Un malore all’improvviso e poi la corsa al più vicino ospedale… di Jesi. Domani mattina il funerale a San Sabino
Morto Carlo Barletta, 69 anni, ex consigliere Astea e soprattutto presidente del seggio 8 del Borgo da cui uscì una delle sei schede elettorali 2014, pro Latini, ritenute valide dal Tar.
Come è noto a seguito dell’esito risicatissimo del voto – 6 voti pro Pugnaloni all’esito dei conteggi, tre voti a favore di Latini secondo il tribunale amministrativo ed infine due voti a favore di Pugnaloni secondo il verdetto definitivo del Consiglio di Stato – non mancarono le polemiche che proprio la settimana scorsa, in occasione del 1° maggio, sono sfociate nella pubblica accusa di brogli elettorali.
Secondo il candidato Sindaco 2014, di nuovo in ballo per la prossima tornata del 26 maggio, il Partito democratico avuto sentore dell’esito al foto finish, ebbe agio, quell’8 giugno 2014, di fare e disfare a piacimento… avendo buon gioco approfittando del benchè minimo controllo ai seggi da parte degli inesistenti rappresentanti di lista civici, a festeggiare anticipatamente al mare insieme all’elettorato!
Di decine e decine di schede contestate solo a posteriori, così, il Tar ebbe modo di riabilitarne appena 6, più che sufficienti per ribaltare il voto e proclamare Dino Latini nuovo Sindaco di Osimo.
Di queste sei schede pro Latini bocciate in prima istanza dai Presidenti di seggio, ben 5 portavano la firma di Armando Duranti, ineffabile rappresentante Anpi di Osimo, dimostratosi di parte fino all’ultimo nel tentare l’operazione “ammazza voto” poi verificatasi nei fatti; la sesta e ultima scheda, invece, che riproduciamo per una analisi serena da parte dei lettori, venne bocciata e quindi scartata proprio da Carlo Barletta, in gioventù democristiano doc, area di Sinistra, a perfetto agio come elettore Pd. Più che funzionale all’elezione del Pd Pugnaloni.
Giova a questo punto ripetere un concetto sfuggito ai più ma basilare per comprendere la gravità istituzionale di quanto accaduto quell’8 giugno. Senza la manipolazione intellettuale delle sei schede, tolte a Latini e conteggiate nulle, il responso delle urne sarebbe avrebbe fatalmente risuonato da +3 voti per Pugnaloni a +3 voti per Latini!
Una diversità abissale non solo perchè, in attesa dell’esito del Consiglio di Stato la città sarebbe stata governata da Latini… con la differenza stratosferica che sarebbe toccato a Pugnaloni, all’opposizione, fare ricorso al Tar e – una volta perso come lo ha perso – proporre un nuovo ricorso al Consiglio di Stato.
Consiglio di Stato il quale, valutato il margine al pelo tra i due contendenti, si sarebbe accodato al quieto vivere di non ribaltare una maggioranza ormai giunta a metà mandato.
Anche perchè la indubbia determinazione della volontà dell’elettore, così come vuole la legge dalla scheda, sarebbe stato rispettato. Chi, in un ballottaggio Latini e Pugnaloni, indica nella spazio riservato a Latini l’indicazione “Dino Latì”, pare certo nel voler indicare il più corretto Dino Latini quale indubitabile proprio Sindaco preferito.
Tutto questo, purtroppo, appartiene ormai solo alla storia, insieme alla richiesta, fatta dalle liste civiche, di nuovi Presidenti di seggio in attesa delle Elezioni 2019, visti i precedenti.
Carlo Barletta ci ha lasciato, prematuramente nella notte tra mercoledì e giovedì; quanto a Duranti solo nelle prossime ore, con il sorteggio degli scrutatori, si saprà se sarà depennato o meno dall’elenco redatto dalla Corte di Appello.
La legge prevede che i presidenti di seggio siano scelti fra i magistrati, gli avvocati e i procuratori dell’Avvocatura di Stato che esercitano nel distretto della Corte stessa; occorrendo la ricerca può essere estesa tra gli impiegati civili a riposo, i funzionari appartenente al personale delle cancellerie e segreterie giudiziarie, i notai, i vice pretori onorari ed infine tra i cittadini ritenuti idonei a giudizio del Presidente medesimo.
Ex dirigente nella pubblica amministrazione, Barletta si è sentito male, all’improvviso, venerdì scorso; soccorso dai familiari, l’uomo è stato preso in carico dall’ambulanza e trasportato verso il più vicino ospedale, il “Carlo Urbani” di Jesi.
Da qui, purtroppo, l’avvio di una lenta agonia culminata mercoledì notte in un veloce trapasso che ha lasciato sgomenti moglie, figli e quanti – numerosi tra San Sabino e Osimo – apprezzavano le doti dell’ex dirigente.
“Ho perso un grande amico” – ha commentato commosso Romeo Antonelli che, nelle stesse ore, ha salutato per sempre anche il fratello maggiore Giuseppe, 84 anni.
“Un grande uomo, appassionato di politica – queste le parole del Sindaco Pugnaloni – ci ha lasciato prematuramente. Seguiva da vicino la vita della città e i suoi consigli si rivelano spesso preziosi”.
Il funerale di Carlo Barletta è programmato per domani mattina, venerdì 10 maggio, ore 10.30, nella chiesa di San Sabino.
Non mi sembra che la tempistica di questo articolo sia opportuna.
Anzi detto chiaramente è assolutamente fuori logo, e manca totalmente di un minimo di rispetto per il defunto e la sua famiglia
Caro Fabrizio, il rispetto per il defunto, per la sua famiglia, gli amici e quanti ne piangono la prematura dipartita, è intatto e inviolabile. Come si deve a qualunque essere umano di fronte al mistero della morte. Dopo di che la tempistica lamentata, per quanto stridente di fronte al lutto, rientra perfettamente opportuna con i tempi giornalistici dell’informazione. Dirò di più. Tra pochi giorni gli osimani consumeranno il secondo tempo di una partita che non si sarebbe dovuta giocare se solo chi doveva far rispettare le regole – il signor Barletta nel 2014 e il signor Duranti – lo avessero fatto. Per se stessi, per la città, per rispetto di tutti osimani che, tra primo e secondo turno, sono andati a votare esprimendo in maggioranza un diverso candidato Sindaco vincitore. O invece vogliamo sostenere non sia accaduto nulla di grave?