SOSTIENI OSIMO OGGI E ANCHE DOMANI
Sostieni la stampa cittadina con un contributo, piccolo o grande, a piacere.
Godere di una voce in più locale pronta a raccontarti, ogni giorno, la città costituisce un “tesoro” di informazione da difendere soprattutto con il contributo di ciascun osimano.
Grazie per aver pensato anche a OSIMO OGGI.
A 24 ore dal fermo di Valerio Andreucci si indaga sul movente che ha armato la mano
DELITTO PINCIARELLI
UNA SCOMMESSA IPPICA ANDATA A MALE
ALLA BASE DEL CHIARIMENTO FINITO IN TRAGEDIA?
I due, legati da un rapporto di lavoro di poche settimane, attratti dal mondo delle corse?
Il delitto del veterinario maturato nel mondo delle scommesse sui cavalli?
Ad oltre 24 ore dal fermo di polizia giudiziaria che ha temporaneamente ristretto in carcere Valerio Andreucci, gli inquirenti non smettono, febbrilmente, di mettere insieme i tasselli che portino ad una incriminazione piena dell’unico sospettato.
Molto diranno i rilievi sul coltello, utilizzato per sgozzare Pinciarelli, ritrovato tra le sterpaglie, ancora insanguinato e con bene impresse le impronte di colui che l’ha utilizzato domenica mattina, per far fuori il veterinario di Montelupone, al termine di quella che potrebbe anche essere stata una sorta di esecuzione per uno sgarro ricevuto.
Il coltello, dicevamo, potrebbe raccontare molto su quei minuti, seguiti all’incontro, sulla provinciale, tra i due protagonisti.
Andreucci, come è noto, aveva trascorso la notte tra sabato e domenica in un maneggio nelle vicinanze e insieme erano attesi nella vicina Polverigi per occuparsi di un ulteriore maneggio in procinto di essere inaugurato.
E’ altrettanto certo come Pinciarelli e Andreucci si frequentassero da poche settimane: il rapporto di collaboratore del veterinario, in pratica, Andreucci aveva appena cominciato a conquistarlo.
Proprio il mondo dei cavalli aveva favorito l’incontro con Pinciarelli innamorato da sempre, oltre che a livello professionale, del settore delle corse (sembra che il veterinario fosse un nome di riferimento anche nel contesto del Palio di Siena) mentre Andreucci si era fatto notare come fantino di una certa prospettiva nella sua Ascoli Piceno, in particolare nel mondo della Quintana.
Proprio la passione per i cavalli e il mondo delle corse (non solo storiche ma anche negli ippodromi) potrebbe aver agito da volano nel fresco rapporto di lavoro intrecciato tra i due personaggi.
Un rapporto molto giovane, dicevamo, di poche settimane, che in teoria non avrebbe potuto, ancora, a portare a grossi dissapori al punto di far pensare, a qualcuno, l’eliminazione fisica dell’altro.
L’arma del delitto, come detto, potrebbe raccontare molto, al di la delle impronte, sul come si è sviluppata l’aggressione mortale; in particolare dovrà svelare agli inquirenti se il coltello fosse in dotazione all’ambulanza medica, come è possibile, anzi probabile, o se invece sia stato portato all’interno del mezzo dall’assassino.
Fatta chiarezza su questo punto si potrà meglio approfondire le indagini alla ricerca delle cause che chiuderebbero, come un macigno, le responsabilità in capo ad Andreucci.
Cause che come si sussurra in Procura potrebbero non essere troppo distanti ad un possibile sgarro, volontario o meno, su una o più puntate effettuate da Andreucci e non andate a buon fine.
Una ipotesi, questa, relativamente semplice da appurare, quand’anche le puntate dovessero essere legate al mondo parallelo e meglio pagante delle scommesse clandestine; una ipotesi che al momento gli inquirenti tengono ancora per se nella speranza di una piena e liberatoria confessione di Andreucci.