DALL’AMORE ALLO STALKING
IL PASSO CON FACEBOOK E’ BREVE
10 MESI SENZA CONDIZIONALE A NARDONE
Assolto per aver invitato la ex a battere… e dividere il bonus bebè del figlio!
“Galeotto fu Facebook e chi l’inventò. Quel giorno più non ci scrivemmo avante”.
Come il sommo Dante fa riconoscere a Paolo e Francesca la propria colpa piazzandoli all’Inferno, girone Lussuriosi, così una giovane coppia osimana, subito scoppiata, potrebbe ai giorni nostri maledire in eterno l’americano strumento social di Mark Zuckerberg che ha rapidamente consentito loro di innamorarsi e poi odiarsi, nonostante la nascita di un figlio innocente.
Quattro anni di inferno, con pochi giorni di eccezione, quelli che Benedetto Nardone, 44 anni, origini campane ma residente a Passatempo, ha fatto vivere alla sua giovane compagna, oggi 32enne, origini calabresi, nonostante la nascita del loro figlio un paio di anni fa.
La coppia, dopo essersi conosciuta e frequentata virtualmente in rete attorno al 2014, ha infatti iniziato a denunciare problemi fin dai primi tempi dalla decisione di convivere, attorno al 2016, causa anche l’utilizzo di droga di cui l’uomo faceva uso.
Sostanza stupefacente che accompagnata ad un disturbo della personalità, conclamata da una perizia psichiatrica fatta eseguire dal Tribunale, ha portato il giovane ad una capacità compromessa, ancorchè non del tutto scemata, di intendere e volere.
Di tutto questo il Gup Paola Moscaroli ha tenuto conto condannando Nardone a 10 mesi, al termine di un processo abbreviato (ovvero con sconto di pena fino ad un terzo), per i reati di stalking e minacce, quest’ultime sia a carico dell’ex convivente che di numerosi pubblici ufficiali (nella fattispecie gli assistenti sociali di Ancona e Loreto che hanno seguito la vicenda in seguito alla nascita del bambino) verbalmente aggrediti dall’uomo nel corso degli ultimi due anni.
Assolto, invece, per un altro paio di capi di imputazione, vale a dire estorsione contro la ex e maltrattamenti in famiglia, reati per i quali il Pubblico ministero Andrea Laurino aveva ugualmente avanzato richiesta di condanna.
Nel decidere per un verdetto a metà strada (quello ottenuto a Nardone dall’avvocato Matteo Bettin di Falconara Marittima) il Gup ha però negato al 44enne di origini campane il beneficio della sospensione condizionale della pena, ordinando la reclusione in carcere per la pena residua, avendo già scontato cinque mesi ai domiciliari.
Attualmente Nardone aveva infatti l’unico obbligo di dimora ad Osimo decretato dai giudici per impedire ulteriormente di perseguitare l’ex convivente e il bambino accolti presso una casa-famiglia lontana da Osimo.
La condanna a 10 mesi non chiude in ogni caso la partita dovendo Nardone rispondere di un ultimo reato, commesso al culmine della persecuzione attuata contro la ex, quando lo scorso anno tento di materializzarsi persino avanti i giudici del Tribunale per i Minori!
Il campano, più infuriato che mai per aver subito la sospensione della potestà genitoriale, fece irruzione ad Ancona, nel palazzo di via Cavorchie, armato di una pistola poi rivelatasi una scacciacani.
Arma in pugno Benedetto Nardone minacciò di uccidere tutti i presenti, a iniziare dai giudici, mentre in realtà non ebbe neanche modo, fortunatamente, di oltrepassare la portineria.
Per questo episodio, vista la specificità delle minacce rivolte ai giudici anconetani, l’uomo verrà giudicato a parte, dal Tribunale de L’Aquila, competente per territorio.
Il peggio di questa brutta storia era già toccato alla ragazza calabrese la quale, risvegliatasi di colpo dall’innamoramento made in Facebook, aveva ben presto iniziato a prender nota, fin da quasi subito, della vera personalità dell’amato.
Ripetute vessazioni, fisiche e morali da parte di un uomo alla continua ricerca di soldi da spendere giocando a carte o acquistando droga. E quando questi soldi non uscivano fuori “spontaneamente”, giù botte fino all’invito esplicito, fatto alla convivente, di scendere in strada e prostituirsi.
In questo clima di malmenamenti e uso di droga non si comprende come la donna possa aver deciso, anzichè dare un taglio ad una storia continuata ben oltre la normale sopportazione e speranza di un cambiamento, di mettere al mondo un figlio e di rimanere incinta.
Sta di fatto che anche nel periodo precedente la nascita del bambino la situazione non sarebbe cambiata… anzi, proprio il bonus bebè pagato dallo Stato e corrispondente a 80 euro al mese per il primo anno di vita del neonato, è arrivato a costituire per il futuro padre obiettivo da non farsi scappare! Come? Facendosi promettere dalla donna di dividere il bonus, una volta nato il figliolo, in parti uguali!
Da spendere al solito modo: carte e droga.
Con la nascita del bimbo, l’intervento tempestivo dei Servizi sociali e la sospensione ad entrambi della potestà genitoriale (con conseguente allontanamento da Passatempo di madre e figlio), le cose, ovvero lo stato d’animo di Nardone, sono degenerate…
Non potendo vessare fisicamente e moralmente l’ormai ex, l’uomo se l’è presa con i servizi sociali di Ancona e Loreto, minacciando in particolare l’assistente della cittadina mariana, ritenuta causa della separazione, con ripetuti avvertimenti telefonici e sms.
“Fammela rivedere o faccio un macello!”. O anche: “Prima o poi ti ammazzo…”.