DOPO 37 ANNI TORNA IL DERBY OSIMANA-ANCONA
PROMOZIONE, DISGRAZIE SPORTIVE A CONFRONTO
Gara amarcord anticipata a sabato per tenere il pubblico più lontano possibile dal Diana.
Era il 4 aprile 1982 e Osimana e Anconitana, come allora si chiamavano i poco amati vicini di casa, si incontrarono per l’ultima volta in campo per i 2 punti in palio.
Punti pesanti. Per la solita C1 ad ascensore dei Dorici di mister Mascalaito; per salvarsi dalla retrocessione i giallorossi affidati in panchina al collega e amico Donato Andreucci.
Finì come doveva finire e da allora le strade delle due società non sono più tornate ad intrecciarsi.
Sabato pomeriggio, ore 15.30, dopo oltre 37 anni, Osimana ed Ancona torneranno in campo con in palio tre puntoni pesanti. Tre punti per?
Vincere il campionato di Promozione (!) gli ospiti; gustarsi una domenica fuori ordinanza i Giallo-Rossi di un mister sconosciuto e di un Presidente – ci scuseranno – altrettanto.
Una partita che non passerà alla storia dei due club, per demerito delle due società cadute in grande disgrazia; peccato che l’Ancona sia solo di passaggio agli Inferi mentre i nostri, nell’indifferenza generale dei più, abbiano messo robuste radici nell’anonimato; 90 e più minuti (perchè ormai l’introduzione del recupero dovrebbe aver fatto capolino anche tra i dilettanti) dal sapore antico per il pubblico, atteso numerosissimo nonostante la scelta di un sabato fatta apposta per tenerne alla larga altro, che una tantum, tornerà a scoprire quanto sia scomodo ma pur sempre affascinante gustare il calcio della propria città, lontano da tv e replay.
Esattamente come una volta.
Ed esattamente come una volta, vedrete, osimani e anconetani, i nipotini di tanti derby anni ‘70 e ‘80, accesi in campo e fuori, torneranno ad “accarezzarsi” ruvidamente, poco accorti alla buone maniere.
Tra i tanti ricordi che affollano in questi giorni menti, cuori e… pagine facebook di migliaia di tifosi, abbiamo scelto quello di Donato Andreucci, giocatore e allenatore, osimano e anconetano, giornalista e tifoso… insomma molte cose tutte insieme, fatte quasi tutte molto bene.
Buon divertimento a tutti (anche ai molti che vivranno l’evento da lassù, Presidentissimo Principi in testa) e vinca il migliore, ovvero l’Osimana! Forza Giallo-Rossi.
* “Da Osimano doc, ho avuto per tanti anni un sentimento di rivalità verso l’Ancona, o Anconitana, come si chiamava una volta. Ricordo che la incontrai da giocatore nel settore giovanile, alla metà degli anni ‘60. Io militavo nella Libertas Osimo e affrontammo gli Allievi dell’Anconitana sul già vecchio campo Diana. Nonostante la differenza tecnica, finì con un pareggio: 1–1, rete di Andreucci.
Qualcuno evidentemente mi notò, tanto è vero che l’anno successivo passai dalla Libertas proprio all’Anconitana, per una cifra stratosferica: 258 euro e spicci (cambio odierno, NdR.)
Nelle giovanili biancorosse, dove conobbi un uomo straordinario come Giorgio Arzeni, feci tutta la trafila, fino ad arrivare a giocare in prima squadra, allora allenata da Mario David, qualche spezzone di partita. Era la stagione 1970/71. Avevo 19 anni.
L’anno successivo fui dato in prestito proprio all’Osimana, in Promozione, proprio come ora. Un brutto campionato.
Ritrovai l’Ancona, da allenatore avversario stavolta, nella seconda metà degli anni ‘70. Derby sempre accesi.
Quali ricordo in particolare?
Il primo al trofeo giovanile Velox, al Campo dei Pini, a Macerata. Semifinale. Tempi supplementari. Mi invento la mossa vincente: cambio a due minuti dalla fine il portiere, e mando la riserva a parare i rigori. Lui lo fece benissimo, fermando tre tiri avversari dal dischetto.
L’altro ricordo l’ho vissuto da radiocronista, era il tempo delle radio libere. E per Radio Osimo commentai Anconitana–Osimana, all’Helvia Recina di Macerata. Spareggio per conquistare la C2!
Sì, la famosa partita della monetina, di cui ancora oggi si favoleggia.
L’ultimo ricordo da allenatore, quand’ero in panchina e guidavo l’Osimana in C2. L’Ancona, allora guidata da Mascalaito giocava per vincere il campionato, come poi fece (anche battendo in una partita epica la Mestrina). Contro di noi però i biancorossi soffrivano sempre. In Coppa Italia specialmente: 4 a 1 al Diana, per noi, con doppietta di Pierino Ghetti e gol di Moriconi e Castellani.
Ma il ricordo più bruciante fu nel derby della stagione 81/82. Al Diana, 6.000 spettatori, io in panchina, avevo appena 30 anni. Noi si lottava per la salvezza e l’Ancona per la promozione. Gol in apertura di Zigo Zago Zandegù e risposta di testa di Jack Torresi.
1–1, fino al 90°. Per noi un risultato perfetto. Ma… punizione dal limite: Briganti, bomba, deviazione di Retini e Cimpiel battuto. Sugli spalti, l’inferno.
I giocatori che ricordo più volentieri? Difficile da dire. Ce ne erano tanti molto bravi. Tra i Dorici, ricordo la signorilità di Sergio Carpanesi e l’astuzia di Enzo Gerardi, dal quale imparai a guadagnarmi una decina di rigori l’anno.
Tra gli Osimani, faccio davvero fatica. E allora li abbraccio tutti, perché mi hanno regalato gli anni certo più belli della mia vita.
Ma era destino che il mio legame con l’Anconitana si riallacciasse. Fu per caso. Nel 2007, Andrea Marinelli, il grande presidente, mi chiamò al Piano San Lazzaro, come direttore sportivo e addetto stampa. Campionati sempre tra le prime piazze.
Poi una mattina d’agosto del 2010, il presidente mi chiama da parte e mi dice: “Donato, abbiamo preparato una bella squadra per questo campionato di Eccellenza, ma dobbiamo rimetterci mano, perché questo campionato dobbiamo vincerlo per forza. Da oggi, non siamo più Piano San Lazzaro, siamo diventati l’Ancona!”.
La storia è troppo recente per raccontarla. I protagonisti tanti e tutti bravissimi. Però davvero, l’uomo in più di quel famoso “Triplete” che rilanciò l’Ancona tra i professionisti fu lui, il presidente: Andrea Marinelli
All’Anconitana auguro categorie superiori dove merita di stare e all’Osimana un campionato di grande aspettative”.
* dalla pagina Fb di mister Andreucci