circa 40 a 180 euro mensili, come dire oltre 4 volte tanto, da Dino a Simone!