BENEMERITI DA VIVI, RIPREMIATI DA MORTI!

BENEMERITI DA VIVI, RIPREMIATI DA MORTI!

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Clamorosa gaffe: Cappannari, Maggiori, Marabini e la Camilletti esempi civici alla memoria

 

BENEMERITI DA VIVI, RIPREMIATI DA MORTI!

 

Encomiati tutti gli osimani in vita, non resta che affidarsi ai defunti. E ricominciare il giro!

 

C’era una volta la civica benemerenza e ad “inventarla”, se i ricordi non ci tradiscono, fu l’Amministrazione di Paolo Polenta.

Elmo Cappannari

Un solo premiato ogni anno, con almeno un paio di edizioni andate a vuoto nel senso che, nelle annate in questione, nessun osimano si mise particolarmente in luce per fatti particolarmente meritevoli di essere sottoposti alla pubblica ammirazione.

Unico difetto di quell’idea? Non caratterizzare il premio con un nome, un logo, un marchio di fabbrica tutto cittadino (Boccolino?) che richiamasse alla mente l’orgoglio di appartenere alla gloriosa gente vetus auximom.

Al posto del “Boccolino d’oro”, scialbe e burocratiche benemerenze (che fanno tanto atto notarile), tanto di essere accompagnate da orribili pergamene a corredo!

Questo andazzo modesto, moltiplicato per 30-40-50 anni, per forza di cose ha prodotto assuefazione e soprattutto, di fatto, sminuito l’importanza di vedersi assegnata il premio civico che invece, in origine, l’idea di fondo del premio avrebbe preteso.

Ribadiamo con forza avrebbe preteso perchè la civica benemerenza, dopo i primi incerti passi mossi sotto Polenta, nel tempo ha conosciuto un sostanziale peggioramento dell’intero quadro, fino alle attuali degenerazioni sotto Pugnaloni.

Enrica Camilletti

Si passò, nel tempo, ad allargare la cerchia dei benemeriti da 1 a 3 (come se fosse possibile, ogni 365 giorni, rintracciare tre benemeriti in una città delle dimensioni di Osimo) ponendo attenzione alle categorie del mondo del lavoro, dello sport e della cultura per poi rompere definitivamente i freni e arrivare allo sfacelo attuale, da guinnes dei Primati, con circa 27, se abbiamo contato bene, nuovi eletti!

E’ notizia di queste ore, direttamente da Palazzo comunale, dell’ultima infornata di 27-premiati-27 su 35.000 abitanti! Un nuovo numero record di riconoscimenti (la media parla di un benemerito ogni 1.296 abitanti…) come se Osimo, invece che da persone normali, fosse abitata da una razza aliena, a metà tra il genio incompreso e la più umana fedeltà, premio-voto, al partito guida.

Spicca nello scambio di quest’anno le marchette spese dall’Amministrazione Pugnaloni per dedicare un titolo in più alla già ricca bacheca di trofei del duo sindacale anni ‘90 Niccoli-Orsetti.

Già nel pezzo della settimana scorsa annunciavamo curiosità per la lettura delle motivazioni alla base delle benemerenze. Motivazioni oggi note che andiamo a riportare fedelmente.

Albero NICCOLI: “Dopo la laurea alla facoltà di Economia di Ancona, ha vinto la Borsa Stringher della Banca d’Italia per l’estero e ha studiato negli Stati Uniti presso la Yale University, dove ha conseguito due Master.

Ha svolto una intensa attività didattica e scientifica nelle università marchigiane, soprattutto presso l’Università Politecnica delle Marche come professore ordinario di Politica Economica.

Ha pubblicato numerosi libri e saggi su temi di grande rilievo, quali credito, sviluppo, finanza, etica, debito pubblico, previdenza.

Ha svolto importanti incarichi istituzionali in ambito accademico, politico e sociale, dove si è distinto per senso di responsabilità, correttezza e impegno per la collettività”.

