UN CONCORSO ANOMALO,
UNA BUONUSCITA PIÙ RICCA
ED ELETTORI OSIMANI
TROPPO POCO DI SINISTRA!
ECCO A CHI GIOVA
LA CHIUSURA DELL’OSPEDALE
Storia sfortunata di un piccolo ospedale di periferia. C’era una volta ed or non c’è quasi più – gli addetti ai lavori parlano di eutonasia non troppo assistita – un angusto e minuscolo ospedalino, nei sobborghi del Regno, chiamato pomposamente “S.S. Benvenuto e Rocco”.
Non c’era molto, ma quel che gli osimani serviva, in genere era sufficiente per tornare a casa, guariti, liberi e talvolta, ma non sempre, persino belli.
I problemi cominciarono all’improvviso quando, senza che se sentisse realmente la necessità, l’ex Sindaco della cittadina che fu – ovvero Osimo 40 anni fa – tornò in paese carico di milioni sonanti!
“Osimani, facciamo festa perchè, non so come, chissà perchè, sono piovuti dal cielo tanti soldi quanti ce ne vogliono per iniziare e finire un nuovo ospedale… e persino dare alla nuova sede del Filo d’Oro!”.
Stoppiamo qua la ricostruzione fiabesca della vicenda ospedale perchè sarebbe troppo lunga da affrontare per un articolo, ancorchè di inchiesta, giornalistico.
Con un colpo di bacchetta magica saltiamo tutti insieme 40 anni di vicende per piombare così ai giorni, esattamente al 2014, data di inizio del mandato di Simone Pugnaloni, inaspettatissimo, lui per primo, Sindaco DS di Osimo dall’anno del Signore 2014.
L’intera ricostruzione che, a nostro avviso chiude con significative certezze – diciamo oltre l’80%, il cerchio della vicenda, non può però essere compreso, rischiando di diventare addirittura indimostrabile, se il lettore che si accinge alla lettura non si pone in testa l’interrogativo cardine: ha chi giova tutto questo?
Ripetendo tra se e se l’interrogativo, come un mantra – a chi giova – ad ogni passaggio chiave della storia.
Da parte nostra la promessa di farla il breve possibile cercando di utilizzare, specie nei passaggi-chiave tecnici (quelli in genere invasi dal burocratese inventato apposta per dire contemporaneamente una cosa e dimostrare il suo esatto contrario, tanto nessuno sarebbe in grado di accorgersene) un italiano molto terra-terra, come piace a noi, comprensibile a tutti.
Dunque il file rouge da seguire fino in fondo, per giungere alla nostra possibile verità, è giungere a scoprire: chi ha giovato il concretizzarsi della situazione ospedaliera attuale?
OSIMO OGGI risponde con tre possibili “colpevoli” sul piano ideologico e morale, con molte virgolette, ognuno responsabile della propria quota parte, ma tutti e tre responsabili in associazione tra loro; l’assenza anche di un solo componente il trio non avrebbe permesso la chiusura tanto repentina del piano così studiato e venutosi a concretizzare, giorno dopo giorno, negli ultimi infausti 1.000 giorni.
Bene è dunque giunto il momento di svelare i nomi dei tre penalmente innocenti ma colpevoli o meglio responsabili per la storia cittadina, portatori del conto leggasi prezzo ospedaliero fatto pagare agli osimani.
I loro nomi sono: PD regionale tutto, il manager pubblico, buono per tutte le stagioni, Gianni Genga e il Sindaco Simone Pugnaloni o meglio la first lady Elena Angeloni, meritevole solo di un 46° posto in Asur; ognuno di questi signori, chi per un verso, chi per l’altro, ha fattivamente contribuito perchè Osimo e comprensorio giungessero alla attuale situazione di non ritorno.
Partiamo dalla spiegazione più semplice: il Partito Democratico in salsa regionale.
Uno degli obiettivi dichiarati di ogni Governatore regionale è quello di poter vantare, al rendiconto del proprio mandato, una spesa pubblica oculata da ottenersi, strada obbligata, attraverso un risparmio delle spese sanitarie e magari – anche se il concetto risparmio stride con quello della qualità – un innalzamento dei livelli offerti mediamente alla popolazione.
Da questo punto di vista possiamo anticipare a Smantellatore Ceriscioli un ottimo voto. Se per un istante non pensassimo ad Osimo e alle esigenze degli osimani limitandoci a valutare il lavoro fatto in chiave regionale, potremmo quasi tutto concludere che il modello sanitario marchigiano esiste, è una realtà e si posizione dopo le primissime regioni solite note, ovvero tra le prime 5-6 regioni.
Chiaramente, tornando ad Osimo, è impossibile non riconoscere come tale risultato da sbandierare, da giustificare una carriera, da portare ad esempio, è stato raggiunto azzerrando praticamente qualsiasi servizio per una popolazione complessiva di quasi 100.000 abitanti.
