Rispolverate persino antiche tecniche comuniste di diffamazione dell’avversario: anonimi che accusano altri anonimi… ma non troppo!
La tecnica di sparare nel mucchio, inventarsi un nemico e poi tessere le lodi del proprio capitano è più vecchia del mondo stesso e nell’anno 2019 non dovrebbe più incantare nessuno.
Ad Osimo, però, vedi la recente scazzottata politica sbugiardata appena ieri da OSIMO OGGI.it – che per fortuna c’è – la scuola dei delatori ad oltranza non va mai a riposo e produce scoop a getto continuo.
In genere notizie non verificabili, come vedremo per il caso della spazzina lamentato dall’Assessore Michela Glorio; oppure banali notizie non verificate, come per la ricordata vicenda di “odio politico” un tanto al chilo come per la cagnetta da caccia Mikka.
Non verificabili o non verificate, del resto, cambia poco. L’importante è alludere, dire senza sottolineare, sbirciare senza guardare, lanciare il sasso e nascondere subito dopo la mano. Gettare un pò di fango sull’avversario ma restarsene ben puliti, a guardare di nascosto l’effetto che fa.
Noi, come giornalisti, conoscevamo da un pezzo la notizia, addirittura fin da martedì mattina 2 aprile quando ancora la non-notizia era ancora non-notizia e quindi non pubblicabile.
A farla diventare notizia, dopo una notte passata a meditare, ha pensato l’Assessore Michela Glorio, valutati i pro e i contro e soprattutto avuto via libera dal proprio padre-padrone politico Pugnaloni.
E così capitato che un candidato a Sindaco di Osimo (escluderei il solo Pugnaloni visto che l’accusa nasce proprio dalla sua parte politica) incrociasse sulla propria strada, esattamente nei pressi della fontana, una operatrice ecologica intenta al lavoro.
Saluto d’ordinanza come si usa fra persone bene educate e immediato riferimento “Mi raccomando il voto…” di un candidato a scelta, Pugnaloni escluso, sulla povera (?) operatrice.
OSIMO OGGI, ovviamente, non ha dato alcun peso alla legittima richiesta di consenso (già martedì scorso mancavano 52 giorni al voto e oggi ne mancano 45) altrimenti dovremmo “indagare” Pugnaloni almeno 5.000 volte al volto per episodi analoghi, a volte al limite della molestia fisica.
Quello che non ci sta è rovesciare le carte e vendere, senza dimostrazione un fatto A come un fatto targato Z. Ammettiamo che in campagna elettorale ciascuno gioca la propria partita e ciò che è normalmente sporco, disonorevole o al limite del lecito venga fatto passare, sacrificato sull’altare del proprio interesse piccolo.
Il terreno dove nessun dovrebbe spingere la propria ambizione personale e/o di partito è quando si oltrepassa anche l’ultimo confine del buon gusto.
Abbiamo letto, ancora una volta per giorni, di nervosismo, intimidazioni e addirittura tensione (ma chi spara simili giudizi, viene da chiedersi, conosce il significato della parole?) per una campagna elettorale avvelenata!
Una volta di più qui di avvelenato c’è soltanto il risentimento – facciamo nomi e cognomi, del Pd verso il nuovo padrone Liste civiche – di chi sente il terreno franare pian piano sotto i piedi e cerca in ogni modo di aggrapparsi ad urne elettorali… stavolta di vetro.
E veniamo al fatto, così modificato e rivenduto in un moderno post alla pubblica opinione osimana dalla intraprendente Glorio:
“Una operatrice ecologica, mentre stava svolgendo il proprio lavoro in centro storico, è stata verbalmente aggredita da un candidato a Sindaco”
Ed ancora: “Spero che la nostra vicinanza le sia da stimolo per potersi lasciare alle spalle questo brutto episodio”.
Tralasciati volutamente commenti e prese di posizione al limite del grottesco, preferiamo restare rigidamente ancorati ai fatti descritti.
Abbiamo una pubblica dipendente al lavoro che, non cogliendo il senso dell’azione che offriva in pasto alla politica, vedi referenti Astea che hanno ulteriormente ingrossato il racconto fino a rivenderlo alla Glorio, non solo si permette il lusso di mettere sotto scacco una intera platea di possibili Sindaci (Pugnaloni escluso) ma riesce persino a farlo rimanendo incomprensibilmente anonima.
Un anonima che, guarda caso, chiede protezione all’attuale politica “proprietaria” del posto di lavoro in Astea e lo fa gettando cacca in quantità addosso a tutti gli altri possibili datori di futuro lavoro, al grido de “tanto la cacca non fa male”, anzi alimenta il campo dei giusti sali.
Anche noi – con patente di cattivoni, abituati a non credere a storie senza che siano prima passate ai raggi X del buon senso e soprattutto della verità – conosciamo bene sia il candidato Sindaco protagonista della richiesta di voto… che la confusa comparsa Astea, armata di ramazza, sacrificata in trincea dall’Amministrazione.
Avremmo voluto invitarla pubblicamente, come questo mestiere insegna a fare, a raccontare con proprie parole cosa ha effettivamente capito e cosa le è stato per davvero detto nell’estemporaneo scambio di battute.
Insomma ci sarebbe piaciuto tanto sbugiardarla, anche a costo di infrangere la privacy e regalarle degli spiccioli a risarcimento del danno.
Sarebbero stati soldi ben spesi perchè sacrificati, come sempre, sull’altare del bene supremo della verità.
Poi, ci perdonerete se per una volta agiremo da giornalisti normali, abbiamo preferito far toccare agli osimani la differenza di una stampa meno attenta, meno scrupolosa, più portata a chiudere un occhio, anzi due.
Ecco perchè stavolta, pur conoscendo con certezza entrambi i protagonisti, facciamo eccezione e ci fermiamo qui: dovrete o fare opera di fiducia e credere ad OSIMO OGGI.it sulla parola… toccando con mano quale città vivremmo se davvero OSIMO OGGI.it non ci fosse.
In alternativa sarà sempre possibile l’esatto contrario: dar credito alla Glorio e ai suoi interessati fantasmi.