“Oltre agli amici degli amici l’operazione è stata pensata per monetizzare 3,7 milioni”
“ASTEA? SPACCHETTATA DA PUGNALONI
PER TRASFORMARE POLITICI IN MANAGER!”
Mariani rivela all’opinione pubblica conti che non tornano e invita Pugnaloni al confronto
Dalla consigliera Maria Grazia Mariani (gruppo misto) riceviamo e pubblichiamo:
“1° – ASTEA ENERGIA è stata venduta senza gara;
2° – ASTEA SpA conferita in CENTRO MARCHE ACQUE Srl;
3° – alcuni politici sono stati promossi manager;
4° – il numero delle poltrone è sensibilmente aumentato;
5° – i soldi degli osimani sono andati nelle tasche di altri;
6° – i Comuni limitrofi sono arrabbiati.
Così potremmo riassumere l’operazione di razionalizzazione delle società partecipate voluta dalla politica osimana targata Partito democratico.
L’amministrazione Pugnaloni, complice il Sindaco di Recanati Fiordomo, nel 2016 ha venduto ASTEA ENERGIA. Un’operazione che ha riempito le casse di ASTEA SPA, la vecchia municipalizzata osimana, che solo nel 2016 ha registrato un utile di oltre 22 milioni di euro. Una cifra esorbitante agli occhi di un comune mortale, difficile anche da immaginare!
Il 18 luglio scorso ASTEA SPA ha deciso cosa fare dell’utile ricavato: dei 22 milioni di euro 12 rimarranno in cassa… ma quasi 10 milioni saranno ridistribuiti ai Comuni soci.
Il Collegio Sindacale non ha espresso parere al riguardo circa la legittimità dell’operazione, lasciando con ciò aperti dubbi e sospetti sull’operazione.
In ogni caso al socio privato GPO andranno circa 2 milioni e a CENTRO MARCHE ACQUE Srl altri 7,6 milioni. Si, avete capito bene.
L’utile ASTEA SpA non è più distribuito ai comuni di Osimo, Recanati, Loreto, Portorecanati, Montelupone, Montecassiano e Potenza Picena, come succedeva fino a pochi mesi fa, ma alla società CENTRO MARCHE ACQUE Srl.
Infatti dallo scorso mese di luglio 2017, i 7 comuni soci di ASTEA SpA (tra cui Osimo) hanno “versato” le proprie partecipazioni alla “nuova” società.
ASTEA SpA, oggi, è controllata dal socio maggioritario CENTRO MARCHE ACQUE Srl, una società partecipata da ben 12 Comuni e quindi non solo dai 7 comuni originari e già soci ASTEA ma anche dalle amministrazioni di Cingoli, Filottrano, Numana, Sirolo e Montefano.
Purtroppo – prosegue la Mariani – CMA Srl è una società fantasma, di cui si conosce solo la sede sociale (Osimo, in Via Guazzatore) ma nulla dei suoi bilanci.
Si sa solo che ha un CdA, un Collegio sindacale e zero dipendenti! In pratica gli utili ASTEA SpA saranno distribuiti ai due soci, i quali ne faranno ciò che vogliono.
CENTRO MARCHE ACQUE Srl incasserà circa 7,6 milioni di euro. Tratterrà in cassa circa 200.000 euro (per fare cosa? Non si sa mai!) e la differenza sarà liquidata ai 12 comuni soci.
Osimo incasserà di questa torta 3,7 milioni in due anni, mentre i Comuni di Filottrano, Cingoli, Numana, Montefano e Sirolo, che nulla hanno a che vedere con ASTEA, senza fare granchè si sono portati a casa circa 12.000 euro!
Soldi degli Osimani in quanto derivanti dalla vendita di ASTEA ENERGIA.
Ora, anche se 12.000 euro non sono una grande cifra – chiarisce la Mariani – non è certo il periodo giusto di fare regali.
Osimo non se lo può permettere, visti che i più importanti tagli di bilancio vengono già dal settore sociale!
“Un’operazione eccellente e a vantaggio della comunità” – questo il parere del Sindaco. Pure gli esperti, in economia creativa, la definirebbero in effetti “win win”, ovvero
certamente vincente.
Vincente si! Peccato sia solo per consorzio GPO (che porta a casa circa 2 milioni di euro) e per i 5 Comuni new entry.
Non certo per Osimo che dopo aver (S)venduto tutto rimarrà con un pugno di mosche in mano!
Senza contare che i 5 Comuni soci in CMA Srl sono pure arrabbiati con l’Amministrazione comunale e ognuno attraverso il proprio legale di fiducia, ha già impugnato, con tanto di diffida, le decisioni fondanti assunte dal Comune di Osimo & company.
Insomma l’Amministrazione comunale osimana è stata capace di “litigare” (non solo e non anche) con i Comuni limitrofi… ma pure con quelli dello stesso colore politico, vedi Filottrano!
Che dire? I conti a noi non tornano. Prendiamo atto della maestria utilizzata e guardiamo amaramente alla vicenda: in pochi sarebbero riusciti a mettere in piedi un pasticcio simile!”.