Chiuso il tesseramento (da 60 a 107) con adesioni quasi raddoppiate
BISCARINI LASCIA IL PD
AVVISANDO TUTTI:
“TRA PUGNALONI E LATINI UN ABISSO”

Chiuso il tesseramento (da 60 a 107) con adesioni quasi raddoppiate BISCARINI LASCIA IL PD AVVISANDO TUTTI: “TRA PUGNALONI E LATINI UN ABISSO”

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Divisi ma profondamente uniti. O – se piace di più – uniti ma più che mai divisi. Ognuno scelga l’etichetta che ritiene più vicina al proprio sentire ma è un fatto che anche ad Osimo la scissione all’interno dei Democratici di Sinistra sta provocando più di una “vittima”.

E dire che nonostante qualche perdita eccellente, su tutti quella dell’ex numero 1 Matteo Biscarini, i Ds hanno chiuso martedì la campagna tesseramento – valida per partecipare alla convenzioni provinciali e da lì al congresso nazionale – quasi raddoppiando il dato 2015, vale a dire passando da 60 iscritti a quota 107.

Un dato su cui ha certamente inciso l’effetto trainante di amministrare la città con certezza di diritto dopo il primo anno caratterizzato dalla sconfitta del voto elettorale decretata dal Tar e il ribaltamento della sentenza, definitivo, decretato dal Consiglio di Stato.

Non sono comunque tutte rose. La spina principale è un autentico big locale come Biscarini che ha scelto di non rinnovare l’iscrizione e aderire al neonato movimento Articolo 1.

“Esco dal Pd con amarezza – ha motivato Biscarini – perchè in città ho contribuito a costituirlo. Tuttavia, nonostante alcuni episodi poco piacevoli il Pd non diventerà mai il mio nemico. Accordi e collaborazioni ci dovranno essere. Attriti e divisioni andranno superati”.

Certo detta così non si capisce facilmente il motivo di una scissione, del resto non comprensibile neanche a livello nazionale dalla pubblica opinione, specie se poi, al motivo del dunque, vecchi, nuovi ed ex diessini auspicano un ricongiungimento al voto.

Appare evidente come tutto alla fine possa essere racchiuso nella mancanza di poltrone sufficienti per tutti nella stanza dei bottoni.

La conferma dalle parole alla stampa dello stesso Biscarini. “Certo non sarà indifferente – ai fini dell’auspicata riunione di intenti, Ndr: – chi uscirà vincitore dal congresso Pd in quanto Orlando non indica la stessa strada di Renzi”.

Insomma tutto alla fine, in casa Ds, si risolverà in una guerra-si o una guerra-no a Renzi attuale, pronti a rientrare alla casa madre in caso di approdo alla segreteria di un qualsiasi volto nuovo o a restare nelle proprie nuove posizioni di Articolo 1.

Insomma un auspicato di nuovo “tutti insieme” con 1.000 paletti e 2.000 distinguo a seconda delle 3.000 variabili in gioco.

Intanto per Osimo, prima dell’addio al Pd, Biscarini spera che molto cambi purchè nulla muti in effetti. “Dovremo fare tutto il possibile per aiutare il Sindaco Pugnaloni a compiere le giuste scelte. Azzerare l’esperienza in corso – alludendo alla decisione di Pasquinelli e Catena di abbandonare la maggioranza – per ritornare alle liste civiche sarebbe un errore imperdonabile. Tra Pugnaloni e Latini – al di la dei 2 voti di scarto al ballottaggio, Ndr – c’è un abisso”.

Addio molto soft per Biscarini che forse traghetterà con se, nella nuova avventura, la sola Argentina Severini. La maggioranza degli attuali esponenti Ds sembra destinata a rimanere al proprio posto a partire proprio dal renziano di ferro Pugnaloni e dal suo suggeritore politico Raimondo Orsetti.

Conferme in vista anche per il segretario Matteo Canapa e gli Assessori Flavio Cardinali e Daniele Bernardini e la consigliera Maggiori.

Giorgio Campanari, da noi recentemente indicato in bilico sul da farsi, alla fine potrebbe accasarsi nella corrente Orlando e in definitiva confermare l’adesione al partito democratico.

Indecisi, ma solo su quale personaggio nazionale appoggiare, il vice Sindaco Pellegrini, il presidente Astea Marchetti e l’altra consigliera Flamini.

Tra le più indecise a quale nuovo santo votarsi la bersaniana Paola Andreoni che – fa sapere – di sicuro non seguirà a sinistra il proprio leader.

Anche perchè, non ce ne voglia il Presidente del Consiglio comunale, onestà vorrebbe rimettere quanto meno il mandato presidenziale e quindi rinunciare all’unico incarico politico retribuito. 1.500 euro circa mensili, sia pur ridotti del 50% per non aver scelto l’aspettativa lavorativa, valgono molto di qualsiasi scelta di cuore.

“Il mio partito resta il Pd – ha recentemente dichiarato – e non seguirò Bersani, che pure ho sostenuto in passato, nella decisione di uscire. Per quel che mi riguarda attenderò di conoscere lo sviluppo del confronto in seno al partito prima di fare la mia scelta. In ogni caso non vedo cosa possa cambiare per Osimo e l’Amministrazione. Continuerò a lavorare per la città”.

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