Il malcontento che il Pd lascerà in eredità sul territorio per almeno un paio di generazioni aveva da tempo previsto che il PD, su piazza, aveva ben poco o nulla da perdere elettoralmente parlando.
La vicina Castelfidardo è addirittura retta dal M5S e quanto ad Osimo la vittoria di Pugnaloni, non prevedibile da alcuno e non prevista, ha avuto il merito esclusivo di
anticipare di molto i tempi dello “scippo”.
Il fatto che alla guida della città ci sia un Pugnaloni a cui far pagare il conto, ovvero un Sindaco espressione di un partito tra i più deboli e senza riferimenti particolari nella galassia piddina, sta a significare che Parigi val bene una Messa.
Ecco, diciamo che la presenza in sella, non prevista, di Pugnaloni ha permesso a Ceriscioli, leggi PD tutto che non a caso h adelegato a Ceriscioli stesso la delega sulla Sanità, di chiudere la partita con grosso anticipo; un Latini al posto di Pugnaloni non sarebbe rimasto a guardare le mosse quotidiane, leggi scippi, intentati da Ceriscioli.
E la stessa Regione, anzichè il confronto frontale con una Amministrazione “nemica” che… non c’è, avrebbe speso maggiori energie per venire a capo della realizzazione dell’ospedale Inrca-Osimo a Camerano, con ciò rispettando l’originario piano sanitario in essere.
Dunque a breve avremo, su scala nazionale, un Pd in grado di vantare un modello marchigiano da seguire in fatto di sanità; un modello fatto di economia di spesa, qualche specialità qua e la, una media di servizi erogati entro norma ma, qua e la, interi territori, vedi Osimo, che soffrono l’attuazione di questo piano.
Interi territori perà, invisibili e senza voce una volta rapportati a livello Italia.
Da questo punto di vista sgravare in un colpo solo, con almeno 5 anni o più di anticipo, la spesa Asur osimana sulle spalle della sempre pubblica ma altra parrocchia Inrca, significa obiettivamente, per il PD e Ceriscioli aver portato a termine un gran bel colpo, checchè ne possano dire e pensare gli abitanti del singolo territorio.
Quanto a Genga, ovvero il manager che di più, dopo Ceriscioli, ha spinto affinchè l’affaire-Osimo andasse in porto, si possono imputare solo venali comportamenti per strappare, in extremis e non prevista, una benemerenza in più a forma di più zeri.
Ci spieghiamo meglio. Gianni Genga, una carriera nel settore Sanità a cavallo tra Asur e Inrca, maturerà il diritto ad andare in pensione esattamente il 31 dicembre prossimo (o giù di li…), al pari del dottor Enzo Frati, anch’egli fresco pensionato con l’avvento del nuovo anno.
Ebbene, insieme con i diritti maturati in carriera per il raggiungimento chissà quanti obiettivo perseguiti, il dottor Genga potrà a buon diritto iscriversi il merito di aver condotto la ”vicenda” S.S. Benvenuto e Rocco ad una felice conclusione, del tutto inaspettata per il tempo in cui ha preso forma.
Tutto questo merita un congruo aumento della chiusura rapporto alla voce “obiettivi raggiunti”. Quanto? Non sapremmo con esattezza ma gli zeri saranno almeno 5, dietro la cifra iniziale, semprechè che una sola cifra dovesse bastare.
E veniamo all’ultima incolpevole figura venuta ad incastrarsi. Elena Angeloni, first lady di Simone. Ma benedetta figliola… comprendiamo agevolmente che la fare la segretaria-Astea, oltretutto part-time e oltretutto dell’oltretutto per un tipo polipoide come Giancky Mengoni, cioè buono in umido con i piselli, non poteva costituire l’ambizione di una carriera… ma benedettissima ragazza… studia!
Piazzarsi dopo 45 pari pretendenti per quel concorso, oltretutto in casa Asur, ha definitivamente smontato tuo marito a farsi valere, nella vicenda Ospedale, un attimo di più con i tuoi datori di lavoro.
Non che sarebbe cambiato qualcosa per noi osimani. L’ospedale era scritto in Regione che dovesse morire, ceduto, incorporato, smobilitato o – come fa chic dire – eutanasizzato e così sarebbe accaduto anche se a quel concorso fossi arrivata prima e Simone passato alla storia cittadina come “cuor di Leone”.
Giungendo penultima, invece, hai praticamente ammosciato il Sindaco ad almeno provarci, condannandolo implicitamente ad una bruttissima figura anche alle Comunali ‘19 a cui tutti sanno, tu per prima, tiene tanto. Studiare, studiare, studiare.
A noi osimani, invece, non resta che sperare, sperare e sperare ancora di non stare male. Almeno non troppo. Un grazie al Pd e a quanti, in ogni luogo e q qualsiasi titolo, si sono gentilmente prestati.