L’IMPRENDITORE SAURO TONTI DENUNCIATO
PER I DUE INCENDI APPICCATI ALLA GEAX!

L’IMPRENDITORE SAURO TONTI DENUNCIATO PER I DUE INCENDI APPICCATI ALLA GEAX!

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L’IMPRENDITORE SAURO TONTI DENUNCIATO
PER I DUE INCENDI APPICCATI ALLA GEAX!


Nuovi guai con la Giustizia per il contitolare della Tes-Car, azienda di pali e pozzi

La mano dell’imprenditore osimano Sauro Tonti, 61 anni – contitolare Tes-Car, settore pali trivellati e micro perforazioni – dietro i due incendi dolosi che hanno colpito la ditta concorrente Geax srl di San Paterniano, guidata dall’ingegner Adriano Pesaresi?

Sauro Tonti

I Carabinieri della Compagnia di Osimo che dal 4 marzo 2017 stanno conducendo indagini, verifiche e riscontri per dare un nome all’ignoto piromane (capace di colpire una seconda volta, il 2 febbraio scorso, la stessa azienda) si dicono certi di aver chiuso il cerchio e di aver consegnato alla giustizia il nome del ritenuto responsabile.

Sauro Tonti è dunque stato deferito, la settimana scorsa, sia per il tentato incendio di febbraio che per quello riuscito lo scorso anno, entrambi dolosamente a colpire l’attività concorrente della Geax.

Proprio nel primo episodio si registrarono i maggiori danni che, seppur assicurati, mandarono in fumo due macchine in consegna, per un valore complessivo di circa 300.000 euro.

Fin da subito i Carabinieri non hanno avuto dubbi sulla natura umana di quei roghi, in particolare del primo, avvenuto nel tardo pomeriggio di un sabato di primavera, che distrusse due macchine trivellatrici distanti tra loro; le fiamme ebbero la meglio, nonostante l’impegno di 8 vigili del fuoco e il supporto di ben tre automezzi, in quanto le scintille e relativi inneschi divamparono contemporaneamente attorno ai due mezzi, con ciò firmando la natura penale di un attacco incendiario rimasto a lungo senza spiegazioni.

«Non abbiamo mai ricevuto minacce che facessero preludere a quello che è successo” – commentò a caldo l’ing. Pesaresi.

In realtà dei sospetti più mirati, legati ad invidie e cali di commesse, tutti legati al mondo del lavoro, hanno costituito una basilare pista di lavoro per i Carabinieri del Norm, guidati dal comandante Luciano Almiento.

L’Ing. Adriano Pesaresi, GEAX

Le immagini tratte dalla visione delle telecamere di sicurezza, fortunate a riprendere chiaramente una persona, travisata di nero, accedere al piazzale e innescare le fiamme, hanno consentito ai militari di escludere false piste e di indirizzare subito le indagini al mondo delle macchine trivellatrici.

Determinante, nell’imboccare la giusta strada costata il deferimento in Procura di Sauro Tonti per il duplice reato ipotizzato di incendio doloso e tentato incendio, il fatto che a scorgere l’intera scena sia stato un vicino della Geax, in via Campoceraso, il primo a dare l’allarme.

L’attenzione del testimone venne attirata da una sagoma imbacuccata di nero che si dava da fare nei pressi della recinzione laterale, effettivamente ritrovata divelta per permettere allo sconosciuto di penetrare nella Geax e dirigersi nel piazzale che custodiva le due macchine.

Pochi secondi e l’innesco, a base di benzina, ha fatto si di avvolgere i costosi macchinari tra alte lingue di fuoco.

«Tutti e due i macchinari sono andati persi – constatò un preoccupato Pesaresi – uno totalmente e l’altro in maniera parziale».

Preoccupato, nonostante l’assenza ufficiale di minacce alla Geax, in quanto l’episodio costituiva il bis di un primo incendio scoppiato tre anni e mezzo prima per cause, ugualmente, mai chiarite.

L’incendio del marzo 2017

Un incubo di fuoco da rivivere e da cui, fortunatamente, riprendersi in fretta visto che l’immediato allarme aveva comunque permesso ai pompieri di impedire il propagarsi delle fiamme al vicino capannone, scongiurando uno stop all’attività.

 

La ditta è così tornata ad essere subito operativa e forte del fatto di essere coperta da assicurazione, in grado di minimizzare i danni.

Tutto questo mentre le indagini, seppur chiaramente indirizzate, non avevano ancora permesso ai Carabinieri di poter incolpare, con ragionevoli fonti di prova, l’autore dell’attacco.

A firmare la propria colpevolezza virtuale avrebbe così pensato lo stesso Sauro Tonti, definito dai Carabinieri “sprovveduto imprenditore osimano”, con un nuovo incendio, stavolta soltanto tentato lo scorso 2 febbraio.

Su cosa, oltre le immagini e la testimonianza, si basino le accuse messe insieme dal Norm in oltre un anno di lavoro e definite “gravi ed inconfutabili indizi di reità”, non è ancora dato sapere essendo la vicenda ristretta in un riserbo massimo, oltremodo garantito al sospettato, seppur pregiudicato, dal buon nome della famiglia.

L’incendio del marzo 2017

Più chiare, invece, le motivazioni che hanno condotto, secondo il teorema sottoscritto dai Carabinieri, Sauro Tonti a darsi da fare con il fuoco per ben due volte in 11 mesi.

Episodi di tutta gravità che hanno portato i militari a procedere ulteriormente con il ritiro cautelativo di armi e munizioni da caccia, regolarmente detenute dall’osimano.

Proprio l’aver incendiato i mezzi prodotti da una ditta concorrente e averci riprovato a distanza di quasi un anno, ha costituito un disperato tentativo, inusuale quanto vogliamo, di risollevare le sorti della propria impresa, caduta in gravi difficoltà economiche.

Come se, distruggendo macchine complesse in pronta consegna potesse in qualche modo indurre il mercato a considerare, quale alternativa, l’acquisto di mezzi simili offerti da Tonti!

Su questo interrogativo sarà chiamato il Tribunale a fornire l’ultima parola dichiarando o meno Sauro Tonti responsabile dei due episodi contestati.


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