Peccato. L’opportunità dell’ottica Sanseverinati non aveva punti deboli consentendo un piccolo passo in avanti
2019 e finalmente nude! Addirittura con conturbante occhialeria Sanseverinati ad esaltarne il volto su corpi pur sempre tecnicamente nudi!
Dopo lo scoop pruriginoso di Capodanno – con OSIMO OGGI ad aprire, per la prima volta, le camere da letto delle giovani coppie concittadine… – per un attimo siamo stati indotti a pensare che Osimo si pronunciasse non più con lo slang nostrano caro a Pugnaloni Osemo o – per i più istruiti – Osimu per diventare improvvisamente Oslo o qualche diavoleria simile.
Fu vana speranza.
Eh si perchè ci vorrebbe davvero tutto l’impegno possibile del buon diavolo tentatore per trasformare la nostra amata città, così com’è, pregi e difetti, in qualcosa d’altro.
E in fondo non sarebbe giusto. Per quanto veloci possano essere stati, cosa volete che possano aver mutato appena 2019 anni di fronte all’eternità di una esistenza perbenista.
Falsa, totalmente ipocrita. Ma cosa conta?
Che differenza potrà mai marcare il falso, anche di fronte alla verità, quando a contare davvero, per milioni di anni, è e rimarrà per sempre l’apparenza?
L’importante è schierarsi dalla parte giusta e iscriversi al partito di chi – insegna Bocca di Rosa – non potendo più dare cattivo esempio è costretta limitarsi a fin troppo buoni consigli.
Il primo calendario glamour delle osimane e degli osimani ha dunque subito una infausta sorte, ucciso in culla dai commenti, non pubblicabili, dello stesso pubblico per il quale era stato pensato e prodotto.
Peccato perchè uomini e donne delle Cinque Torri, ritenendo i tempi maturi per qualche visione extra del solito ginocchio, si erano messi di impegno a soddisfare pose e sguardi suggeriti dal fotografo.
Nulla di artistico, giusto il gusto di una goliardata per sorridere un pò, a partire da se stessi. Anche una mamma e la figlia, tanto per ribadire il concetto di purezza, hanno accettato di mostrarsi, apparentemente, come un’altra mamma (la nonna, NdR.) le aveva pensate tanti anni fa.
Tutto inutile. L’iniziativa che avrebbe voluto, al limite, anche produrre una offerta per un progetto a tutela della salute pubblica, è stato ritirato dall’ottica quale prodotto a libera devoluzione e riconvertito in omaggio verso la affezionata clientela.
Almeno quella meno bigotta o sbigottita!
Viste le reazioni se ne riparlerà, per un nuovo tentativo finalizzato a raccogliere fondi, previsto non prima dell’anno 2.901.
Un pò troppo tardi anche per OSIMO OGGI – 822 anni di attesa aggiuntiva! – per garantirvi di annotare l’effetto che avrà prodotto un “secondo calendario sexy delle osimane e degli osimani” verso l’opinione pubblica cittadina del momento, quella del XXX secolo!
Per il momento la cultura millenaria vincente, ben rappresentata dal capolavoro “Amor sacro e amor profano” di Tiziano nel 1514, vuole esaltare l’esatto contrario: la voluttà in chiave sessuale relegata in ambito privato; mentre il suo opposto – castità uguale a pudicizia – rientra a tutto tondo nel simbolo per eccellenza del decoro pubblico richiesto ad una donna giusto quattro secoli fa; e più che mai gradito – purtroppo – anche ai nostri tempi.
Motivazioni da sole bastevoli per un encomio solenne ai 12 modelli osimani prestatisi al gioco… per lo sprezzo del pericolo mostrato.
BOCCA DI ROSA (1967)
La chiamavano Bocca di Rosa
metteva l’amore, metteva l’amore
la chiamavano Bocca di Rosa
metteva l’amore sopra ogni cosa.
Appena scesa alla stazione
del paesino di Sant’Ilario
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un missionario.
C’è chi l’amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
Bocca di Rosa nè l’uno nè l’altro
lei lo faceva per passione.
Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se il concupito
ha il cuore libero oppure ha moglie.
E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di Rosa si tirò addosso
l’ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l’osso.
Ma le comari di un paesino
non brillano certo in iniziativa
le contromisure fino al quel punto
si limitavano all’invettiva.
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può dare cattivo esempio.
Così una vecchia mai stata moglie
senza mai figli, senza più voglie
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.
E rivolgendosi alle cornute
le apostrofò con parole argute:
“Il furto d’amore sarà punito – disse –
dall’ordine costituito”.
E quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
“Quella schifosa ha già troppi clienti
più di un consorzio alimentare”.
E arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi, con i pennacchi
e arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi.
Spesso gli sbirri e i Carabinieri
al proprio dovere vengono meno
ma non quando sono in alta uniforme
e l’accompagnarono al primo treno.
Alla stazione c’erano tutti dal
Commissario al sagrestano
alla stazione c’erano tutti
con gli occhi rossi e il cappello in mano.
A salutare chi per un poco
senza pretese, senza pretese
a salutare chi per un poco
portò l’amore nel paese.
C’era un cartello giallo
con una scritta nera, diceva:
“Addio Bocca di Rosa
con te se ne parte la primavera”.
Ma una notizia un po’ originale
non ha bisogno di alcun giornale
come una freccia dall’arco scocca
vola veloce di bocca in bocca.
E alla stazione successiva
molta più gente di quando partiva
chi manda un bacio, chi getta un fiore,
chi si prenota per due ore.
Persino il parroco che non disprezza
fra un miserere e un’estrema unzione
il bene effimero della bellezza
la vuole accanto in processione.
E con la Vergine in prima fila
e Bocca di Rosa poco lontano
si porta a spasso per il paese
l’amore sacro e l’amor profano.