Come il collega di benemerenza Orsetti, anche Niccoli ha condotto da Sindaco la città nel quadriennio 1995-1999 ma il mandato o non è stato considerato meritevole di riconoscimento (giudizio storico che ci starebbe tutto per l’unico Sindaco capace di contendere a Pugnaloni il titolo de “il peggiore”) oppure la commissione è incorsa in una clamorosa svista! Tanto che la motivazione ufficiale tronca il discorso quasi all’improvviso, fermandosi all’elogio degli aspetti professionali colti in carriera dal professore.

Guido Maggiori

Raimondo ORSETTI: “Nei 40 anni di servizio nella Pubblica amministrazione ha ricoperto importanti incarichi dirigenziali per conto della Regione Marche, operando con successo su scenari locali, nazionali ed internazionali, in particolare nei settori della cultura, del turismo, delle attività produttive e dell’internazionalizzazione.

Si è distinto quale coordinatore tecnico delle regioni italiane per gli Expo Universali di Shanghai 2010 e Milano 2015, oltre che per un’intensa attività svolta a sostegno delle imprese sui mercati esteri.

Lega il suo nome ai più importanti eventi culturali e promozionali realizzati dalla Regione Marche negli ultimi 20 anni, con riconoscimenti da prestigiosi enti ed istituzioni italiani ed esteri.

Sindaco di Osimo e amministratore della città dal 1980 al 1995, ha mantenuto un forte legame di appartenenza con la sua comunità, ad iniziare dalla natia Campocavallo, dove da sempre è tra i principali animatori della Festa del Covo”.

Questi dunque i motivi posti dalla commissione alla base della concessione delle benemerenze. Argomentazioni che anche rilette più e più volte, come abbiamo fatto per correttezza professionale, non pongono in luce – animazione della festa del Covo a parte – una sola notizia extra professionale a supporto della decisione!

E’ come aver certificato all’operaio Tizio o all’impiegato Caio che dopo una vita in fabbrica o in ufficio, spesa al massimo delle proprie competenze, si sono sempre ben comportati risultando da esempio a colleghi per dedizione e attaccamento al posto di lavoro.

Due esempi certamente positivi ma anche due esempi drammaticamente troppo normali per elevarsi dalla mischia ed essere indicati a modello.

La realpolitik che sovraintende anche il “premificio” osimano e che quest’anno è riuscita a sminuire la già ridotta male benemerenza al rango di premio di consolazione da festa de l’Unità, non poteva però esimersi dal consegnare gli attestati anche agli ex Sindaci Orsetti e Niccoli, allo scopo da rendere evidente alla città un messaggio mica tanto subliminale: gli unici Sindaci non benemeriti di Osimo rispondono al nome di Dino Latini e Stefano Simoncini.

Se ne faranno una ragione, specie Latini che da candidato alle elezioni 2019 “rischia” di ricevere il premio solo in tardissima età, non prima del 2030!

Dino Marabini

A meno che il Buon Dio non decida diversamente. Ma quand’anche dovesse capitare di passare a miglior vita, la benemerenza civica non perdona!

Ecco, da qualche edizione, inventata di sana pianta, la benemerenza alla memoria dedicata essenzialmente ai defunti freschi di bara e che quest’anno premia tutti i morti di livello del 2017: nell’ordine Guido Maggiori, Marina Serraiocco e Dino Di Michelangelo, Dino Marabini, Enrica Camilletti, don Flavio Riccio e – unico intruso – il buon Elmo Cappannari.

Crudele annotazione finale: Guido Maggiori, Dino Marabini, Enrica Camilletti ed Elmo Cappannari saranno i primi osimani premiati sia in vita che da buonanime!

Nel tempo ciascuno di questi personaggi sono già stati riconosciuti meritevoli e tanto sarebbe potuto bastare. Sembra però non trattarsi di una clamorosa gaffe – spiegano tra le righe gli addetti ai lavori pregando di non fare nomi – ma di una necessità pratica.

L’elenco degli osimani viventi ancora privi della benemerenza, Latini e Simoncini a parte, segna rosso fisso da tempo e il catino da cui attingere ormai abbondantemente terminato…

Ragion per cui sotto con i… morti! Signori si ricomincia il giro…

LA LUCE VOTIVA? OPTIONAL PER RICCHI!
PUGNALONI RISCHIA, IN UN COLPO SOLO, RICANDIDATURA E POSTO DI LAVORO!

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